domenica 21 aprile 2024

UNA DERIVATA CHIAMATA PAURA

                                                                                                                                                     

 Ci puo essere una derivata  della paura ? La derivata è il tasso di cambiamento di una funzione rispetto a una variabile, vale a dire la misura di quanto la crescita di una funzione cambi al variare del suo argomento. E' grosso modo un esempio di preservare un certo valore, che potra' essere anche variabile, come ad esempio una proiezione, ma pur sempre determinabile e quindi integrabile in qualsivoglia costrutto. Cambiano pero' i valori e quindi il meccanismo non puo' a rigore dirsi perfetto , avra' sempre un margine di imperfezione, sara' quindi sempre un tantino "preservativo imperfetto" . Le proiezioni possono difatti riguardare diversi elementi; con i nostri tempi così correlati a fattori economici, uno dei valori maggiormente impiegato e' stato il denaro, e su questo sono stati fatti vari esperimenti, quasi sempre a beneficio della classe detentrice del potere, ma cosa succede se invece del danaro vengono usate altre proiezioni? ad esempio la radice quadrata di un numero negativo cioè un numero complesso "i" viene usata nel suo meccanismo di mancanza rispetto a tutto un sistema sociale ? Una classica funzione "derivata" La derivata di una funzione è una grandezza puntuale, calcolabile con il calcolo infinitesimale, cioè si calcola punto per punto e che assume il suo etimo in maschile giustappunto in quello che è successo nei mercati finanziari degli ultimi vent'anni lo sviluppo dei DERIVATI :

I derivati sono appunto strumenti finanziari complessi che, per la loro enorme diffusione sui mercati di capitali – consolidatasi nei primi anni dopo il Duemila – hanno finito per acquisire un ruolo di assoluta centralità nell’intera economia globale. Come si evince dal loro stesso etimo, i derivati non sono titoli muniti di un proprio valore intrinseco bensì derivano il loro valore da altri prodotti finanziari ovvero da beni reali alla cui variazione di prezzo essi sono agganciati: il titolo o il bene la cui quotazione imprime il valore al derivato assume il nome di sottostante (in inglese: underlying asset). C'e' da rimarcare come tutto il frasario di questi espedienti di speculazione economica sia di esclusiva pertinenza della lingua anglo sassone, ovvero quella parte di mondo che ha finito per dominare in maniera totale i mercati, il commercio, l'economia e quindi l'intero pianeta costruito a bella posta su tali principi come osservava parecchi anni fa (1942) il filosofo geo/politico Carl
Schmitt in un suo saggetto "Terra e Mare" in cui attribuiva appunto al mondo anglosassone (prima l'isola Inghilterra , poi l'Isola piu' grande l'America) la appartenenza al mondo talassico, senza confini, senza limiti quale appunto si presenta l'elemento marino, la padronanza e di riflesso la piena dominazione di tale elemento iniziata massicciamente con il Regno di Elisabetta detta la Grande nel XVI secolo e in atto ancora oggi giustappunto con il passaggio del testimone agli USA.
In linea astratta, i derivati possono assolvere tanto ad una funzione protettiva (ossia di copertura) da uno specifico rischio di mercato quanto ad una finalità meramente speculativa. Nel concreto, non può negarsi che sui mercati finanziari globali i derivati si siano affermati soprattutto quale mezzo di speculazione. Ogni derivato ha ad oggetto una previsione (o, se si vuole, una scommessa) sull’andamento futuro di un particolare indice di prezzo, come ad esempio quotazioni di titoli, tassi d’interesse, tassi di cambio tra valute diverse, prezzi di merci o di materie prime, ecc. Una delle caratteristiche peculiari del derivato è quella di essere uno strumento finanziario acquistabile sui mercati da un numero indefinito di scommettitori che non vantano alcun rapporto diretto col titolo (o col bene) sottostante o che, in altre parole, non sono direttamente coinvolti nell’operazione finanziaria dal cui andamento il prodotto derivato trae il suo valore. E’ un po’ come se a mille persone fosse concesso di accendere una polizza assicurativa scommettendo sulla possibilità che un medesimo bene reale, di cui essi non sono titolari, vada in deperimento (per furto, incendio, ecc.). Pertanto, nella pratica finanziaria è permesso a chiunque di comprare un derivato il cui valore è collegato al rischio di solvibilità di un altro soggetto (come il titolare di un prestito).In quest’ultimo caso, gli acquirenti di un derivato scelgono di scommettere sulla capacità del debitore di onorare quel determinato prestito. La conseguenza è che, se l’operazione sottostante va male per gli scommettitori, l’effetto di leva del derivato moltiplica il rischio finanziario fino a fargli assumere una portata sistemica, come in effetti sta accadendo nel corso della grande crisi che stiamo vivendo. Nel corso di questo millennio, i soggetti protagonisti della finanza internazionale sono riusciti, tramite i derivati, a scaricare le conseguenze della crisi sui settori produttivi dell’economia reale (le imprese) e sugli enti pubblici (quindi, in fin dei conti, sulla stessa collettività). Nei rapporti tra banche e clienti (imprese ed enti pubblici), si è registrata negli ultimi anni un’imponente diffusione di una ben determinata categoria di prodotti derivati, gli swap, quasi sempre presentati come utili strumenti di copertura dai rischi di mercato. Molti problemi però sono sorti in quanto la negoziazione dei prodotti swap venduti ai clienti delle banche è avvenuta per la maggior parte al di fuori dei mercati regolamentati (in inglese: Over The Counter).In sostanza, le banche in numerosi casi hanno venduto ai loro clienti dei prodotti derivati privi degli elementi standard definiti dalle autorità di mercato e con delle caratteristiche molto spesso decise unilateralmente dalle sole banche (ad esempio, negoziando strumenti derivati O.T.C., le banche hanno avuto ampio margine nel definire autonomamente elementi quali il sottostante, il moltiplicatore in euro, le scadenze di negoziazione, il movimento minimo di prezzo, i prezzi di chiusura, i prezzi finali per il regolamento, ecc.). In tale contesto, molti clienti (pubblici e privati), essendo privi della competenza tecnica necessaria per compiere operazioni di tale complessità, hanno inconsapevolmente sottoscritto dei derivati dannosi per il proprio equilibrio finanziario e in cui non si è riscontrata la giusta corrispondenza tra la struttura del prodotto e le finalità che con esso ci si era prefissati di perseguire Nel mondo finanziario esistono diverse tipologie di derivati: Swap, Options, Futures, Forwards e altri ancora, ciascuno dei quali presenta una sua peculiarità e comprende a sua volta dei suoi sottoinsiemi :

