Articolo ripreso da degli appunti di Valdo Vaccaro che sui virus è davvero una autorità “Se ti dai una rinfrescata culturale sull’Enciclopedia Britannica, che è in teoria il massimo della scienza libera e indipendente raccolta nel cartaceo, ci sono decine di pagine dedicate a virus e infezioni. Ma neanche due righe dedicate al pulviscolo virale e alla non-infezione. Neanche due righe dedicate agli enzimi, all’anima, ai minerali organicati e disorganicati. Neanche due righe dedicate alla vera causa delle malattie. Neanche due righe dedicate alle centinaia di esperimenti scomodi e imbarazzanti per il potere. Neanche due righe dedicate ai medici igienisti. Come dire che la storia, ma purtroppo anche la scienza, vengono sempre scritte dal pugno dei vincitori. Tutte le enciclopedie, tutti i testi, dalle materne alle elementari, dalle medie inferiori-superiori alle università, dai Vangeli ai Corani, dai Capitali ai bollettini di Wall Street, dalle prediche papali ai telegiornali, dalle rubriche televisive alle pubblicità più sconce, portano il DNA e il marchio dei vincitori. Il problema è che i valori più importanti, come quelli riguardanti la salute del corpo e dell’anima, non stanno mai tutti da una parte. Non intendiamo qui dire che ha sempre ragione il perdente. Non sarebbe nemmeno vero. Però non è vero nemmeno che ha sempre ragione il vincitore. Sempre sulla Enciclopedia Britannica, si apprende che un virus è una particella minuta e sottile che non si può osservare con un microscopio ottico. Consiste in un pacchetto di composti organici (acido nucleico, Dna) circondato da un velo o da un involucro proteico chiamato capside. Misura dai 20 ai 250 nanometri di diametro (un nanometro uguale 10 metri elevati alla meno 9, che dovrebbe equivalere a un centomillionesimo di metro), mentre il più piccolo batterio conosciuto misura 400 nanometri). E fin qui tutto va bene. Le cose cominciano a guastarsi quando, abbandonati gli strumenti, la mente ballerina dell’uomo comincia a fare i voli pindarici, per cui scattano inesorabili le cinematografie preordinate e i movimenti immaginari. Ecco allora che il virus, riconosciuto come morto e cadavere, ma forse qualcosa di meno di cadavere, privo di qualsiasi meccanismo metabolico, privo di coglioni e di bocca, si comporta improvvisamente da Gesù Cristo e resuscita: Diventa scattante e attivo, non si sa come e non si sa perché. Non si sa tra l’altro cosa ha mangiato e come l’ha digerito, essendo privo di stomaco e intestino. Tutto questo lo fa non da solo. Lo fa con la collaborazione e la complicità della vittima. Non appena entra in qualche modo nella cellula vivente di una pianta, di un batterio, di un animale o di un uomo, avviene il miracolo cruciale del morto che respira, mangia e cammina. Alimentato dagli enzimi della cellula ospite, si stiracchia e fa una bella dormita, si nasconde sotto le lenzuola e fa il latitante, poi si risveglia e prende possesso della cellula stessa. Siccome è pure incazzato nero, non si sa bene perché, o forse per aver avuto degli incubi, decide di fare il Lanzichenecco e di distruggere la cellula che lo ospita e, per effetto domino, l’intero organismo all’interno del quale si è insinuato. Una volta che la cellula subisce l’informazione genetica di un virus, le sue istruzioni genetiche vengono alterate ed essa va a formare tante altre copie degeneri di se stessa. Un lavoro davvero diabolico e mefistofelico, con il divino creatore che sta magari sadico a sghignazzare, quanto e più del demonio, per lo scherzo da prete inflitto alle sue creature. Per dare un maggior tocco di credibilità al tutto, si scomoda il retrovirus (tipo i LAV, gli HTLV-I, II e III) che immagazzina il suo programma genetico nell’acido nucleico RNA, e usa un particolare enzima, la trascrittasi