Detesto sommamente gli inglesi per il loro storico, direi atavico, spirito bottegaio: la accentuata commercializzazione di tutto, che prese piede con il regno della regina Elisabetta nel XVI secolo, ha rappresentato la eclatante affermazione del principio mercantile che si era affacciato prepotentemente in Europa intorno alla meta’ del ‘trecento, previo il pretesto di una piu’ o meno gonfiata pandemia. Dopo Elisabetta che aveva diffuso la prassi di rendere tutto commerciabile, il censo, gli onori, il merito, senza andare tanto per il sottile sulle prerogative di tale merito, financo l’essere nobile era diventato una questione di mercato, questo fu il principio entusiasticamente accettato e sviluppato dalle prime logge Massoniche e strettamente correlato alla cosidetta rivoluzione industriale che si diffuse grosso modo nello stesso periodo (prima meta’ del XVIII secolo). Nazione bottegaia per eccellenza come la definì abbastanza correttamente Napoleone, l’Inghilterra perpetuo’ tale sue intrinseca tendenza piu’ o meno fomentata dalla Massoneria, adattandola a grandi sovvertimenti sociali tipo la cosidetta Guerra di indipendenza delle Colonie americane o soprattutto la Rivoluzione sociale e politica per eccellenza, quella Francese, che solo apparentemente potrebbero sembrare fenomeni antitetici alla sua logica e formazione bottegaia. Entrambi questi due sconvolgimenti sociali furono letteralmente guidati e pilotati dall’Inghilterra previo i suoi affiliati massoni (Massoni erano tutti i protagonisti della rivolta americana Washintong, La Fajette e paradossalmente tutti i piu’ rilevanti comandanti dell’esercito di occupazione inglese, così come framassoni erano i protagonisti della Rivoluzione francese, dal trait d’union di quello stesso Marchese de La Fajette che aveva partecipato alla guerra d’indipendenza americana, a Marat, Danton , Robespierre, Sanjust, Barras e perfino al generale Napoleone Buonaparte agli esordi della sua epica vicenda cioe’ durante la prima campagna d’Italia del 1796/97 dove abbiamo avuto modo di spiegare al dettaglio in vari articoli anche su questo stesso Blog, il grado di farsa e di “recita di una parte” abilmente orchestrata dal Direttorio e dal beneplacito dei generali subalterni Massena , Augereau e Serurier, di tutte le sue millantate vittorie da Dego, Cairo Montenotte, a Ceva, al ponte di Lodi ad Arcole e a Rivoli (con il colpo di stato del 18 brumaio Napoleone cambio’ decisamente casacca, divenendo probabilmente il primo delle bestie nere del sistema bottegaio tipo Benito Mussolini, Lawrence d’Arabia, Adolph Hitler, John Kennedy, Donald Trump, Vladimir Putin, ma questa e’ un’altra storia). Massimo disprezzo dunque per questi proto bottegai, non dico ante litteram, ma quasi, che in nome del dio denaro hanno sacrificato tutto : dignita’ onore, signorilita’ e persino blasone di aristocraticita’; c’è da dire pero’ che analizzando la storia della Gran Bretagna, la “perfida albione” come l’hanno definita molti di quei personaggi citati in precedenza come bestie nere dello spirito bottegaio, ha tutto sommato una storia di affinita’ con l’Europa, sia pure nell’alterita’ strutturale come descritta nei suoi elementi distintivi e di opposizione di Terra (tradizione, stabilita’, appartenenza, limite, confini, ) e Mare ( liquidita’, commercio, progressismo in funzione dell’interesse economico, etc.) dal piu’ grande dei filosofi di geo-politica Carl Schmitt (appunto il saggetto “Terra e Mare” del 1942, ma anche “Sul Leviatano” , “Il Nomos della terra” e molti altri ), gli Stati Uniti no, anzi hanno nei riguardi dell’Europa un ancestrale conflitto di frustrazione e tutto sommato latente invidia tipo quella di un figlio rifiutato che ha poi fatto fortuna e cerca piu’ o meno di rivalersi delle angherie e sostanzialmente del rifiuto subito come persona e come individuo. Come osservano Giorgio Locchi e Alain De Benoist nel loro pregevole saggio “Il male Americano”gli americani o meglio gli Stati Uniti d’America nella loro ossessiva enfasi di atteggiarsi a pionieri, a gente animata da un coraggio prometeico, che era stata capace di voltare le spalle al loro passato per sfuggire ad un destino di miseria e subordinazione, avevano preferenziato uno solo degli aspetti che l’Europa nelle sue numerose componenti aveva espresso, quello del denaro, del commercio, della compravendita anche di valori e di questo aspetto avevano fatto l’unico elemento della loro rivalsa. Rivalsa che quindi aveva subito assunto un carattere di netto rifiuto di tutto il resto, cultura, tradizione, giustappunto valori e ideali di un Europa della quale appunto non riconoscevano altro che l’elemento economico e su questo avevano costruito quel loro bilioso spirito di riscatto. Questo assunto di “rifiuto” della storia e della tradizione dell’Europa e’ quindi una sorta di postulato da cui derivano come piu’ o meno impliciti corollari tutte le componenti dello spirito degli Stati uniti, che quindi se da una parte rappresentano quel passaggio del testimone dello spirito bottegaio anglosassone, dall’altra ne accentuano gli elementi di negativita’ e di incultura, che