- INTEREST RATE SWAP (IRS) E’ una delle forme più diffuse di derivato finanziario. Nel suo caso, l’elemento sottostante è costituito dall’andamento dell’indice di un tasso di interesse. Le due parti (la banca ed il cliente) si obbligano ad effettuare dei reciproci pagamenti, secondo un piano di scadenze concordate, sulla base di un differenziale tra due tassi di interesse diversi (di solito uno fisso ed uno variabile) entrambi applicati ad un determinato capitale nozionale di riferimento.In linea teorica, una impresa può essere interessata a stipulare un contratto IRS per contrastare o eliminare l’incertezza legata ad un debito contratto a tassi variabili, specie in un contesto previsionale di ipotetico rialzo dei tassi: in tal caso, il prodotto dovrebbe assolvere alla cosiddetta funzione di copertura. Spesso però nella pratica si è riscontrato che le banche abbiano venduto dei prodotti IRS di scarsa o di nessuna utilità per il cliente (impresa o ente pubblico).Ad esempio, nel recente periodo triennale di tendenza al ribasso dei tassi, molti clienti sono stati paradossalmente penalizzati dal fatto di avere negoziato un IRS che, nonostante il fine dichiarato fosse quello di proteggerli da un rischio di rialzo dei tassi, li ha infine costretti a pagare alle banche dei cospicui differenziali tra il tasso fisso imposto dalla controparte e il tasso effettivo vigente al momento della scadenza (o delle scadenze) dei singoli flussi.
- COMMODITY SWAP Il commodity swap è un derivato collegato al prezzo di una merce o materia prima. Le due parti (la banca e il cliente) si accordano per scambiarsi tra loro un prezzo fisso concordato contro un prezzo variabile, da determinarsi sulla base di parametri collegati al costo futuro della merce o materia prima sottostante. Durante l’efficacia del contratto ed alla fine di ogni periodo di riferimento, si possono presentare due distinte situazioni: il prezzo variabile è più alto del prezzo fisso: la controparte pagatrice del prezzo variabile corrisponderà il differenziale, se positivo, tra prezzo variabile e prezzo fisso moltiplicato per la quantità per il periodo di riferimento.il prezzo variabile è più basso del prezzo fisso: la controparte pagatrice del prezzo fisso corrisponderà il differenziale, se positivo, tra prezzo fisso e prezzo variabile moltiplicato per la quantità per il periodo di riferimento.La funzione del commodity swap dovrebbe essere quella di garantire il cliente dal rischio di oscillazione del prezzo di un determinato bene. Detto prodotto può essere funzionale sia a chi agisce su un mercato con funzione di venditore (ad esempio, un produttore di un bene alimentare) e voglia garantirsi dal rischio di eccessivo ribasso del prezzo di una merce e sia a chi agisce come importatore/acquirente di una determinata materia prima (ad esempio, petrolio, rame, ecc.) e voglia tutelarsi dal rischio di eccessivo rialzo del prezzo della stessa commodity.
- CREDIT DEFAULT SWAP l Credit Default Swap è una sorta di polizza assicurativa emessa a copertura del rischio di insolvenza creditizia. Questo il suo schema-base: un venditore di protezione (protection seller) interviene in un rapporto pre-esistente tra un compratore di protezione (protection buyer) ed un terzo soggetto debitore del secondo (ad esempio, l’emittente di una obbligazione). Il compratore di protezione, per evitare di sobbarcarsi (totalmente o solo parzialmente) il rischio di insolvenza del terzo soggetto (definito reference entity) preferisce cedere una quota del rendimento del suo credito (ossia, di solito, una quota dei suoi interessi attivi) a favore del protection seller: quest’ultimo, in cambio di tale beneficio, si impegna ad accollarsi tutta o una parte dell’eventuale perdita che il compratore di protezione dovesse subire in caso di insolvenza del terzo soggetto (reference entity). Di recente, i CDS sono stati emessi in copiosissima quantità in relazione ai titoli del debito pubblico sovrano dei Paesi dell’area-Euro, contribuendo in misura decisiva all’ampliamento dello spread di rendimento tra i titoli dei Paesi relativamente più forti (come la Germania) e quelli dei Paesi più deboli (come la Grecia). E' Proprio questo il meccanismo che ha consentito alla Germania di far fuori prima la arretrata economia della consorella Germania dell'est, poi della Grecia e ora dell'Italia e in ulteriore proiezione, di tutti quei Paese europei economicamente più deboli (dopo Italia e Grecia : Spagna e Portogallo ) secondo il ben noto principio del "tutti possono arricchire tranne i poveri". Il mio timore qual'è ? che ad un certo punto a determinate persone (non chiedetemi chi: lo ignoro! io al momento li chiamo ancora Spectre ) sia venuto in mente che si poteva condizionare le masse non con il danaro ma con la salute di intere popolazioni, ovvero far leva su una derivata particolare : LA PAURA : la cosa aveva funzionato per quasi caso nei tempi addietro, la derivata della paura indotta su decine di milioni di persone aveva portato innegabili cambiamenti riferibili alla pandemia del 1347/48 e un po' a tutte quelle successive : quella degli anni trenta del XVII secolo subito dopo la guerra dei Trent'anni, quella ricorrenti del secolo successivo per istituzionalizzare la cosidetta rivoluzione industriale e così nell'ottocento e anche dopo la Grande Guerra del 1914-18 : a che pro?" giustappunto per favorire l'ascesa di quella eta' dei "mercanti" profetizzata da Esiodo e da un po' tutte le antiche tradizioni del pianeta, fino magari alla recentissima, anzi ancora vigente pseudo pandemia di Coronavirus, che potremmo essere semplicemente sull'epilogo di quella stessa classe che si e' cominciata ad affermata secoli fa, secondo i principi individuati da Schmitt (potenze di mare contro potenze di terra) che va
trasformandosi in una ulteriore classificazione: quella dei "Servi" ovvero il passaggio nell'ambito di un mondo concepito come un'unica grande bottega. Una risposta chiara non me la sento di darla, ma certo questa nostra quotidianità che va scivolando ogni giorno di più verso l'Orwelliano Grande Fratello, mi induce a prendere in serissima considerazione l'ipotesi che tutto questo non
abbisogni neppure di una realtà, ma solo di una sua proiezione, una mancanza che può anche essere intesa come scommessa "vuoi vedere che senza neppure una vittima in più rispetto agli anni precedenti, ti induco lo stesso effetto derivato delle grandi pandemie del passato????" impossibile!" risponderebbe la stragrande maggioranza delle persone, forse anche quelle più raffinate, " piu' che possibile invece! tu sottovaluti lo straordinario potere della più nociva delle emozioni : LA PAURA! e' lei che fa da collante, ed e' lei la derivata piu' pericolosa, non di contorte leggi economiche, ma della stessa essenza umana