inversa, per fare una copia del DNA dal RNA, in una conversione che permette facilmente ai retrovirus di insinuarsi nel DNA delle cellule, trasformandole in fabbriche malvagie di altri virus mortali. Trattasi di un’interpretazione che definire inverosimile, paradossale e fantascientifica è addirittura generoso ed eufemistico, degno delle favole dysneyane in versione malefica. Interpretazione che possiede però una qualità fondamentale, ed è quella di inquadrarsi alla perfezione negli schemi terroristici che fanno comodo al venale apparato medico-farmaceutico. Il bello è che pure il movimento contestatore, quello che si oppone al monattismo internazionale, cade nella stessa trappola ideologica e terminologica, e finisce per utilizzare pure lui termini e concetti aberranti. Come nel caso del dr Mercola che su Internet informa giustamente come le vaccinazioni siano un grave pericolo per il corpo umano, il quale già possiede le IgA (immunoglobuline o anticorpi) per proteggere le mucose del naso, della bocca, del sistema polmonare e del tratto digestivo, nonché le IgD, le IgE, le IgG e le IgM, che fanno da barriera contro gli agenti inquinanti esterni ed interni. Introdurre dei vaccini non è solo rovinoso per le sostanze micidiali in sé, ma anche sballante, perché iniettare un vaccino significa bypassare ed esautorare il sistema immunitario, mettendo a soqquadro l’intero organismo. Ma poi, pure il dr Mercola cade indecorosamente nei consueti tranelli, nelle solite sciocchezze quando parla degli ingredienti del vaccino. I maggiori ingredienti del vaccino, dice, sono i virus morti e quelli vivi, che sono stati attenuati, cioè indeboliti e resi meno nocivi. Qui cade il palco e tutti i burattini. Meglio restare coi monatti e predicare vaccinazione a oltranza, se prima non ripuliamo il nostro dizionario e i nostri residui di cultura monatta. Adottando i ragionamenti contorti e antiscientifici del monattismo, corriamo il rischio di inficiare il tutto e di rendere le nostre giuste affermazioni controproducenti. Tutta l’argomentazione successiva verte poi sulla sicurezza dei vaccini, la quale viene messa in dubbio dalla presenza di adiuvanti tipo lo squalene. Capirai che scoperta. Lo squalene è solo la punta dell’iceberg. I virus, caro Mercola, non sono mai vivi, e trovo strano che tu l’abbia scritto, a meno che non sia stata la traduttrice Cristina Bassi, o il blog Lampis, a modificare il tuo testo. Quanto all’attenuazione, stesso discorso. La qualità di un morto non si modifica. Morto è e morto rimane. Pulviscolo minerale è e pulviscolo minerale rimane. Sporcizia esautorata col marchio (DNA) è e sporcizia rimane. Polvere sei e polvere ritornerai, pare aver detto Dio negli scritti biblici, in ammonimento alla protervia e alla superbia umana. Tutta la montagna di ghiaccio sommersa, tutto il processo vaccinatorio è il mostro da colpire. Tutta la montagna di iniquità e di vigliaccheria, di farabutti imbrogli contro l’innocenza dei bambini e la debolezza della gente ignorante, insiti nel discorso vaccini e farmaci in generale, insiti nel discorso guerre batteriologiche e virologiche, sono materiale da colpire e da estirpare al più presto, se vogliamo che la civiltà umana possa finalmente progredire e svilupparsi, e non finire devastata e distrutta da un branco di fanfaroni arrivati nella torre di controllo e insediativisi a tempo indeterminato, per l’inerzia e la fiacchezza, la pigrizia e l’incompetenza, il lasciar-fare e il colludersi di una opposizione al potere che non esiste, se non nella forma di misere bollicine di acqua e sapone. La tesi del dr Mercola offre alla fine delle vie alternative ai vaccini, che invece condivido in pieno, tipo eliminare radicalmente tutti gli zuccheri industriali in commercio (in tutte le forme e variazioni