mercoledì 1 dicembre 2021

LA PASSEGGIATA DEI CATTIVI ....( E BRUTTISSIMI)


Il defilè di personaggi in questi ultimi tempi  ossessivamente riproposti da tutti i mezzi di comunicazione in quanto  indicati come  artefici più o meno dietro le quinte  dell’attuale  panorama distopico (marzo 2020-novembre 2021) mi ha portato ad una serie di riflessioni  tutte influenzate da una letteratura  che alla distopia  ha fatto espresso riferimento (Orwell, Huxley, Breadbury, Matheson, Dick, etc.) Sto però  parlando dei personaggi e non  della  situazione in generale rappresentata da virus inventati, pestilenza, contagio, progressivo attentato alla libertà tramite coercizioni, tipo coprifuoco, isolamento sociale, obbligo vaccinale,  imposizione di lasciapassare, che ha gia’ semmai contrassegnato abbondantemente  i riferimenti sopra accennati : sono diffatti loro,  le incarnazioni reali, realissime dei personaggi  che diventano oggetto di una analisi che non ha niente di razionale, ma  si fa un qualcosa del tutto emozionale e anzi contraddicendo bellamente il famoso aforisma dello pseudo filosofo Giorgio Hegel   si configura come  puro dominio dell’irrazionale, ovvero “ciò che è reale è irrazionale, cio’ che è irrazionale è reale.  E’ notorio come specie  nella rappresentazione filmica i protagonisti delle storie di orrore, sono stati sempre rappresentati con personaggi orribili, magari facendo larga incetta di pesante trucco e maschere tipo il Frankstein di Boris Karloff, il Dracula di Bela Lugosi,  il Lupo Mannaro di Lon Chaney, fino ad arrivare ai mostri veri e propri le cui caratteristiche di deformità, sono state recuperate forzando la mano  del sequel di fenomeni da baraccone del famoso film Freaks del 1932 di Tod Browning che orrore e realtà li aveva fatti  convivere  all’insegna appunto di quello scollo tra reale e razionale , che quasi sicuro avrebbe fatto infuriare Hegel.
Trattando di personaggi reali ma non razionali quindi il mio è un riferimento che deve tutto alla visibilità e quindi un riferimento filmico  – a monte di tale impressione  lo ammetto sta una considerazione di estetica e di emozione, proprio quella che mi si è innescata alla prima vista di uno di questi grandi  mercanti che stanno alla base dell’attuale sconvolgimento socio esistenziale, che però ha non uno ma una lunga serie di antefatti , una sorta di “il futuro ha un cuore antico” come il titolo del libro di Carlo Levi che parlava della Unione Sovietica, laddove però non c’è alcuna suggestione o rimpianto per il bel tempo che fu,  sempre un po’ melanconico sulle note del valzer lungo il bel Danubio blu o delle tristi pagine di uno Spengler o di un Weil, ma piuttosto un lungo sequel di falsi, recite di quart’ordine, menzogne, imposture e raggiri e il tutto all’insegna della più spudorata mercificazione, dettata dal predominio del fattore denaro e la bieca  salvaguardia dei più sporchi interessi . Il primo di questi personaggi è stato David Rockfeller ,il fondatore dell’impero petrolifero, ma poi  filantropo di comodo e massimo finanziatore dei vaccini ideati sulle imposture di Pasteur, tramite un protocollo fatto sottoscrivere nel 1910  da un sedicente chimico certo Flexner  su ispirazione di un suo fidato collaboratore, che guarda caso era il nonno di Bill Gates. Nato nel 1839 (lo stesso anno in cui da noi in Italia iniziava la canzonetta napoletana  con “Io te vojo bene assaie” di   Donizzetti) Rockfeller primo ha catturato la mia impressione sia per  una serie di foto che per un filmato,