martedì 9 aprile 2024

LA RIVOLUZIONE FRANCESE E LA MASSONERIA

 

Di certo non lo leggeremo mai nei libri di scuola e neppure nelle pagine dei piu’ accreditati studiosi della Rivoluzione Francese, tutti piu’ o meno osannanti del grande evento e sempre piuttosti concordi nell’indicarla come il piu’ straordinario movimento di popolo contro una tirannia, addirittura un qualcosa da prendere a modello per una storiografia della presa di coscienza di grande masse all’insegna del motto Liberte’, Egalite’. Fraternite’ : Slogan  piu’ che famoso, considerato come antesignano e  altamente rappresentativo dello spirito libertario e di giustizia sociale, che però a ben vedere  non e’ affatto uno slogan coevo ai fatti del 1789 e conseguenti, ma risale a piu’ di quarant’anni prima e in ambito di quelle logge massoniche di cui nell’articolo precedente abbiamo cercato di attribuire se non proprio la paternita’ in quella meta’ del XIV secolo con la prima grande pandemia di peste, perlomeno una potente volonta’ di stravolgere il mondo a proprio beneficio e consumo, con l’affinarsi e il moltiplicarsi dell’influenza del denaro e del mercato nella prassi delle relazioni sociali

Conosco una sola robusta  eccezione al generale panegirico sulla Rivoluzione francese fatta da da un eminente studioso: quella di Guglielmo Ferrero,  lo stesso che ha ridimensionato drasticamente l’intervento del giovane generale Napoleone Bonaparte nella prima campagna d’Italia del 1796/97,  e si tratta di 
uno scritto  che perviene alla tesi che le rivoluzioni francesi furono due. La prima, quella del 1789 cercò di coniugare il principio di legittimità monarchico con le nuove aspirazioni di cambiamento sociale, la seconda, che culminò con la rivoluzione giacobina del 2 giugno 1793, si propose di abbattere violentemente la monarchia e di sostituire il principio monarchico con quello repubblicano. Due rivoluzioni di natura diversa, l'una creatrice, l'altra distruttrice si realizzarono contemporaneamente: la prima rivoluzione scrive Ferrero è nata dal movimento intellettuale del secolo XVIII, ovvero l’Illuminismo, la seconda è figlia della Grande Paura, che abbiamo gia’ riscontrato a proposito delle pandemie e che ritroviamo in diversa veste con le rivoluzioni
  La paura, “anima dell’universo vivente”, è un pilastro portante della concezione di Guglielmo Ferrero della natura umana e della dimensione sociale e politica degli uomini e che oggi più che mai a proposito dell'attuale distopia ingenerata dalla farsa di una immotivata pandemia (un vero e proprio terrorismo sanitario)  Muovendo da una paura ancestrale l’uomo pre-logico perviene alla civiltà, una “scuola di coraggio” capace di dominare i terrori esistenziali e collettivi, ma la vittoria della civiltà è precaria perché la paura storica, corposa e tangibile accompagna sottobraccio le vicende degli uomini e in certi momenti, come il 1789, si impadronisce delle folle, delle Corti e dei capipopolo e in quanto passione cieca dirige gli eventi in direzioni imprevedibili e contraddittorie. La paura, “il pazzo terrore”, assurge in Ferrero a funzione di vero motore della Rivoluzione francese: una interpretazione originale dell’Ottantanove, refrattaria a schemi precostituiti e di sorprendente attualità. L’analisi di Ferrero è del tutto estranea a una lunga tradizione politica e accademica di studi soprattutto francesi del primo Novecento, che ha codificato un’idea della rivoluzione in quanto «rivoluzione borghese», che ancora oggi rappresenta l’immagine più o meno consapevolmente condivisa nel sapere comune. Rispetto a tale immagine, il saggio appare come un’incursione indiscreta e dissacrante nel cuore di una chiesa richiusa su se stessa, che evita accuratamente ogni contatto con il mondo esterno, e custodisce gelosamente gli inutili segreti di un magistero isterilito. Ferrero e’ per cosi’ dire l’anima dotta, coerente e spassionata sul racconto della Rivoluzione Francese che ha creato un distorto e falsissimo immaginario collettivo su di essa: noi cercheremo di fare qualche passo avanti, magari rinunciando ad un impianto forse un po’ troppo filosofico, ma preferenziando le cronache dei fatti , cercando di andare oltre il racconto accademico, non disdegnando di ricorrere a fonti e opinioni tra  le  piu’ ardite e controcorrente, forzando conformismo e luoghi comuni, fino al rischio di venire additati con un termine,   che oggi nella grande mobilitazione di mass media di tutti i generi per avallare l’attuale distopia, e’ entrato prepotentemente nel lessico comune. ovviamente con forte accento dispregiativo un moderno "crugifice-crucifige” a rinnovo degli antichi anatemi : COMPLOTTISTA.   Anzitutto c’e’ da dire che per quanto assai lodevole possa essere giudicato il diverso punto di vista  di Ferrero, esso da’ per scontato un primo impulso della Rivoluzione, quello direttamente riconducibile allo spirito
