L’argento si addice ai sonnambuli dice un antico adagio e difatti ha una associazione piuttosto marcata con tutto ciò che a fare con la luna, la notte, e quel culto delle dee lunari che attiene alla notte; d’argento e’ anche la pallottola che può uccidere il lupo mannaro, ovvero un altro figlio della notte, magari in una accezione un tantino più truculenta, possiamo anche dire orrorifica: l’argento è ben lungi dall’avere quelle peculiarità di non corruttibilità dell’oro e quindi anche quel riferimento preciso e circostanziato. L’argento se non continuamente pulito annerisce e si deteriora, abbisogna quindi di continua attenzione, proprio come il complesso delle civiltà che cominciando a scrivere la storia con la comparsa dell’analogo io e quindi la messa in situazione di sé stessi, ovvero la coscienza. Si ha storia quando si hanno successi, ma anche insuccessi e vere e proprie cadute; i guerrieri lottano ma non è detto che sempre vincano, entra in gioco il principio del "kairòs",ovvero quello spazio/tempo che i greci antichi denominavano “opportuno” ponendo una equivalenza con la figura dell’arco con frecce e il bersaglio che deve essere colpito, previo un attento calcolo delle numerose componenti che decidono del risultato (forza muscolare e grado di tensione del tirare la corda, temperatura atmosferica e influenza dei venti, tipo di freccia e tipo anche dello stesso arco, etc.)Tutti coloro che si sono prodotti ad una riesamina di questa età dell’argento, contemporanei come colui che ne ha indicato il primo manifestarsi ovvero Omero, e a seguire Erodoto, Tucidide, fino ad arrivare agli storici di professione con più o meno evidenti influenze filosofiche, psicologiche, artistiche, sociali, economiche, ne hanno, con crescente precisione indicato spazi, tempo, località, durata : dall’ancora indefinito spazio tempo dell’Iliade ancora sotto influenza della mente bicamerale (una modalita' di organizzazione cerebrale, scoperta e proposta dallo psichiatra Julian Jaynes (1976) non ricollocabile alla formazione di uno spazio mentale analogale del comportamento quale risulta a tutti gli effetti la tanto decantata "coscienza"), al molto più circostanziato scenario dell’Odissea con l’affievolirsi della potenza delle voci allucinatorie bicamerali, previa moltiplicazione di àuguri, dei che prendono le sembianze di umani, ritualità per avere accesso a indicazioni (tutte cose assolutamente non presenti nell’Iliade dove la comunicazione tra voce allucinatoria e portamento umano era sempre diretta) fino ai dettagliatissimi eventi di grandi battaglie Termopili, Maratona, Salamina, Alessandro Magno e quindi la lunga epopea di Roma, dove il leggendario dei primi Re si precisa in una vera e propria cronaca coi tempi della Repubblica e dell’Impero. Così avviene anche nelle altre grandi culture e civiltà di un passato lontano si, ma non mitico, quella Cinese, quella Indiana, Mongola, delle piu’ diverse etnie, con però una precisazione : andando avanti col tempo il dettaglio, diciamo così storicistico tende a diminuire; forse per quella associazione con l’argento che è un metallo che richiede cura, attenzione per non annerire, ma il dettaglio dei tempi, chessò dei Grandi tragici, delle guerre puniche dei Romani, di Scipione, di Mario e Silla, di Cesare, di Tacito e anche della prime invasioni barbariche viene meno e questa è la più palese manifestazione che si va passando ad una nuova e diversa Era, alle prime affermazioni di un diverso metallo e di una diversa categoria di rappresentanti : il bronzo e i mercanti . Ecco in questo allungato passaggio epocale, tutta la precisione, il dettaglio di tutti gli storici contemporanei agli eventi ma anche successivi tende a diminuire, specie da un punto di vista non specialistico – sapevamo tutto di Augusto e le famiglie romane, di Marc’Aurelio, di Costantino e sua madre Elena, sappiamo molto meno del succedersi delle invasioni barbariche nell’Impero Romano; la stessa data della caduta dell’Impero 476 