domenica 11 maggio 2025

ALTRO CHE PRIGIONIERE

 

Nel precedente articolo di quesrto blog rifacendomi al titolo dello stesso blog "la passeggiata delle cattive" avevo parlato di un luogo reale, concreto a Palermo dove le donne passeggiavano prigioniere (in latino captivae) di un qualcosa come il dolore della vedovanza costringendole ad una riservatezza e isolamento che tale luogo appunto suggeriva , in questo articolo, per paradosso mi piace parlare invece di donne libere,  liberissime, disponibili ad un sentimento del tutto opposto al dolore, e cioe' l'amore,  amore, che io come il protagonista di un famoso film di Francois  Truffaut e prima ancora di film una sceneggiatura in forma di romanzo, scritta dallo stesso Truffaut  "L'uomo che amava le donne", ho sempre  riservato o perlomeno cercato di espandere a tutte le donne che stimolano il mio desiderio offrire. riprendo appunto l'incipit  di tale desiderio come descritta dall'autore per il suo personaggio :   "per me niente è più bello da guardare di una donna che cammina con il vestito o la gonna ondeggianti al ritmo dei passi. Alcune vanno in fretta verso una meta, forse un appuntamento. Altre, al contrario, passeggiano con aria indolente. Altre  al contrario passeggiano con aria indolente , altre ancora sono così belle viste di spalle, che ritardo il momento di arrivare alla loro altezza per non restare deluso. Per la verità non sono mai deluso perchè quelle belle di dietro e brutte di faccia mi infondono una sensazione di conforto, visto che purtroppo non si possono avere tutte. Sono migliaia, ogni giorno, a camminare per le strade...Ma chi sono tutte queste donne? Dove vanno? A quale appuntamento? Se hanno il cuore libero i loro corpi sono disponibili e mi pare di non avere il diritto di lasciar perdere l’occasione . La verita’ e ‘ una soltanto : loro vogliono cio’ che voglio io... l’amore; tutti vogliono l’amore , ogni specie d’aqmore , quello fisico e quello sentimentale , o piu’ semplicemente la tenerezza  disinteressata di chi ha scelto qualcuno per la vita e non bada piu’ a nessuno. Non e’ il mio caso, io mi interesso a tutte"
Niente male eh!  come presentazione ed d incipit del personaggio e della storia che si va a raccontare dove il protagonista Bertrand Morane cerca di descrivere l'impulso del suo spasmodico desiderio di conquistare il piu' alto numero possibile di donne e questo non per una ragione di semplice collezione ma proprio per essere il piu' aperto possibile verso le posiibilita' che il sentimento dell'amore incarnato in un corpo femminil, e possa avere di esprimere le ragioni stesse dell'essenza umana, insomma per dirla un po' aulica una sorta di "integrale sui cammini" di Feynman che cerca negli infiniti percorsi  di una
equazione matematica sempre una nuova strada sempre diversa, una sorta di "futuro anteriore" in fieri , in verita' ogni possibile conquista si presenta nella sua doppia prospettiva di  storia  che ha il suo fondamento nel passato  ma di tale passato non parla mai, ecco semmai lascia solo intravedere una sorta di vuoto, di iato, un qualcosa di misterioso  che ha segnato la sensibilita', ma che non e' possibile abreagire, ma solo soggiacere al suo impulso e cercare ogni volta di esaurire la sua opportunita' d'essere ."
Morane", come disse una volta un critico della Rivista "Nuovi Argomenti" Marco Cubeddu,  insegue ogni donna non come terra di conquista, ma come forma di adesione ad un amore ogni volta diverso ed ogni volta possibile. Un gioioso sentimento vergato dalla nostalgia, da un passato che impedisce ogni forma di presente e che allontana all’istante ogni pensiero futuro. Anzi il futuro è il momento attuale in cui tutto cambia e in cui l’amore si trasforma in una scoperta successiva, in un brivido imprevisto. Morane non è alla ricerca di una conoscenza ossessiva di più donne, ma delle donne: qui i numeri non contano, non contano e non hanno senso. Quello che Morane insegue è un amore ideale che solo la diversità può realizzare, solo la continua successione di visi, corpi e discorsi può dare forma placando un dolore originario di abbandono e solitudine. Questo diciamo il filosofico un po' psicoanalitico un po' alla fisica quantistica dell'opera sia scritta che filmica di Truffaut, dove torniamo alle confessioni di Morane che hanno la precisa connotazione dello scandire le parti del corpo femminile in primis le gambe così come viene riportato nella locandine del film ed anche nella foderina del libro "le gambe delle donne sono dei compassi che misurano il globo terrestre in tutti i sensi dandogli il suo equilibrio e la sua armonia"  -   qui entro in gioco io, sentendomi chiamare in prima persona
con il mio vissuto e si anche con in miei diversi gusti  e trovando che t
utto, non solo le gambe nelle donne e' misura di tutte le cose, altro che la stronzata di Protagora che l'adduceva all'uomo, macche' uomo!!!! , la donna, e' solo la donna la misura di tutte le cose, aggiungerei pero' di tutte le cose che contano veramente e che pero' non sempre si possono contare ad esempio non solo le gambe , ricordate la canzoncina anni settanta "siamo donne, oltre le gambe c'è di piu'" eccome se c'è di piu' , le cosce, il petto, i capelli e siccome non voglio scendere nell'ovvio, tralascio le attrazioni femminili troppo scontate e mi riferisco ad una particolarita' che io ho cominciato a notare fin da piccolo (diciamo intorno al 1957) : le attaccature. le attaccature di varie parti del corpo femminile , quella delle cosce col busto e va be', quella e' canonica , ma va colta in determinati momenti, per esempio quando una donna si alzava dal sedile di una vettura (stratosferica era quella della 500 con le portiere controvento) ci ho passato l'infanzia con amichetti di
turno a stazionarmi davanti le vetture con femmina ovviamente che posteggiava (Nino che aveva tre anni piu' di me nel 1959 mentre il juke box suonava "Marina, Marina ti voglio al piu' presto sposar" quindi il 1959, Rodolfo che era il fratello di quella che doveva diventare una attrice di una certa notorieta' ed era ligure, ma veniva spesso a via Nicolo' V , pure nello stesso periodo, Giancarlo aspirante play boy che usava tubetti interi di Brylcreem "splendore dei capelli, ti da la personalita', usate sempre quello, ogni donna poi vi seguira'). Stupende poi l'attaccatura braccio busto cioe' le ascelle che pero' con l'uso della depilazione dei peli ha perso molto della sua antica fascinazione: quelle ascelle sudate che ti si paravano innanzi la faccia sugli autobus
con tanto di effluvi (ovviamente la portatrice doveva essere parecchio attraente) erano un qualcosa di ineffabile e ti potevi innamorare li' sullo spazio/tempo di una corsa (spazio affollato-tempo contato ma che conta) - c'è un film di Tinto Brass con Claudia Koll dove lei appunto sale su di un autobus affollato e alza il braccio per reggersi mostrando una meravigliosa ascella
con peli che condensa questa sensazione che le estati di quegli anni sessanta tendeva a ripetersi quotidianamente . in ultimo voglio parlare di una attaccatura che nell'immaginario erotico collettivo nessuno ha mai preso in considerazione quella della attaccatura dei capelli con la fronte (quella della nuca magari qualche film la prese in considerazione, se non ricordo male un film con Jane Fonda giovanissima ) che io ho sempre trovato se non proprio erotica, perlomeno assai sensuale e intrigante.

 

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