dell’Illuminismo, degno di rispetto ed ammirazione, quando invece anche questo mostra inquietanti correlazioni con quella parte di borghesia emergente sotto il profilo dell’interesse commerciale; un interesse  che ha cominciato a stringersi in sette, denominate Logge riprendendo  un rituale antichissimo risalente addirittura alle consorterie di maestri muratori di piu’ di mille anni prima dell’era cristiana. Va precisato che  il fatto di detenere la conoscenza dei principi della costruzione di antichi templi, ma anche di case, edifici e opere di ingegneria civile, era per quella lontana epoca un qualche cosa di talmente straordinario dal sconfinare col magico e difatti  tale consorterie di tecnici , si erano andate costituendo  in una sorta di classe sacerdotale, depositaria di conoscenze segrete ed esclusivissime . Tali i primi architetti la cui etimologia del termine “architetto”  la dice chiaro sul tipo di tecnica o conoscenza in loro possesso  che viene da due parole  greche : Arche’  = inizio, principio, e Techne’ = conoscenza, abilita’ - quindi “tecnca del principio” come architetto, ma anche muratore, e quindi massone  (Libera Muratoria), ecco farsi luce la figura  del mitico Hiram-Abi, il grande architetto costruttore del tempio di Salomone, la cui
 uccisione da parte di tre allievi invidiosi del suo potere e della sua conoscenza, ricorre ancora oggi come figura allegorica nel rituale massonico. La leggenda vuole che il lavoro  del tempio stava per essere ultimato, ma i suoi diretti sottoposti ancora non avevano appreso del tutto i segreti del maestro Hiram. Tre di questi allievi, di piu’ efferata natura,  decisero di farseli a forza rivelare: si posizionarono alle entrate sud, ovest ed est del tempio e attesero che il maestro costruttore Hiram passasse di li’ allo scoccare delle ore 12, com’era sua consolidata abitudine. Dalla zona est del tempio,  Hiram  si diresse verso sud e fu affrontato dal primo “traditore”. Al suo netto rifiuto di rivelargli i segreti di maestro muratore  il primo degli allievi cospiratori lo colpì con un regolo a piombo sulla tempia destra e lo fece prostrare sul ginocchio sinistro. Barcollando Hiram raggiunse la porta ovest e si imbattè nel secondo “ammutinato” che gli rivolse la stessa richiesta ; alla negativa risposta di Hiram questi lo colpì con una livella alla tempia sinistra facendolo cadere sul ginocchio destro. Hiram si diresse quindi verso est, e qui trovò il terzo furfante che gli rinnovo’ la domanda avendone un ulteriore rifiuto, a seguito del quale  lo colpì sul volto  con un maglietto. Così morì Hiram Abif, maestro massone  e costruttore del Tempio di Salomone. In quel momento i tre ribaldi si resero conto di quello che avevano fatto e, dopo aver seppellito alla meglio Hiram, si diedero alla macchia. Salomone mandò i restanti compagni d’arte alla ricerca del maestro dividendoli in tre gruppetti; uno tornò senza aver trovato niente, un altro trovò il corpo seppellito, il terzo s’imbattè negli scellerati assassini, che ovviamente furono puniti con la morte, ma i segreti andarono perduti. Così  per colpa di tre individui che stanno a simboleggiare, di volta in volta, la corruzione, l’ambizione, l’ignoranza, l’architetto “ colui che deteneva  la “tecnica del principio” ha portato nella tomba i suoi segreti ed ecco perchè per riaccendere lo spirito di  tali segreti, l’architetto dovra’ essere un uomo di mestiere e di lavoro pratico (muratore) ma nel contempo essere uomo di intelletto e di studio (di antiche lettere), cosi’  come il famoso architetto Adolph Loos, tra i padri riconosciuti della Architettura moderna, decreto’ in una sua  suo famosa frase “l’architetto e’ un muratore che ha studiato latino” Tutta la simbologia della uccisione di Hiram e’ stata ripresa e adottata dalle Logge massoniche inglesi e di tutto il mondo:  le direzioni del cammino di Hiram attraverso il Tempio, con i relativi ferimenti, la  tempia destra, il ginocchio sinistro, il regolo, la  livella, il maglietto, così come gli stessi simboli grafici, del compasso,  della squadra, dell’occhio, della stella a sei punte che fanno parte intrinseca dell’immagine della Massoneria, e   financo  l’ora di mezzogiorno rientra nel rituale massonico, difatti ancora adesso tanti lavori massonici iniziano a mezzogiorno, e  anche la cerimonia d’insediamento dei Presidenti degli Stati Uniti avviene a mezzogiorno. Prendere tutto l’armamentario di una così antica consorteria, il rituale, i simboli grafici, spaziali, financo temporali costituisce difatti una sorta di patente di credibilita’ per una classe in veloce emergenza quale quella borghesia del XVIII secolo che cominciava a sentirsi “Illuminata” e in quanto tale confortata appunto da una corrente filosofica che si rifaceva ai lumi della ragione : l’illuminismo. Ecco una delle prime Logge  massoniche sorte al di fuori dell’Inghilterra a Ginevra con gli auspici di Rousseau  divento’ il Centro del movimento rivoluzionario francese teso a rovesciare la monarchia e far trionfare gli ideali della borghesia commerciale cui non pochi esponenti di spicco si annoveravano anche tra eminenti aristocratici, primo fra tutti il famoso Filippo d’Orleans, futuro Re di Francia nel 1830, ma che all’epoca comincio’ ad essere apostrofato come “Philippe Egalite’ , proprio per la sua entusiastica adesione ai principi rivoluzionari, era anche  il Gran Maestro della Massoneria francese  e sembra che in quel luglio del 1789 fu proprio nella sua villa vicino Parigi che fu interamente progettata la Presa della Bastiglia