mi pare del 1920, dove appare l’aspetto davvero orribile del personaggio al cui confronto  Karloff o Lugosi sembrano degli angioletti: nessun mostro di Browning tiene il confronto di quel volto mummificato e neppure le foto realizzate alla vera mummia di Tutankamon possono trasmettere quel senso di morte,  di mancanza di qualsiasi entità umana e vitale di un simile figuro. La spaventosa età raggiunta dal personaggio, morì nel 1937 cioè a 98 anni è probabilmente galeotta di tale aspetto terrificante, ma ecco che la si ritrova sputata nel nipote che superò il nonno di ben 4 anni  (1915-2017) Vecchissimi e bruttissimi, che più brutti non si può, sembra questa la peculiarità di tutti questi  accentratori di denaro e potere, dai più indicati come sorta di elitè, ma eletti di cosa e su cosa? Di un mondo fatto di bruttezza appunto, di mercimonio, di inganni e imposture, di pochezza mentale, psicologica e anche sociale. E’ notorio come tutti questi individui oltre alla terrificante bruttezza  abbiano come peculiarità la totale aridità di sentimenti e nessun valore che non sia quello del denaro dell’interesse, il tutto intessuto in una vita  di cui il loro fisico è espressione dove si riscontrano solo  vecchiaia, malattie, infermità, in un’estraneamento assoluto di valori  che non siano quelli del valore di scambio nel Mercato. Il defilè di tali personaggi si fa  convulso di questi tempi, lo ripeto con la concentrazione delle informazioni su di loro:
oltre ai Rockfeller , i Rotschild tanto per attenerci sulle squallide saghe familiari e poi la sardonica figura di un Bill Gates che ricorda in maniera inquietante Freddy Grueger, George Soros orribile e vecchissimo, davvero di un brutto che più brutto è impossibile concepirsi. Che dire di Schwab altro vegliardo orribile che non si vergogna  di mostrarsi  in pubblico in una mise a dir poco agghiacciante ed ancora il dr.Fauci con la sua aria sardonica  molto simile ad un serpente viscido,  superato in questa rassomiglianza con il rettiliano solo dall’Italiano Mario Draghi che si confonde solo grazie a persone altrettanto orribili a vedersi come la stragrande maggioranza dei Ministri del suo Governo, che non vale la pena neppure di nominare.
Insomma sembrano proprio tramontati i tempi in cui l’Imprenditore poteva essere un bel signore come il fondatore della Fiat Giovanni Agnelli spesso rappresentato da giovane  in una splendida immagine di ufficiale di cavalleria e comunque anche da anziano sempre con quel certo aplomb di signorilità e prestanza fisica o il suo omonimo e nipote, addirittura additato come play boy , rivale di Porfirio Rubirosa e comunque anche fino agli ultimi anni della sua vita sempre un gran bel signore: oggi abbiamo i personaggi sopra elencati cui si aggiungono altri che portano all’estremo l’orrore e la bruttezza fisica Henry Kissinger che si è rattrappito come una tartaruga con tutti i suoi 98 anni e che parla di un futuro da godersi in pochi quando si sarà riusciti a  depopolare il mondo fino a portarlo da 7 miliardi a 500 milioni di unità -
Ovviamente lui si considera tra quei pochi con tutti i suoi 98 anni,  come Soros coi suoi 91 anni, Schwab coi suoi 83, Fauci 81 e via dicendo. Tutti vecchi, anzi stravecchi pieni di malattie e acciacchi,   orribili all'aspetto, occhi iniettati di sangue, labbra tirate, fisico che sembrea riflettere tutte le malattie, tutti i disagi.  Ecco questo deflè degli orrori mi fa venire alla memoria un  film che non è stato troppo citato  neppure in questa triste cattività che ha visto tornare in auge  un po’ tutta la letteratura distopica da Orwell a Huxley e le varie produzioni cinematografiche e televisive: sto parlando  di un film piuttosto complesso e a tratti decisamente sibillino , ambientato  in un surreale futuro  in cui il mondo  si è trasformato in uno stato bestiale  dove un gruppo di spietati Sterminatori  uccidono  gli indifesi e macilenti superstiti dell’umanità in nome di un dio crudele e sanguinario denominato Zardoz che si palesa  con un enorme testa fluttuante nel cielo . 
