Se non fosse stato per la distopia occorsa all'intera umanita' in questo secondo decennio del terzo millennio, occorsa, c'è da precisarlo per dolo e precisa intenzionalita' di pochi magnati, malati di onnipotenza economica, suffragati da sgherri di una certa mentalita' di raccatto e sempre invidiosa in quanto frustrata in merito a denaro e potere (mentalità sinistrorsa a carattere hegeliano/dialettico, ribadita da un mediocre filosofo intorno alla metà del XIX secolo) , credo proprio che mai piu' sarei arrivato a riprendere in mano uno dei saggi che maggiormente hanno segnato la mia conoscenza "Il crollo della mente bicamerale e l'origine della coscienza" per invertirne il titolo e concepire una sorta di ritorno del meccanismo individuato dall'autore Julian Jaynes. E' diffatti proprio il meccanismo di una mente organizzata in un primo tempo auditivamente con prescrizioni di comportamento per adattarsi all'ambiente, catalogate metonomicamente ovvero per trascinamento di significante, come sorta di voci allucinatorie, che venivano attribuite per il loro carattere di comando imperioso, non discutibile (ob-audire) a non meglio precisati Dei, che si pone quanto mai aderenteper attribuire a tali voci e a tutta la peculiarita' di tale tipo di comunicazione, la caratteristica di divinità, che quindi si pone quanto mai rispondente a quel Mito dell'Età dell'Oro, quale riportata nelle antiche tradizioni delle societa' di tutto il mondo (Esiodo, Zoroastro, la cultura indu' il Ramayana coi 4 Yuga, etc. ) Se le voci degli dei della mente bicamerale impartivano disposizioni di comportamento e di ottimale adattamento all'ambiente senza correlarsi a tempi o spazi precisi se non quello circoscritto di possibilità di azione o re-azione, da cui derivava anche l'urgenza e la non messa in discussione della disposizione impartita, ecco che tale paradigma non puo' essere correlato ad una scansione cronologica, come invece lo potra' nel paradigma successivo quello in cui al posto di tali voci si porranno non metonimie ovvero trascinamento di significanti, bensì metafore ovvero condensazione di significati, in particolare una metafora che non è affatto come ancor oggi molti suppongono una peculiarita' insita della mente, denominato "la coscienza", bensì un meccanismo di conoscenza che pone una analogia tra il soggetto e l'ambiente: un analogo non piu' tra due termini di paragone, uno piu' conosciuto e uno meno, bensi' un analogo tra il proprio io , messo in situazione rispetto ad un ambiente ed anche un comportamento, ovvero la tanto decantata "coscienza" che si e' rivelata possibile e in qualche maniera sequenziale, solo in virtu' di una sua stretta derivazione dal linguaggio articolato. Ora secondo l'opinione comune, in ispecie in questa nostra epoca che puo' essere ascritta ai mercanti e quindi al Bronzo, se non addirittura nell'accezione del presente periodo di distopia, all'Eta' del ferro, ovvero dei Servi, tale cambiamento di paradigma conoscitivo, comunicazionale ed anche comportamentale , e cioe' l'apparire della coscienza nel consesso umano, e' stata sempre iper valutata e addirittura vista come inizio della cultura e della storia. Non siamo piu' nell'eta' dell'oro indefinita rispetto allo Spazio/tempo, ma non siamo neppure piu' in quell'eta' intermedia che era quella dei Guerrieri con riferimento all'argento, che si puo' appunto darle una scansione temporale che principia giustappunto con l'affermarsi dell'analogo io e quindi con la coscienza, siamo ad una temporalità che comprende anche il passaggio al Bronzo e che sta racchiusa in tremila anni (le prime formazioni della coscienza, lo spazio/tempo catalogabile, la scrittura il passaggio da una trattazione elencale ed anche emozionale (geroglifici) ai primi scritti di epica, e narrazione intenzionale ma inizio anche della violenza, della forza, della prevaricazione, tutte manifestazioni di cui molti specie ancora nell'eta' dell'argento, molti si lamentano "Perche' gli dei ci hanno abbandonato, perche' non ci parlano piu'?????" geremiade comune a tutte le civilta'. Purtroppo siamo nell'eta' del bronzo quella che vede il predominio dei mercanti, i banchieri, il mondo come enorme bottega, dove sono sacrificati tutti gli antichi valori che un tempo venivano scambiati e rimane un unico valore quello di scambio. Il mondo come mercato, come bottega : e' quello che ha contrassegnato perlomeno gli ultimi settecento anni a partire non a caso da una pandemia (1348) che e' stata preso a pretesto per inaugurare una nuova mentalita' non piu' riposante su antichi valori, sulla tradizione, sulla coralita' delle esperienze (ad esempio espresse dalla Cattedrale, come testimonia Fulcanelli) bensì su una individualita' che ha sempre la sua essenza nella presunzione nell'Ibris della coscienza (l'analogo io che non dismette violenza e prevaricazione, ma lo trasferisce in un qualcosa di ancora piu' esterno da se', quell'unico valore di scambio che ha la sua rappresentazione piu' eclatante nel denaro e quando si apprestera' a passare dal bronzo al ferro acquisira' un vero e proprio cambiamento di indice referenziale sostituendo l'essenza umana con quella della macchina (rivoluzione industriale e tutto il Sociale ingenerato da essa, ovvero Illuminismo, Rivoluzione Francese, Bonapartismo e poi nazionalismi vari e un ricorso sempre piu' diffuso alle guerre, alla menzogna, al raggiro, alla manipolazione della verita'
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