tradizionalmente hanno caratterizzato e caratterizzano tuttora l’america . Da questa frustrazione originaria con annesse e connesse invidia e rivalsa, non se ne esce, ne’ a destra, ne’ a sinistra, ne’ a nord ne’ a sud, ne’ ad est ne’ ad ovest e gli americani rappresentano nella storia del mondo addirittura il deteriorarsi di quello spirito bottegaio di stampo anglosassone che con i suoi elementi di rottura di ogni limite , di ogni confine, propri dell’elemento talassico e non di terra aveva avvelenato con il supporto di un freddo tecnicismo, il mondo della tradizione e della possibilita’ di addivenire ad una razionalizzazione degli elementi di iato del precedente sistema sociale (per intenderci quel mondo di guerrieri e dell’argento contemplato da Esiodo e un po’ da tutte le antiche culture, e precedente all’affermarsi dell’eta’ dei mercanti o del bronzo, prima tramite una pandemia (1348) poi con lo scegliere l’inghilterra di Elisabetta I l’elemento mare ed infine con la Rivoluzione Industriale e la coeva istituzione della Massoneria per scardinare sistematicamente tutti i residui principi della antico ordine sociale (rivoluzioni, guerre, carestie ulteriori pestilenze piu’ o meno pilotate ) Carl Schmitt cita nel suo saggetto “Terra mare” lo studio del 1904 di un ammiraglio americano certo Mahan che parlava degli USA come di “isola maggiore” , in grado cioe’ di subentrare alla Gran Bretagna nel dominio del mare e attraverso il mare pervenire al dominio del mondo intero. Oltre a Schmitt sempre la coppia Locchi –De Benoist arriva nel loro citato saggio a citare uno storico a me particolarmente caro, Guglielmo Ferrero, in quanto disvelatore della enorme farsa correlata ad un personaggio come Napoleone Bonaparte (recita di una parte) ed anche alla sostanziale falsita’ del fenomeno Rivoluzione Francese, il quale distingueva due tipi di civilta’ : quelle qualitative e quelle quantitative . le prime subordinano il materiale allo spirituale e quindi giudicano fatti, uomini , la stessa storia in termini di qualita’, di distinzione, le seconde invece che strombazzano idee di eguaglianza, progresso, democrazia, giudicano in termini di quantita’ (se vige una sostanziale eguaglianza nessun uomo ha intrinsecamente piu’ qualita’ di un altro), ebbene per Ferrero che si occupo’ approfonditamente della civilta’ americana, l’ascesa degli Stati Uniti corrisponde a quel passaggio dal qualitatitivo al quantitativo indotto dal Protestantesimo (Elisabetta era la figlia del Re Enrico VIII e di Anna Bolena) e quindi dall’affermarsi dello spirito bottegaio anglosassone e in rapida successione della Massoneria, della Rivoluzione industriale e di tutte le guerre, sommosse, rivoluzioni e quant’altro dei nostri ultimi secoli di storia. La successiva e sistematica affermazione degli Stati Uniti e del loro “american way life” sia come passaggio di testimone dello stesso spirito bottegaio, sia come “isola piu’ grande” per lo sviluppo dell’elemento talassico, mellifluo, senza limiti e confini tipico appunto dell’elemento mare ha trasformato tutto cio’ che era vivo, organico in un qualcosa di meccanico , inorganico, tipico di quella affermazione del mondo della macchina che si e’ imposta nel mondo , valgono in sostanza le considerazioni conclusive di Locchi e De Benoist “Coloro che hanno fatto l’america erano nel complesso degli europei frustrati, insoddisfatti e pieni di invidia rancorosa, che giustappunto si esprime ancor oggi in forme di vera e propria psicopatologia, tipo l’ossessione di rivendicazione e di dominio proprio nei riguardi di quella grande madre che ha operato il rifiuto nei loro confronti e ritorna anche attenendoci alla pura accezione psicoanalitica, quella scena primordiale dell’uccisione del padre da parte dell’orda dei figli maschi estromessi dal potere e anche dall’accoppiamento con le donne che Freud utilizzo’ per descrivere l’origine della societa’. Materno e paterno inibiti, proibiti, così come tutti i temi del riscatto delle rivendicazioni un po’ alla “brutto anatroccolo” tornano ossessivamente nella cultura americana appunto come segni di ferite non mai sanate, come recupero impossibile che può essere raggiunto solo parzialmente in forza di un atto violento, e sfruttando uno solo degli elementi della grande tradizione europea, quello piu’ deteriore e che solo una delle nazioni europea utilizzo’ fino alle estreme possibilita’ : il denaro e il mercato, laddove i tempi odierni hanno permesso di aggiungere alla meccanizzazione della rivoluzione industriale, il tecnicismo esasperato del post progressismo e la digitalizzazione generalizzata di ogni espressivita’ umana. Oggi che il post progressismo, l'esasperata tecnologia, il turbo capitalismo, il globalismo e il progressismo ad ogni costo hanno mostrato il loro vero disumano volto, viene seriamente da chiedersi se dietro tutte le imposture e mercificazioni messe in atto dagli Stati Uniti d'America, non ci sia affatto il cigno del brutto anatroccolo, ma solo e piuttosto uno spirito di rivalsa che non e' mai riuscito ad abreagire le cause della sua frustrazione
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