evidenti e nascoste), che hanno effetti di mostruosa debilitazione del sistema immunitario (mentre resta chiaramente fuori da tale considerazione la frutta viva, che è amica intima del sistema). O tipo ottimizzare il livello di vitamina C-naturale (soprattutto nel periodo estivo) e il livello di vitamina D-naturale (soprattutto nel periodo freddo), nonché eliminare le paure e lo stress, che spaccano le reni al sistema immunitario quanto e più dei veleni. . La peste e il pellegrino un bel giorno si incontrano in mezzo al deserto. La peste dice a “Vado a Baghdad a uccidere 5000 persone”. Si reincontrano sullo stesso punto dopo sei mesi. Il pellegrino obietta “Dicevi 5000, ma ne hai fatti fuori 100mila, cioè 20 volte tanto”. “Balle”, risponde quella. “Ne ho fatti fuori esattamente 5000. Tutti gli altri li ha uccisi la paura”. Ed ecco qui che incontriamo Hamer e la sua straordinara teoria: la malattia è un processo di guarigione diretto intelligentemente dal sistema immunitario La malattia non è un’entità individuale e differenziata dalle altre 40mila malattie, come vogliono farci credere i medici. La malattia è un processo iniziato dal corpo stesso (dal saggio direttore generale interno che si chiama sistema immunitario), al preciso scopo di rifiatare, ripulirsi, ristabilirsi, rigenerarsi, riadattarsi al nuovo clima o al nuovo ambiente. Un processo iniziato, diretto, gestito e terminato dal corpo stesso, e non da un miliardo di piccole bestie assatanate. Non esiste e non è mai esistita una prova scientifica che germi e virus provochino le malattie Non c’è, e non c’è mai stato, un frammento di prova che i germi e i virus possano provocare delle malattie. Non a caso, il mondo è letteralmente saturo di batteri e virus. Se essi fossero davvero degli infidi assalitori, come descritto sulle enciclopedie dell’establishment, il mondo si sarebbe estinto da secoli e da millenni. La medicina medievale affibiò la colpa delle malattie agli spiriti maligni, a qualcosa che non poteva essere visto, tastato e provato, ma che poteva attaccare a sua discrezione e a suo piacimento il corpo e l’anima della gente. Ma l’incredulità e lo scetticismo erano sempre più marcati. La reputazione di preti, papi, esorcisti, speziali, fattucchieri, stregoni e medici stava davvero sotto i tacchi. Era l’epoca in cui il regresso della religione davanti alla scienza lasciava un vuoto enorme. Luigi Pasteur l’occupò con arguzia, rivestendo contemporaneamente le virtù di un santo e gli attributi di un dio. L’immagine mitica di Pasteur, simbolo di una civiltà nuova, razionale, progressista, si adornò dell’aureola dorata dello scienziato e del padre dell’umanità. La sua prestigiosa parola diventò sacra più del vangelo. Guai all’eretico che osasse contestarla e metterla in dubbio. Pasteur adattò dunque la sua teoria dei germi (conosciuti e non) a tutte le malattie, e convinse il mondo che sono i microbi ad attaccare e ad invadere il nostro corpo. Ma, a dispetto delle vaccinazioni e delle pastorizzazioni, delle bolliture e delle cotture di ogni alimento, della disinfezione di ogni possibile oggetto a portata di mano, di bocca e di naso, della protezione profilattica plastificata di ogni membro e di ogni vagina, le vecchie malattie continuavano a farsi le beffe della scema civiltà bipede. I vaccini e i veleni al chinino o al mercurio, escogitati per combattere i batteri, portavano solo all’avvelenamento puro e semplice dei pazienti, e a malattie ben più gravi di quelle originarie. Sembra che Fu lo stesso Pasteur, tardivamente e sul letto di morte, a dar ragione a Bernard con l’ormai celebre frase “Il terreno è tutto ed il microbo è niente”. Agli inizi del XX secolo, la gente dotata di cervello cominciò a capire e a riflettere saggiamente che i microbi stavano