In proposito di tale epocale evento non vi prese parte  neppure un popolano, ma erano tutti rispettabili borghesi  che si erano suddivisi in 5 manipoli tutti capitanati da esponenti della Massoneria di graado medio alto, di cui addirittura e’ stato tramandato il nome : Santerre, Palloy, Fournier, Coconnier,  Marie, guardacaso ognuno a capo  di una Loggia. In quanto poi ai famosi prigionieri politici racchiusi nella Fortezza, ne furono trovati solo sette di cui per solo uno si poteva addurgli un qualche precedente di sovversione politica, altri quattro erano detenuti comuni e due degli squilibrati. Tutti, poi tutti i principali protagonisti della Rivoluzione, Marat, Danton, Robespierre, Sain Just erano confratelli massoni, così come massoni erano coloro che li fecero cadere in particolare quel Paul Barras che fu materialmente colui che pose fine al “Terrore” e colui che si invento’ la figura di Napoleone Buonaparte come sorta di normalizzazione in veste autoritaria del fenomeno rivoluzionario. Tutto falso, tutto artefatto, tutto rispondente sempre e solo all’interesse di pochi eletti che si avocarono il compito di muovere la storia, soprattutto il racconto che andava facendosi della storia.  Abbiamo trattato in numerosi precedenti articoli le modalita’ di compromesso e assoluta falsita’ con la quale fu fatto passare per genio militare un mediocre ufficialetto di artiglieria, che altro merito non aveva per assurgere al comando dell’armata d’Italia, di aver sposato la ingombrante amante di Barras, portandosi poi nella seguente campagna contro l’Austria in maniera a dir poco contraddittoria, quando non addirittura fallimentare , costantemente parato nelle sue ingenuita’ militari dai suoi molto piu’ esperti generali sottoposti Massena, Augereau e Serurier. Comunque sia anche Napoleone fu cooptato nella confraternita massone,  anche se bisogna riconoscere che ad un certo punto l’ambizione e anche la vanagloria personale,  ne fecero un elemento alquanto riottoso e poco affidabile; fu proprio in quel momento, quando imbaldanzito da alcune battaglie vittoriose, oggettivamente notevoli come Austerliz, Jena, Friedland, Ulm, prese  a fare di testa sua, e le cose cominciarono ad andare per tutt’altro verso : gia’ la battaglia di Eylau contro i Russi  nel gennaio 1807 che era stata vinta solo perche’ i francesi erano rimasti piu’ a lungo nel campo di battaglia, ma a prezzo di perdite spaventose , aveva mostrato al mondo intero che Napoleone era tutt’altro che invincibile, e di li’ a poco lo si vide nella lunga campagna di  Spagna, in un’altra battaglia carneficina come Wagram, una vittoria di Pirro,  che rappresento’ però il culmine dell’astro napoleonico;  difatti di poi ci fu la terribile campagna di Russia dove tutta la pochezza del cosidetto genio di Napoleone venne drammaticamente allo scoperto e quindi Lipsia, le battaglie ai confini del 1814 e infine il benservito di Waterloo. Oggettivamente Napoleone aveva si aderito alla massoneria, ma come detto non si era di certo mostrato un fratello affidabile:  si era , per così dire,  “montato la testa”  e aveva anche avuto il torto di definire “bottegaia” la vera patria della Massoneria, l’Inghilterra: ecco anche perche’ fu proprio un massone gran Maestro di una delle piu’ antiche Logge del regno, Arthur Wellesley, Duca di Wellintong che lo sconfisse definitivamente a Waterloo;  questo non tanto nei fatti storici  che probabilmente il merito della vittoria a rigore andrebbe piu’ al comandante prussiano Blucher il cui provvidenziale ritorno nelle fasi finali della battaglia con 30.000 soldati determino’ il collasso delle forze francesi (una Marengo all’incontrario, che non ha avuto bisogno della famosa frase di Desaix “una battaglia e’ perduta c’e’ il tempo di vincerne un’altra”) o anche al generale austriaco Radetzsky capo di Stato maggiore dell’intera coalizione alleata, che con il suo brillante piano aveva sbaragliato Napoleone a Lipsia due anni prima  e che ora ne ricalcava le disposizioni strategico/logistiche.    
Il punto e’ capire che sia la Rivoluzione che la sua propaggine pilotata del Cesarismo napoleonico degli inizi  costuivano uno  specchietto delle allodole per  mascherare l’odio inveterato della massoneria per la monarchia francese. Difatti quella borghesia “illuminata” che andava riconoscendosi nella Logge Massoniche , traeva molto del suo prestigio e lignaggio oltre che dal rituale di Libera muratoria del periodo precristiano,  anche da una della piu’ misteriose sette segrete del medioevo L’Ordine dei templari che giustappunto  il Re francese Filippo il bello soppresse cruentemente ai primi del XIV secolo, fino a far  bruciare sul rogo l’ultimo grande Maestro dell’Ordine dei templari Jacques De Molay il 18 marzo del 1314 
Al momento di salire sul rogo, Jacques de Molay, lancio una terribile maledizione: "Coloro che ci hanno condannato ingiustamente, saranno molto presto convocati davanti al Tribunale divino, e che la casa di Francia sia maledetta fino alla tredicesima generazione” Quattrocento ottantanove anni dopo nella stessa citta’ la ghihliottina si abbassa sul collo di Luigi XVI ed il boia Samson , manco a dirlo anche lui massone, nel mostrare la testa mozzata del re alla folla pare abbia pronunciato “Jacques de Molay sei vendicato!”  