d.c. è un qualcosa di arbitrario, abbastanza forzatamente attribuita alla deposizione dell’ultimo imperatore Romolo Augustolo da parte di Odoacre, con varie e diverse tesi da parte di studiosi successivi che però attenzione cominciano solo con l’Umanesimo nel ‘300, ovvero con la definitiva messa in ombra di quel Medio Evo anche inteso come periodo di declino e la deteriore attribuzione dell’epiteto di “secoli bui” E' piuttosto noto che tale attributo di "secoli bui" attribuita ai secoli dal V al XIV e' oggetto in tempi recenti di profonda revisione, ma è un qualcosa rimasto allo stadio di addetti ai lavori o tutt'al più a pensatori di estrema destra più reazionaria che conservatrice ovvero come Guenon, Fulcanelli, Evola, Pound, Mircea Eliade, uniti dalla fermissima idea che in merito alla storia umana si debba parlare più di involuzione che di evoluzione, sicchè molto poco propensi ad accettare l'assioma che il Medio evo abbia rappresentato una epoca di decadenza. Ora tutti questi studiosi sono sempre stati molto avversati dalla nuova classe di potere, venuta fuori dalla fine dell'età dell'argento e dall'affermarsi di quella del bronzo, ovvero dei mercanti: una concezione a ben vedere che ha finito per condizionare anche il senso e opinione comuni praticamente, anzi forse con maggiore forza , nei tempi recentissimi, in ispecie gli odierni del secondo decennio del terzo millennio caratterizzati dalle menzogne più spudorate e dal tentativo, giustappunto dei pochissimi al potere (un potere eminentemente mercantile, addirittura bottegaio sia pure in accezioni ultra moderne come le tecnologie informatiche e digitali e il supporto di una larga fetta di opinione pubblica disposta a dar man forte in cambio di briciole di potere o di danaro, dai quali in precedenza erano sempre stati tenuti estranei) di dominare con la paura, l’inganno, il raggiro l’intera totalità della umanità. Esiodo, le diverse concezioni sulle diverse Età del mondo, non ci danno ragguagli atti a stabilire un distinguo soprattutto temporale : abbiamo visto la assoluta indeterminazione dell’età dell’oro, ma anche quella dell’argento, sia pure scandita con un certo grado di precisione soprattutto cronachistico (battaglie, ordinamenti sociali, letteratura, poesia, arte, filosofia etc) manca di ragguagli referenziali : quando comincia l’età dei guerrieri? E quando finisce? quando l’argento annerisce e quando viene ripulito e torna ad un certo splendore? Quando vi è il puntuale trapasso nel metallo più vile : il bronzo? Anche in questo possiamo avanzare ipotesi, teorie, spesso illazioni: quel famoso indefinitissimo 476 d.C potrebbe essere preso a fine e dell’una e inizio dell’altro, ma le ingerenze di un principio mercantile possono essere recuperate in numerosi tratti della storia dei guerrieri : l’oro di Brenno il suo “Vae Victis” e la celeberrima frase di Furio Camillo “non auro sed ferro patria recuperando est” , i sesterzi su cui fondavano le loro carriere personaggi altolocati come gli Scipioni o Cornelio Silla, una figura sia pure non della rilevanza di un Cesare come Crasso e su fino alle grandi proprietà e fortune di intere famiglie delle classi senatoriali ma anche equestri, quindi l’istituzione chiesastica sempre più ricca e possessore di beni , l’inizio delle fortune di proto mercanti, usurai ebrei, associazioni di mestieri, le controverse origini della Massoneria (Maestri Muratori) : eppure a tale dilagante interesse economico che magari possiamo ritrovare una origine ancora più lontana in quel cadere in disuso della pratica del “Potlac” , ovvero il cosidetto sacrificio sacro che consisteva nel distruggere la parte dell’accumulo di merci, derrate e anche denaro, considerata la “parte maledetta” dalle comunità simboliche (che avevano a cuore il simbolo ovvero ciò che ri-mette insieme i veri valori di una comunità) e invece ambitissima e anzi messa a profitto, dalle comunità diaboliche come già società tipo la romana , che facevano dell’accumulo, ovvero