dappertutto e che tuttavia si sopravviveva, per cui era lecito non credere una virgola di quanto sostenevano i medici e i biochimici. Con questo crescente scetticismo, la sanità mondiale si sentiva persa e vagava senza speranza, col vuoto negli occhi, il gelo nell’anima e, quel che è peggio, pochi centesimi bucati nel portamonete. Per fortuna vennero fuori i virus e il loro DNA. Ecco gli autori del misfatto chiamato malattia. I virus furono immediatamente catapultati sul banco degli imputati. Si dimenticavano, i miseri, di considerare che i virus erano in ogni caso particelle estremamente piccole, nonché prive di movimento e di vita propria, pari dunque alle vitamine, agli ormoni, agli enzimi, ai minerali. I virus sono detriti mitocondriali di cellule morte I virus, come scrive l’indimenticato T.C. Fry, salutista americano e direttore del gruppo igienistico scissionista Life Science di Tampa (Florida), premiato con laurea in medicina ad honorem dalla Sorbona di Parigi, “sono dei puri miti”. Trattasi di detriti mitocondriali di cellule morte. Perdiamo centinaia di miliardi di cellule al giorno, da un organismo che ne contiene più o meno 75000 miliardi, e la maggior parte di tali perdite viene regolarmente rimpiazzata e ricostituita. La CDC, prostituta ufficiale e concubina mercantile di quel mostro tentacolare che si chiama Big-Pharma, è specializzata nel fabbricare isterie preparatorie per le sue odiose campagne commerciali. Si crea il panico e si produce il vaccino. Si crea la paura dello spirito maligno e si commercializza l’acqua santa in convenienti e comode boccette. Il contagio è una pura superstizione dei secoli bui, quando la morte nera e la peste bubbonica imperversavano, favorite dalla sporcizia e dalla miseria, dalla fame e dal freddo, dalla mancanza di acqua corrente, di servizi igienici e di sistemi fognari, dall’ignoranza e dai tarocchi, dalle oppressioni del clero e dei signorotti di turno, dalla continua paura di finire in prigione o sul patibolo per i più assurdi e futili motivi.Le peggiori malattie sono causate proprio da farmaci e vacciniIl potere medico-farmaceutico usa in lungo e in largo questa credenza vuduistica, allo scopo di trasformare la Terra in un mercato planetario dei suoi infidi veleni, come se l’umanità non ne consumasse già abbastanza. Ironia della sorte, le peggiori malattie, quelle più croniche e indebolenti, quelle che fanno saltare il sistema immunitario, derivano proprio dai troppi farmaci e vaccini prescritti e distribuiti generosamente da Mamma Medicina. Le droghe, i farmaci tutti e i vaccini tutti, sono altamente distruttivi per le facoltà umane, specialmente per le facoltà difensive svolte dai linfociti (creati dalle cellule linfatiche come la milza), e dai leucociti (creati nel midollo osseo). Asserire che la deficienza si può acquisire, come nel caso dell’AIDS dove la A significa Acquired, vuol dire coprirsi di ridicolo. Non si può acquisire una carenza altrui con nessun mezzo, nessun atto, normale o anormale che sia. Non siamo dei vasi comunicanti, e le carenze, materiali o immateriali, non sono sostanze trasportabili e cedibili. Il mondo medico-farmaceutico ha escogitato tramite il CDC (Center Disease Control) il mito dei virus maligni. Il mondo contemporaneo vive in questa fase precaria e derelitta, in netto contrasto con tutte le meraviglie della tecnologia che lo circondano. I sostenitori del virus, i monatti e gli untori di manzoniana memoria, includono non solo i produttori di vaccini e i commercianti coinvolti nel business, gli immunologi e certi virologi, non solo certi medici e certi farmacologi, ma anche le vittime stesse dell’intera operazione truffaldina, per non dire di presidenti, ministri, attori e VIP di ogni categoria e specie. A questa gente non serve portare prove o dare dimostrazioni. Se ne fregano altamente. L’onere della prova è a carico dell’opposizione, o a carico della gente.