BOTTEGUCCIA E BOTTEGONA

Detesto sommamente gli inglesi per il loro storico, direi atavico, spirito bottegaio: la accentuata commercializzazione di tutto, che prese piede con il regno della regina Elisabetta nel XVI secolo, ha rappresentato la eclatante affermazione del principio mercantile che si era affacciato prepotentemente in Europa intorno alla meta’ del ‘trecento, previo il pretesto di una piu’ o meno gonfiata pandemia. Dopo Elisabetta che aveva diffuso la prassi di rendere tutto commerciabile, il
censo, gli onori, il merito, senza andare tanto per il sottile sulle prerogative di tale merito, financo l’essere nobile era diventato una questione di mercato, questo fu il principio  entusiasticamente accettato e  sviluppato dalle prime logge Massoniche e strettamente correlato alla cosidetta rivoluzione industriale che si diffuse grosso modo nello stesso periodo (prima meta’ del XVIII secolo). Nazione bottegaia per eccellenza  come la definì abbastanza correttamente Napoleone, l’Inghilterra perpetuo’ tale sue intrinseca
tendenza piu’ o meno fomentata dalla Massoneria, adattandola a grandi sovvertimenti sociali 
tipo la cosidetta Guerra di indipendenza delle Colonie americane o soprattutto la Rivoluzione sociale e politica per eccellenza, quella Francese, che solo apparentemente potrebbero sembrare fenomeni antitetici alla sua logica e formazione bottegaia. Entrambi questi due sconvolgimenti sociali furono letteralmente guidati e pilotati dall’Inghilterra previo i suoi affiliati massoni (Massoni erano tutti i protagonisti della rivolta americana Washintong, La Fajette e paradossalmente tutti i piu’ rilevanti comandanti dell’esercito di occupazione inglese, così come framassoni erano i protagonisti della Rivoluzione francese, dal trait d’union di quello stesso Marchese de La Fajette  che aveva partecipato alla guerra d’indipendenza americana, a Marat, Danton , Robespierre, Sanjust, Barras   e perfino   al  generale Napoleone Buonaparte agli esordi della sua  epica vicenda cioe’ durante la prima campagna d’Italia del 1796/97 dove abbiamo avuto modo di spiegare al dettaglio in vari articoli anche su questo stesso Blog, il grado di farsa e di “recita di una parte” abilmente orchestrata dal Direttorio e dal beneplacito dei generali subalterni Massena , Augereau e Serurier, di tutte le sue millantate vittorie da Dego, Cairo Montenotte,  a Ceva, al ponte di Lodi ad Arcole e a Rivoli (con il colpo di stato del 18 brumaio Napoleone cambio’ decisamente casacca, divenendo probabilmente il primo delle bestie nere del sistema bottegaio tipo Benito Mussolini,  Lawrence d’Arabia, Adolph Hitler, John Kennedy, Donald Trump, Vladimir Putin, ma questa e’ un’altra storia). Massimo disprezzo dunque per questi proto bottegai, non dico ante litteram, ma quasi,  che in nome del dio denaro hanno sacrificato tutto : dignita’ onore, signorilita’ e persino blasone di aristocraticita’; c’è da dire pero’ che analizzando la storia della Gran Bretagna, la “perfida albione” come l’hanno definita molti di quei personaggi citati in precedenza come bestie nere dello spirito bottegaio, ha tutto sommato una storia di affinita’ con l’Europa, sia pure nell’alterita’ strutturale come descritta nei suoi elementi distintivi e di opposizione di Terra (tradizione, stabilita’, appartenenza, limite, confini,  ) e Mare ( liquidita’, commercio, progressismo in funzione dell’interesse economico, etc.) dal piu’ grande dei filosofi di geo-politica Carl Schmitt (appunto il saggetto “Terra e  Mare” del 1942, ma anche  “Sul Leviatano” , “Il Nomos della terra” e molti altri ), gli Stati Uniti no, anzi hanno nei riguardi dell’Europa un ancestrale conflitto di frustrazione e tutto sommato latente invidia  tipo quella di un figlio rifiutato che ha poi fatto fortuna e cerca piu’ o meno di rivalersi delle angherie e sostanzialmente del rifiuto subito come persona e come individuo. Come osservano Giorgio Locchi e Alain De Benoist nel loro pregevole saggio “Il male Americano”gli americani  o meglio gli Stati Uniti d’America
 nella loro ossessiva enfasi di atteggiarsi a  pionieri, a gente animata da un coraggio prometeico, che era stata capace di voltare le spalle al loro passato per sfuggire ad un destino di miseria e subordinazione, avevano preferenziato uno solo degli aspetti che l’Europa nelle sue numerose componenti aveva espresso, quello del denaro, del commercio, della compravendita anche di valori e di questo aspetto  avevano fatto l’unico elemento della loro rivalsa. Rivalsa che quindi aveva subito assunto  un carattere di netto rifiuto di tutto il resto, cultura, tradizione, giustappunto valori e ideali di un Europa della quale appunto non riconoscevano altro che l’elemento economico e su questo avevano costruito quel  loro bilioso spirito di riscatto. Questo assunto di “rifiuto” della storia e della tradizione dell’Europa e’ quindi una sorta di postulato  da cui derivano  come piu’ o meno impliciti corollari  tutte le componenti  dello spirito degli Stati uniti, che quindi se da una parte rappresentano quel passaggio del testimone dello spirito bottegaio anglosassone, dall’altra ne accentuano gli elementi di negativita’ e di incultura, che tradizionalmente hanno caratterizzato e caratterizzano tuttora l’america . Da questa frustrazione originaria con annesse e connesse invidia e rivalsa, non se ne esce, ne’ a destra, ne’ a sinistra, ne’ a nord ne’ a sud, ne’ ad est ne’ ad ovest  e gli americani rappresentano nella storia del mondo addirittura il deteriorarsi di quello spirito bottegaio di stampo anglosassone che con i suoi elementi di rottura di ogni limite , di ogni confine,  propri dell’elemento talassico e non di terra aveva avvelenato con il supporto di un freddo tecnicismo,  il mondo  della tradizione e della possibilita’ di addivenire ad una razionalizzazione degli elementi di  iato del precedente sistema sociale (per intenderci quel mondo di guerrieri e dell’argento  contemplato da Esiodo e un po’ da tutte le antiche  culture,  e precedente all’affermarsi dell’eta’ dei mercanti o del bronzo, prima tramite una pandemia (1348) poi con lo scegliere l’inghilterra di Elisabetta I  l’elemento mare ed infine con la Rivoluzione Industriale e la coeva istituzione della Massoneria per scardinare sistematicamente tutti i residui principi della antico ordine sociale (rivoluzioni, guerre, carestie  ulteriori pestilenze piu’ o meno pilotate )
Carl Schmitt cita nel suo saggetto “Terra mare” lo studio del 1904 di un ammiraglio americano certo Mahan  che parlava degli USA come di “isola maggiore” , in grado cioe’ di subentrare alla Gran Bretagna  nel dominio del mare e attraverso il mare  pervenire al dominio del mondo intero. Oltre a Schmitt  sempre la coppia Locchi –De Benoist  arriva nel loro citato saggio a citare  uno storico a me particolarmente caro, Guglielmo Ferrero, in quanto disvelatore della enorme farsa correlata ad un personaggio come Napoleone Bonaparte (recita di una parte) ed anche alla sostanziale falsita’ del fenomeno Rivoluzione Francese, il quale  distingueva  due tipi di civilta’ : quelle qualitative e quelle quantitative . le prime  subordinano il materiale allo spirituale  e quindi giudicano fatti, uomini , la stessa storia in termini di qualita’, di distinzione, le seconde invece che strombazzano  idee di eguaglianza, progresso, democrazia, giudicano in termini di quantita’ (se vige una sostanziale
eguaglianza nessun uomo  ha intrinsecamente piu’ qualita’ di un altro), ebbene per Ferrero
  che si occupo’ approfonditamente  della civilta’ americana, l’ascesa degli Stati Uniti corrisponde a quel passaggio dal qualitatitivo al quantitativo indotto dal Protestantesimo (Elisabetta era la figlia del Re Enrico VIII e di Anna Bolena) e quindi dall’affermarsi dello spirito bottegaio anglosassone  e in rapida successione della Massoneria, della Rivoluzione industriale e di tutte le guerre, sommosse, rivoluzioni e quant’altro dei nostri ultimi secoli di storia. La successiva e sistematica affermazione degli Stati Uniti e del loro “american way life”  sia come passaggio di testimone dello stesso spirito bottegaio, sia come “isola piu’ grande”  per lo sviluppo dell’elemento talassico, mellifluo, senza limiti e confini tipico appunto dell’elemento mare  ha trasformato tutto cio’ che era vivo, organico in un qualcosa di meccanico , inorganico, tipico di quella affermazione del mondo della macchina che si e’ imposta nel mondo , valgono in sostanza  le considerazioni conclusive di  Locchi e De Benoist “Coloro che hanno fatto l’america  erano nel complesso degli europei  frustrati, insoddisfatti e pieni di invidia rancorosa, che giustappunto si esprime ancor oggi in forme di vera e propria psicopatologia, tipo l’ossessione di rivendicazione e di dominio proprio nei riguardi di quella grande madre che ha operato il rifiuto nei loro confronti e ritorna anche attenendoci alla pura accezione psicoanalitica,  quella scena primordiale dell’uccisione del padre  da parte dell’orda dei figli maschi estromessi dal potere e anche dall’accoppiamento con le donne che Freud utilizzo’ per descrivere l’origine della societa’. Materno e paterno inibiti, proibiti, così come tutti i temi del riscatto delle rivendicazioni un po’ alla  “brutto anatroccolo”  tornano ossessivamente nella cultura americana appunto come segni di ferite non mai sanate, come recupero impossibile  che può  essere raggiunto solo parzialmente  in forza di un atto violento, e sfruttando uno solo degli elementi della grande tradizione europea, quello piu’ deteriore e che solo una delle nazioni europea utilizzo’ fino alle estreme possibilita’  : il denaro e il mercato, laddove i tempi odierni hanno permesso di aggiungere alla meccanizzazione della rivoluzione industriale, il tecnicismo esasperato del post progressismo e la digitalizzazione generalizzata di ogni espressivita’ umana.
Oggi che il post progressismo, l'esasperata tecnologia, il turbo capitalismo, il globalismo e il progressismo ad ogni costo  hanno mostrato il loro vero disumano volto, viene seriamente da chiedersi se dietro tutte le imposture e mercificazioni messe in atto dagli Stati Uniti d'America, non ci sia affatto il cigno del brutto anatroccolo, ma solo e piuttosto uno spirito di rivalsa  che non e' mai riuscito ad abreagire le cause della sua frustrazione  