la parte maledetta, elemento di divisione e di supremazia: non ancora l’unica e la più importante, ma tuttavia non priva di relativa importanza. In questo dilatatissimo quadro eppure si collocano eventi come il ripristino dell’Impero Romano denominato “Sacro” ad opera di Carlo Magno proprio all’inizio del IX secolo, le celeberrime Lotte per le Investiture tra Impero e Papato, figure come il Barbarossa che resta però sconfitto da una Lega dei Comuni Lombardi che ha molto a che vedere e fare con quella mentalità mercantile e bottegaia che finirà per prevalere , come Federico II lo “Stupor Mundi “ acerrimo nemico del Papato, un’opera letteraria come la Divina Commedia di Dante Alighieri che non accetta compromessi con il mercantilismo ….questi sono tutti fatti , persone, opere, contemplate nei cicli delle Eta’ del mondo come sorta di eccezioni, denominata “età degli eroi” senza attribuzioni di metallo, che ricercavano un ritorno alla tradizione, all’antico , alla spiritualità contro la materialità, come d’altronde avviene lo stesso nel mondo dell’arte grazie allo svilupparsi dello stile Gotico e alla sua applicazione da parte di tutta la cittadinanza alla coralità delle Cattedrali. Sono queste le eccezioni che costituiscono come una variante al dominio di una classe che fonda invece il suo potere sul mercato, sul movimento di merci e soprattutto di danaro come avviene ad esempio con Filippo il Bello e la sua azione contro il Papato ed anche contro l’Ordine dei Templari soppresso e sterminato per motivi strettamente economici. Commercianti, banchieri come i Chigi, i Medici ascendono al dominio di città e Stati, divengono cardinali e papi, esempio lampante di come l’interesse mercantile va prendendo piede su tutto, superando nel nome del denaro e dell’opulenza anche le tradizionali differenze aristocratiche: con la Rivoluzione Industriale la Età dei mercanti ha la sua più vistosa e definitiva affermazione, in quanto riesce a sottrarre alla Religione il suo elemento più informante: la credenza escatologica con relativa paura del castigo divino, e lo fa espropriando l’uomo della sua stessa essenza: l’umanità. Umanità che viene trasferita ad una macchina e come una macchina si può costruire, cambiare , assemblare, distruggere. Con l’avvento della macchina ora anche le idee, la stessa verità non ha più valore assoluto: tutto si fabbrica e tutto si distrugge, soprattutto tutto si vende, tutto deve essere comprato. Rivoluzioni (americana, francese) sommosse, idee politiche, aspirazioni personaggi, non soggiacciono più ad alcuna obiettività, sono tutte farse, messe in scena con copioni prestabiliti, come ad esempio la vicenda di un mediocre militare Napoleone Bonaparte grazie a menzogne e farse, viene elevato al rango di genio militare, o una filosofia banale come l’idealismo hegeliano contrabbandata come summa del pensiero filosofico (tra l’altro Hegel aveva più volte detto che vedendo Napoleone subito dopo la battaglia di Jena lo aveva gratificato dell’epiteto di “spirito della storia” e anche se nella sua concezione lo spirito, come giustamente ha osservato Kojevè, si intesse con la fine o morte della storia, resta l’abbaglio di chi ha creduto in una colossale farsa). Mercanti e bottegai hanno dominato anche questi ultimi due secoli sia pure con qualche battuta d'arresto, quale ad esempio la sconfitta di Napoleone e delle esiziali idee della Rivoluzione francese, grazie a persone come De Maistre, Metternich, Radetzsky, in parte Bismark, L'Imperatore Francesco Giuseppe ed ancora piu' recentemente personaggi come John Maynard Keynes, Julius Evola , Rene' Guenon, Ezra Pound, Enrico Mattei, John Fitzgerald Kennedy, Donald Trump, Vladimir Putin, Aleksander Dugin, Alain De Benoist e pochi altri, hanno rappresentato e rappresentano le istanze congiunte di "guerrieri ed eroi" fornendo una sorta di modello per tutti coloro che non vogliono essere ridotti allo stato di servi , ovvero l'ultima età quella del ferro, cui i soliti mercanti, con