La prova che hanno è inconfutabile. Consiste nel fatto di poter tenere la siringa nella destra e la mascherina nella sinistra, indossando un camice bianco che vale ancor più della divisa militare. Consiste nel fatto di poter entrare nelle antenne televisive, nei tipi dei giornali, nelle scuole e nelle case della gente, senza nemmeno dover bussare e chiedere permesso. “Il potere sta nella canna del fucile”, diceva un certo Mao Tse Tung. Oggi per il mostro medico-farmaceutico, vale un altro motto: Il potere sta nella canna della siringa. Generato il panico, esso si trasmette automaticamente come uno tsunami. C’è da aspettarsi un vaccino contro il virus della paura. Questa gente è troppo potente perché una piccola voce come quella del movimento igienistico mondiale, o quella ancora più insignificante di chi scrive, possa minacciarla. Oggi occorrono milioni di Euro per diffondere un messaggio o un semplice slogan, ripetendolo adeguatamente e provocando il lavaggio del cervello. L’ondata di paura, quando è generata, si diffonde da sé in modo gratuito e progressivo come un’onda tsunami. Il vero virus è dunque la paura. Chissà che non stiano studiando un vaccino anche contro di essa. Esiste una propaganda incessante che prepara tutta la popolazione mondiale a credere con fede e reverenza al potere sanitario mondiale. Il dogma dell’innocuità e dell’efficacia dei vaccini è protetto e diffuso in modo capillare. Più un paese è sottosviluppato o colonizzato, più è paese delle banane, è più grande è il dominio di Rockefeller e compagni, di Coca-Cola e McDonalds. Se in Europa il rateo di vaccinazione tocca il 30%, in Filippine si va al 90%. Fin dall’infanzia, dalle scuole materne alle elementari, al collegio e al liceo, i giovani si abituano all’idea della vaccinazione, a considerarla come una formalità utile, indispensabile e senza pericoli. Nella mente ricettiva e malleabile dei ragazzi il credo vaccinatorio viene sistematicamente inculcato Non esistono solo i devianti bollettini ministeriali Esiste una vasta e convincente letteratura sui pericoli, sulle bugie, sulle statistiche manovrate ed artefatte, sui misfatti della vaccinazione. Lunghe liste di casi terribili e sconvolgenti, di gente caduta in serie come mosche stecchite, in barba a una decina di marchi vaccinatori sulle braccia, di poliomielitici diventati tali grazie ai vaccini di Sabin e compagni. Una serie impressionante e tragica di casi terribili, di foto sconvolgenti. Una mente scientifica dovrebbe esigere lo studio di tutti gli aspetti del problema, per fare almeno una sintesi integrale, sottoponendo l’argomento vaccini alla prova dei fatti. Ma la medicina è tutto fuorché una scienza. È piuttosto una sofisticata tecnica mestieristica e mercantile, basata troppo frequentemente sul marketing, la promozione vendite, la commissione e la venalità. Ogni virologo e ogni microbiologo vi dirà che tutto ciò che viene definito virus consiste di materiale morto. Morto, in lingua italiana, significa morto. Stessa cosa per dead, in quella inglese e americana. In effetti il virus non è mai stato vivo, essendo un frammento o un pulviscolo. Non è nemmeno un veleno, come intendevano i romani, trattandosi di normalissimo scarto fisiologico. Diventa veleno, ovvero pulviscolo scomodo e ingombrante, solo se rallentiamo patologicamente il nostro ritmo metabolico. Il suo DNA dice solo che è stato vivo come mitocondrio cellulare punto e basta, prima di essere frantumato ed espulso. Virus significa non creatura vivente, non significa nemmeno zombie o spirito, ancor meno vuol dire pianta o animale. Virus significa pietra, ovvero frammento di sostanza pietrificata. Materiale