venerdì 17 gennaio 2025

LA ORRIDA PENOMBRA CHE ABBIAMO ATTRAVERSATO

E' finito il "peggior periodo della nostra vita" tristemente personalizzato da questo anziano demente  John  Biden elevato  ad epiteto di una figura tragica, che esprime perfettamente l’intima crudeltà e l'impietoso cinismo della politica neo liberale e globalista  - le situazioni imbarazzanti e tragicomiche in cui  Biden è stato  coinvolto con cadenza quotidiana, in mondovisione, travalicano il concetto di “gaffe” 
trattandosi  infatti di impudiche esibizioni di un anziano, gravemente senescente, con una manifesta condizione di avanzato deperimento mentale, qualcosa che meriterebbe solo la pietà dei suoi cari ( ecco  nonno Biden meriterebbe di trascorrere i suoi ultimi anni con dei cani da compagnia o magari dei nipotini, che, se sufficientemente piccoli, potrebbero trovarsi perfettamente a loro agio nelle sue patetiche esibizioni )... invece no, ce lo siamo trovato quotidianamente spiaggiato in un’atroce rappresentazione di sfaldamento fisico e mentale, che ci rammenta mestamente l’inesorabile trascorrere del tempo,  ma anche il grado di perversione del capitalismo avanzato odierno con la sua prassi di liberismo mescolato al piu’ rigido comunismo (per intenderci di stampo cinese o al limite del leninismo della rivoluzione bolscevica e del regime staliniano). In un’epoca che mostra sempre più apertamente l’essenza del liberismo reale, così come i precedenti trenta anni avevano messo
alle corde il sistema del comunismo reale, 
Biden ha rappresentato  l’esemplificazione piu' cruda del modo in cui il liberismo va a braccetto con il comunismo riassumendo le due cosidette ideologie nel nel melange del consumismo di mercato, laddove emerge la considerazione che questa unica prassi considera la politica : una manipolazione di marionette i cui fili sono tessuti e tenuti fuori scena dagli interessi del capitale e mantenuti in vita con i volenterosi carnefici della sinistra, una sinistra si badi bene oramai piu’ che venduta al dio denaro.  Già, perché il fatto che Biden fosse un fantoccio  era chiaro come il sole da ben prima delle elezioni del 2020  a chiunque avesse gli occhi per vedere Lo sapevano tutti…  si anche quelli del PD e del buonismo sinistrorso, e ovviamente anche lo stuolo sempre disponibile dei servi,  tipo  gli addetti ai mezzi di informazione di massa e a quelle specifiche professioni che potevano trarre enormi vantaggi economici dallo schierarsi senza onore e pudicizia dalla parte dei detentori di denaro e potere. In quell’unica medaglia con le due facce, quella lustrata dei bottegai e mercanti (liberismo)
e quella oscura sempre corrosa dall’invidia e dalla frustrazione dei comunisti e sinistrorsi in genere;  il problema del merito, del valore, della dignita’ ed anche della semplice competenza ed efficacia sono da questi  estremi rappresentanti del  "bottegaismo " della cultura anglosassone e ora americana,  non solo sconosciuti ma addirittura sistematicamente avversati. Per il liberalismo come per il comunismo il problema del merito e della competenza
  non si pone, perché il politico idealmente è semplicemente un prestanome, eventualmente con doti attoriali
attori e consimili come politici 

(da Reagan a Cicciolina, a Grillo a Zelensky esiste anche una brillante tradizione di trasferimenti diretti dallo schermo alla scena politica).
Ecco quindi spiegata la persistenza di biden per interi quattro anni  sulla scena del mondo : un individuo menomato e stolido  messo lì a recitare la parte  de “L’UOMO PIU’ POTENTE DEL MONDO”,  del “ COMANDANTE IN CAPO” dello  impero americano del commercio, del mercato, del denaro. Possiamo dire “Paradosso e basta così “ - senza contro paradosso, che era un po’ la controparte di un mondo vissuto con quella certa alternanza tra  arbitrio e ragione. Un Biden, forse figura un po’ piu’ tragica di altri epigoni di questa perversa prassi di potere nella melanconiadella estrema vecchiezza debilitante, tipo chesso’ il nostro Draghi, un altro figuro per fortuna scomparso dalla scena politica, anche se non ancora da quella economica finanziaria un vile usuraio come ha detto qualcuno degli ultimi esponenti di una politica non
ancora totalmente asservita al danaro, un mediocre ragionierucolo per dirlo con meno acritudine,  scelto come Capo del Governo e una marea di comprimari ognuno con una peculiarita’ fortemente debilitante (la sicumera pretestuosa di un Conte, la ignoranza di un De Maio, la psicopatologia ipocondriaca di uno Speranza, 
 l’inconsistenza di  quello che sono stati i governi di questa nostra povera Italia durante il buio periodo della farsa del virus inventato e della pandemia piu'  una serie di pseudo esperti fin troppo palesemente interessati solo alla mercede di un frequente apparire sui mezzi di comunicazione, a mo’ dell’eterno verso carducciano sul tirar le quattro paghe per il lesso”.
UNA NUOVA ETA' DELL'ORO?
Diciamo quindi che si e' fatta piazza pulita, con la strepitosa vittora e il ritorno di Trump, della punta massima di perversione del sistema capital/comunista, questo perche’ per il liberale così come per il comunista, il servo interessato solo alla mercede, è semplicemente l’ultimo dei problemi, visto che il politico è solo l'ultima rotella di una catena di trasmissione dell'interesse del capitale alla propria moltiplicazione - anzi, se qualcuno dovesse avere delle idee proprie, questo potrebbe rappresentare un grosso  problema: si creerebbe difatti  un attrito nel passaggio dei contenuti dalla sorgente al ricevitore. Il ruolo del politico liberale è idealmente quello di megafono stipendiato dei "desiderata" di chi paga il conto delle elezioni. I
l nocciolo della politica liberale sta infatti nel trovare i finanziamenti, canalizzarli, e garantire che chi paga veda tutelato il proprio investimento. Il resto, elezioni, discussioni, ecc. è vissuto con fastidio, come superfluo folclore. Ed è 
il sonno della ragione genera mostri
precisamente questa cosa che, altri stipendiati dagli stessi datori di lavoro, chiamano sui giornali "liberaldemocrazie occidentali", i 
 cui valori dichiarati ipocritamente eterni, siamo tutti chiamati a difendere costi quel che costi. Finche’ magari qualcuno non esca dal gregge e cominci a pensare con la sua testa, uscendo da quel sonno piu’ che dogmatico, che altro non ha fatto che generare i mostri del nostro quotidiano, impersonati giustappunto dalla melanconica figura di un Biden o dalle poco umane persone dei suoi padroni, i bottegai che da quasi settecento anni a questa parte si sono impadroniti delle leve,  non solo del potere, ma anche dell'essenza stessa dell'umanita' 

 

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