il supporto delle più bieche idee contrabbandate da sedicenti filosofi come Popper e messe in pratica dal suo allievo Soros, vorrebbero portare il grosso dell'umanità. Il senso di tutto questo discorso indica pero' che il ritorno ai "guerrieri" posto, da molti degli illustri uomini d'azione e pensatori, come obiettivo di una ripresa della tradizione e di fare barricata contro il consumismo/comunismo dei principi ma anche delle prassi dei cosidetti mercanti ha un che di impreciso e anche di relativo, in quanto quel riferimento all'eta' dell'argento, non e' poi cosi' garante di ottimale ritorno : l' argento si addice ai sonnambuli, lo si e' detto, cioe' a coloro che sono apparentemente svegli, ma sono in realta' ancora addormentati. E qual'e' il sonno tra il dogmatico e il generatore di mostri, che potrebbe abbagliarci tutti e impedirci una linea di "re-azione ". Una delle leggi piu' ricorrenti nella storia dell'umanita' e' quella del paradosso: paradosso e controparadosso hanno spesso avuto una parte di assoluto rilievo nelle vicende che compongono la storia, ebbene non potrebbe essere che questi meccanismi abbiano cominciato ad intessere la vita umana solo a partire da un certo momento ? Un certo momento assolutamente imprecisato sia come inizio, sia come precedente di funzionamento dell'essere umano, che paradossalmente possiamo solo accennare, porre come possibilita' ma anche come impossibilita' della nostra condotta, della nostra volizione, del nostro ragionamento: Torna l'esempio delle infinite possibilita' dell'integrale sui cammini di Feynman e la valutazione per integrare una certa area di esperienza e conoscenza. Quindi questa sorta di sonno non sonno, questo sonnambulismo, comincia con l'argento ed il bronzo che viene dopo ne e' solo una volgarizzazione: Detto in altri termini quindi, e' la coscienza ( il meccanismo neuronale della coscienza derivato dal linguaggio e costruito sulla condensazione di continui significati analogali metaforici, di cui l'ultimo e' quello che riguarda il proprio io) il sonno profondo da cui ci si sveglia solo apparentemente, ma che conserva sempre un intrinseco torpore, il torpore che così qualcuno ha chiamato "eta' dell'oro o degli dei" ma qualcun altro con altrettanta imprecisione e fumosita' ha denominato "inconscio" . Eta' dell'oro e inconscio, da qualunque parte vengano le sue denominazioni, Esiodo o Zoroastro, i Mudra Yuga, Freud o Jung, Lacan o Matte' Blanco, Heidegger o Schrodinger, hanno quei caratteri di inconoscibilita' spazio/temporale che ne fanno il vero e unico grande quesito della ragione umana. Ed e' anche da questa inconoscibilita' da questa assoluta imprecisione che deriva l'istanza di uno dei piu grandi filosofi di ogni tempo Julius Evola che ha parlato di uomo differenziato, uomo differenziato rispetto sopratutto ad una tradizione che non si trova nel mondo reale, per il semplice fatto che non c'e' mai stata alcuna vera tradizione che non abbia fatto riferimento proprio a tutto quell'imprecisato a tutto quell'inconoscibile che da sempre ha caratterizzato la coscienza e quindi anche l'unica forma di conoscenza umana. I guerrieri sbagliavano, i mercanti hanno sbagliato ancora di piu', il "cavalcare la tigre che Evola indicava come compito dell'uomo differenziato nella tradizione significa rifuggire dall'ultimo bieco anfratto in cui la coscienza sta riducendo l'essenza umana (l'eta' dei servi o del ferro, neppure piu' un metallo puro, ma una lega, una commistione) e rifarsi proprio a quel non-essere che in quanto tale non ha rappresentazione se non in meccanismi alternativi alla coscienza, sempre reperibili in assenza di coscienza : sogni, lapsus, atti mancati, fantasie, immaginari, tutto l'armamentario disvelato da Freud ma gia' perseguito da molti : sciamani, auguri, sibille, artisti, financo malati mentali, al quale ci si puo' accostare solo perseguendo il registro dell'immaginario che porta al Simbolico
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