Zardoz è appunto il nome del film e come protagonista vede un superbo Sean Connery ed un cast di tutto rispetto tra cui Charlotte Rampling e Sara Kestelman, Non è però il fatto di questi sterminatori di cui uno di questi è appunto Sean Connery che mi ha colpito per il parallelismo con la situazione attuale quanto il fatto che sempre il nostro protagonista riesce ad introdursi in una sorta di macchina denominata Vortex che immette in un’altra  dimensione, dove vive una ridotta schiera di eletti, isolata dalla realtà in una idilliaca bolla spazio/temporale. E’ una schiera che per alcuni versi richiama la mitica età dell’oro, ovvero poche persone che per mezzo  del massimo ottenibile dal progresso scientifico e tecnologico hanno costruito  un’oasi dove la morte non può toccarli,  e trascorrono una esistenza perenne  dove impera però la noia  e la stracca ripetizione del quotidiano. Per questo più d’uno di tali immortali  cerca di evadere e agogna la morte come massimo desiderio; desiderio però che gli è precluso proprio in virtù di quella immortalità spasmodicamente  perseguita. Una schiera di immortali dunque, si ! ma dove la congerie di immortali  sopravvive in un continuo stato di apatia o peggio, se ha sfidato  il
progresso scientifico  che lo ha portato in tale stato, viene punito  con una aggiunta di anni al corpo condannandolo ad una immortalità di estrema vecchiezza con tutti gli spaventosi disagi di tale stato, malattia acciacchi, aspetto orribile, insomma un po’ proprio i nostri campioni che abbiamo parzialmente passato in rassegna. Nel film sarà il nostro eroico Sean che infrangendo il cristallo (chiamato il tabernacolo , ma che oggi potremmo anche immaginare più compiutamente in un computer ad energia quantica)  che racchiude tutta l’essenza dello stato che tali immortali avevano raggiunto(quel great reset più volte menzionato dai nostri reali e 
irrazionali campioni di sventura - da Schwab, a Soros, a Fauci a Draghi a Colao, etc. - )  distrugge il nefando progresso e riporta la vita  umana alle leggi della natura .  E’ un film del 1974 che tra l’altro non ho mai rivisto, per cui mi sono rimaste solo alcune immagini e quella sensazione di angoscia  relativa alla prospettiva di quella vecchiaia eterna che è ricorrente nella letteratura  di tutti i Paesi( il Faust di Goethe, Dracula il vampiro di Stoker, Il ritratto di Dorian Grey di Wilde , Tutti gli uomini sono mortali  di Simone De Beauvoir ) tuttavia non si tratta della pura invenzione del regista John Boorman, ma risente dell’influsso  di un romanzo di fantascienza del 1956  La città e le stelle (The city and the stars)  di Arthur C. Clarke( più o meno lo stesso periodo di “I am legend” di Matheson) , viene altresì richiamato in maniera diretta Il Mago di OZ di cui viene ripresa la figura del mago che parla con voce contraffatta dietro a una  ispira il titolo stesso, Zardoz, ossia la crasi di The Wizard of Oz ; 
infine che compare direttamente in una sequenza, quella in cui Connery viene introdotto alla lettura. Non solo, tra la vasta gamma di fonti libresche è presente, a detta stessa del regista, anche Dopo molte estati (After Many a Summer) di Aldous Huxley del 1939. A ciò si sommano alcune libere reminescenze classicheggianti, oltre alla testa volante che ricorda parecchio la romana Bocca della verità, anche gli Immortali stessi rimandano a un singolare Olimpo in veste Seventies. In ultimo anche l’algida Regina Antinea (Brigitte Helm) protagonista di L’Atlantide (Die Herrin von Atlantis, 1932) di Georg Wilhelm Pabst (tratto a sua volta dall’omonimo romanzo di Pierre Benoît) è parte della vasta gamma di riferimenti. Infine c’è l’estetica e la scelta dei costumi, che non solo sono indimenticabili, quanto tanto kitsch da essere geniali, ma riescono a regalarci un memorabile Connery/Zed lo Sterminatore con una sorta di mutandone rosso 
e annessa cartucciera incorporata a mo’ di bretelle, nonché stivali di pelle nera alla coscia; tocco finale sono poi una lunga treccia e un paio di baffoni che fanno somigliare l’ex James Bond a Emiliano Zapata

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