 

venerdì 5 aprile 2024

LA BELLA E LE BESTIE

 

La bella e le bestie -  questo articolo rappresenta al femminile (non a caso sul blog “Lapasseggiatadelle cattive “) il contraltare di quello su Trump e la sua possibile rielezione dove come abbiamo avuto modo di ritenere, andrebbe a a porsi come speranza di un diverso integrale  per un nuovo mondo, pero’ sul sequel di quello di Putin, che nei quattro anni di sua assenza dalla Presidenza degli USA  ne ha preso il primo posto nelle aspettative delle persone non lobotomizzate dalla propaganda del globalismo e della mentalita’ bottegaia   Era stato infatti osservato che a cambiare tutto era stata la pandemia che aveva accelerato i tempi dello schiacciamento delle personalita’ del mondo intero  forse proprio grazie alla parziale uscita di scena di Trump nel novembre del 2020 . Unica eccezione giustappunto la Russia di Putin che sempre piu’ si era differenziata dall’andamento generalizzato dell’intero pianeta letteralmente annichilito dalle farse e dai raggiri messi in atto da un potere economico finanziario che si era letteralmente coniugato con il terrore mediatico del potere finanziario con praticamente la totale genuflessione dell’intero corpo di quella  che un tempo era l’opposizione,  cosidetta di sinistra e che oramai si era identificata con il più melenso buonismo, il cosidetto “politically correct” l’ipocrisia piu’ marchiana per cercare di celare il proprio servilismo. A parte gli atteggiamenti istrioneschi e  quell’essere sempre “in scena” difatti Trump aveva dato ampia dimostrazione  di  carattere e efficacia : anzitutto in tutto il suo mandato neppure una guerra, poi situazione economica in crescita, strategie industriali e gestionali corrette, efficacia un po’ dappertutto, insomma quel che si dice “un buon Governo” alla faccia del premio nobel per la pace
Barak Obama che nei suoi due mandati aveva collezionato guerre in ogni angolo del mondo, operazioni di pulizia etnica piu’ o meno giustificate dalla dizione di “stati canaglia”, crisi economiche una dopo l’altra, prevaricazioni del fattore finanziario e speculazioni ovunque, ora pero’ e in concomitanza con il farsi piu’ stretta la vessazione del terrore mediatico del Corona Virus (gennaio 2021), la figura di Trump era decisamente in rimessa in quanto allontanato dalla Presidenza degli USA con l’inganno e le manipolazioni elettorali, per cui il mondo, diciamo così dei “giusti”, andava alla ricerca di un nuovo campione, che veniva ben presto trovato in Vladimir Putin il presidente della Russia, lo stato che gli Usa, la Nato e l’Europa della UE
 andavano sempre piu’ considerando l’emblema stesso dei cosi ‘ detti  (da loro ) “Stati Canaglia”. L’anno di svolta e’ il 2022 in primis per lo scoppio della guerra  tra Russia e Ucraina che Putin non era piu’ stato in grado di procrastinare, stante la crescente arroganza del potere finanziario anglosassone e statunitense (gli antichi e piu’ recenti bottegai)  che tramite il suo burattino del presidente vegliardo e demente,  aveva portato all’esasperazione, in seconda istanza per l’affievolirsi della pressione del terrore mediatico di stampo sanitario che per qualche motivo piu’ o meno oscuro non era riuscito a portare alle estreme conclusioni distopiche alla Orwell e alla Huxley che i suoi piu’ palesi sostenitori, Schwab, Rotschild, Gates, Soros, avallati da politici,  media, giornalismo, informazione e mezzi di comunicazione,  falsi esperti, falsissima scienza,  perfino spot pubblicitari e slogan di  industrie commerciali  tipo la Coca Cola, avevano portato avanti . Con la seconda meta’ del 2022 la grande paura e  lo spauracchio del “coronavirus” cominciano a mostrare il loro vero volto di ridicola farsa  e di  infame macchinazione di potenti piu’ o meno conosciuti ed ecco che quel mondo che forse con troppo semplicismo, piu’ di uno dei sopracitati soggetti, ma non sono  mancati  personaggi molto meno rilevanti, diciamo i soliti cavalier serventi, i burattini,  i zaccaria diavolo di terza categoria, tipo moltissimi politici Macron, Trudeau, il nostro Draghi, persino un altro vegliardo come l’ex Presidente italiano Napolitano,  aveva dichiarato “sepolto per sempre “ e con
ulteriore arroganza “che non tornera’ mai piu’ indietro” ecco che quel mondo e’ tornato di para patta senza alcuna apparnte differenza al mondo ante marzo 2020. Trump rincorre di nuovo per la Presidenza per gli USA e per riproporsi come l’uomo in grado di ricacciare del tutto quel mondo distopico, appunto alla Orwell,
 sia pure un po’ in sottordine rispetto a Putin, e puo’ di nuovo contare sulla sua bellissima moglie Melania che puo’ fornire ulteriori elementi di forza, addirittura maggiori di quelli di 8 anni fa, anche perche’ come abbiamo osservato a proposito di una certa identificazione con la Jacqueline di John Fitzgerald Kennedy, abbiamo finalmente sul consesso internazionale il ritorno della bellezza, della classe del fascino e non quelle squallide imitazioni di femminile che sono le compagne di piu’ di un uomo incaricato del potere oggi , sulle quali insistono persino insistenti voci che mettono persino in dubbio tale femminilita’     

IL MALE VIEN DAL MARE

  Mi sono sempre chiesto se ci sia qualcosa o qualcuno, che possa essere indicato come il  responsabile e anche all'origine dell'att...