Negli ultimi articoli da me scritti sui miei blog : uno su Lenardullier, l’altro su Preservativo imperfetto, ho parlato dell’esplosivo impatto sulla mia personalità del personaggio Trump, che ha addirittura innescato una revisione di prassi ideologica e anche comportamentale risalente addirittura al 1963 e 1964. Fino a poco fa non ricordandomi con precisione i moventi che fanno da contorno agli eventi, avevo sempre sostenuto che il mio disgusto e susseguente abbandono della politica ed anche il disinteresse quasi totale in merito alla cronaca, andava addotto all’assassinio di Kennedy nel novembre del 1963, ebbene come diceva il buon Milton Erickson “nulla è mai successo davvero!” o meglio chiosando appena e precisando “nulla è mai successo davvero…così come credi che sia successo!” Non a Kennedy difatti andava addotta la mia elisione della politica dal novero dei gradienti di interesse, bensì a Barry Goldwateril leader rep ubblicano che puntando su di una piattaforma di un nuovo modo di intendere il conservatorismo americano (molto simile alla mia in quanto grosso modo rifacentesi ad un concetto di coniugazione verbale alla futuro anteriore, ovvero in parole povere modernismo si, ma nel solco della tradizione, quel “sarà stato” che consente all’avvenire di dispiegarsi in azione solo ri-assumendo le istanze di una re-azione, si era contrapposto a Lyndon Johnson nella corsa alla Presidenza degli USA per il novembre del 1964. Eh già! perché a me il termine di “conservatore” non mi era mai andato giù, gli preferivo di gran lunga quello di “reazionario”, per via del mio amore indistruttibile per tutto ciò che suonava come antico, passato, retrò… sempre tutta indietro. La sconfitta di Goldwater era stata quindi la goccia che aveva fatto traboccare il vaso dei miei gradienti politici, o un po’ più specificamente più consono ad interessi che proprio in quel 1964 andavo cominciando ad approcciare, era stato quel collasso di equazione d’onda studiato dal fisico quantista Erwin Schrodinger che doveva cambiare una parte o particella, che dir si voglia da “stato”, in “flusso” . Le particelle erano tutto sommato questa mia partecipazione ad un sociale molto distante, quello americano, che non era da un giorno (dai filmati della guerra, i film con Sordi e quelli originali con Gary Cooper, Clark Gable, Marylin Monroe anche James Dean, le canzoni dei Platters e la tromba di Louis Armstrong, Singhing in the rain , il Perry Como show che veniva trasmesso dalla Rai italiana mi pare il mercoledì sera e poi lo sconvolgente Elvis Presley, le Cadillac fiammanti e le prime sigarette Chesterfield, Lucky Strike, Palle Molle, come diceva il rivenditore di contrabbando nel quartiere di Forcella a Napoli ) che avevo individuato come quel futuro verso cui tendere, recuperando tutta quella storia e quel tradizionale che mi apparivano ben più nutriti di quello che andava sbandierando Goldwater . Proprio il caso di dirlo un folgorante “futuro anteriore” altro che quel banale progressismo che l’Italia in quel momento andavano proponendo : un centro sinistra gia’ impigliatosi nella inefficienza e nella corruttela , le mistificazioni storiche anche su temi non di primissimo piano come le canzoni, inventando scenari di realtà riveduta e corretta come riferimento (Il Caso di Bella ciao e di Gorizia tu sei maledetta al Festival dei due mondi di Spoleto) e quindi il gran raduno di folla per salutare l’unico comunista che aveva mostrato capacità, perlomeno nel carpire intellettualità e assimilarla al proprio partito . L’elisione del futuro con la sconfitta elettorale lasciava solo il secondo scenario come possibile riferimento ed ecco perché la decisione inequivocabile di lasciar tutto perdere : niente più coinvolgimento, niente più impegno: il 27 dicembre 1964 ero a far visita alla casa di un antico commilitone di mio nonno nel battaglione Monte Suello durante la Grande Guerra :il Colonnello Eugenio Bertoldi e mentre questi intercalava i racconti del Pasubio e del Grappa con continui “bevi bocia, bevi” versandomi vino e facendomi sudare da sotto quel cappellaccio a falde larghissime colla penna bianca tempestata dei segni di rossetto dei baci delle ragazze , la radio trasmetteva i dati finali delle elezioni presidenziali…no! Niente america, solo la provincialissima, banale, insignificante Italia : Saragat, Fanfani, Moro, Saragat, Fanfani , Emma Grammatica, Leone, Saragat, Fanfani, Saragat, Saragat, Saragat ….Eh si! era inevitabile il distacco , se non si voleva finire nelle spire di un Mephisto di Klaus Mann all’incontrario, ovvero colluso con un sinistrismo buonista e populista , e questo distacco fin proprio all’indifferenza doveva durare quasi sessant’anni , per l’esattezza 55 anni e 3 mesi (dicembre 1964- marzo 2020) finchè un altro collasso, ben più grave questa volta, perché prendeva di petto la libertà e tutte le assicurazioni che su di essa facevano leva, induceva ad una ulteriore revisione che verteva anche su quel mio antico tipo di distacco, in base ad un principio stabilito dal poeta Goya “Il sonno della ragione genera mostri”Ora su questo Blog “la passeggiata delle cattive” mi interessa dettagliare le numerose implicazioni che questo feroce attacco alla Liberta’ e di proporzioni mondiali , ha ingenerato non più in un ragazzetto di una certa cultura e fulgide speranze , ma in un vecchio forse più colto e intelligente , ma di certo posizionato in tutt’altra maniera in merito a quelle famose speranze, maniera che non è neppure quella ordinaria del ritorno, ma a somiglianza di altri due grandi principi della fisica quantistica, quello di Complementarietà di Bohr e quello di Indeterminazione di Heisenberg, richiedono un totale cambiamento di punto di vista, una diversissima disposizione dove giustappunto in quel marzo 2020 comincia a delinearsi la figura “esagerata” di Donald Trump
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