genetico morto e tritato, mai più resuscitabile Ogni microbiologo serio vi dirà che il virus è costituito da materiale genetico mort, con Dna e proteine, privo di facoltà e poteri, privo di capacità di agire e uccidere. E aggiungerà che i virus derivano dalla miriade di cellule che abbiamo, o più precisamente dai mitocondri, chiamati anche organelle o piccoli organi, i creatori della nostra energia, che nelle cellule sanguigne stanno al ritmo di un migliaio per cellula, ma che in quelle del tessuto muscolare arrivano a 30mila per cellula. Volendo, ti dirà pure che un mitocondrio è più o meno grande quanto un batterio, che è dotato di suo specifico metabolismo e di DNA, e che metabolizza il glucosio fornendoci energia sottoforma di ATP (adenosin-trifosfato). Il ruolo disgregatore dei lisozomi Alla fine dunque, essendoci nel corpo 75 trilioni di cellule, con migliaia di mitocondri per ciascuna di esse, avremo qualcosa come quadrilioni o quintilioni di questi minutissimi forni autonomi intracellulari. Quando una cellula muore, viene rimpiazzata da un’altra cellula, creatasi per mitosi o suddivisione di un’altra cellula ancora. La cellula morta viene disintegrata da un enzima corporale chiamato lisozoma, il quale la frantuma in minuscoli frammenti allo scopo di farli espellere metabolicamente come rifiuti.Morendo la cellula, muoiono pure le migliaia di sue organelle interne, e tutto il DNA protetto da doppia membrana, nonché i virioni improtetti, e tutto questo materiale subisce lo stesso trattamento sminuzzatorio dei lisozomi. Insomma, siamo di fonte a una cellula infinitesimale e invisibile, eppure dentro di essa avvengono più fatti, più attività, più azioni e reazioni di quelle che hanno luogo in una grossa metropoli con i suoi sovrappassi e le sue stazioni, coi suoi taxi e le sue metropolitane, con le sue fabbriche e le sue abitazioni, col suo vociare e il suo traffico. Tutto ordinato e incredibilmente affascinante. Qualcosa di stupefacente, che dovrebbe indurre l’uomo a inginocchiarsi e pregare, in omaggio reverente al suo creatore, per avergli affidato una realtà corporale-spirituale così incredibilmente ricca e straordinaria. .L’unica cosa dissonante e fuoriposto, stridente e stonata, in tutta questa storia è proprio la barzelletta virale inserita bifolcamente da bipedi parassiti, incompetenti e irreligiosi, che qualcuno ha fatto ingiustamente studiare e piazzare accanto a degli strumenti preziosi ma assai male-utilizzati. Ecco allora come si sviluppa la storia ufficiale dei testi medici ed enciclopedici, per cui i virus oltrepassano le barriere e si intromettono nelle cellule, ordinando loro di riprodurre le proprie magagne virali e poi di esplodere. Una storia che sa da giornale del brivido e dei misteri, e che ha ben poco di scientifico addosso. Molto più sensato, razionale e logico definire i cosiddetti virus come frammenti subcellulari o meglio ancora mitocondriali. Tanto più che, anche se vuoi convincere tuo figlio piccolo, che non si fa incantare dalle scemenze, non puoi raccontargli che un virus, grande quanto un miliardesimo di cellula, può prendere controllo di un universo un miliardo di volte più grande di lui. Sarebbe come pretendere che un moscerino velenoso si introducesse in un grosso elefante africano e ordinasse al pachiderma di riprodurre miliardi di moscerini fino a farlo scoppiare. La vita sana crea salute, tutto il resto sono balle Ignorare le farabutte balle sull’AIDS e su tutte le malattie infettive è il minimo che si possa fare. Vivete tutti in modo naturale e rilassato. Fate una sonora pernacchia alle sconcezze che arrivano a ripetizione dal video o dalla carta stampata. Primi causatori di malattie immunitarie sono i farmaci e i vaccini. La vita sana crea salute e libera da tutte le malattie. Gli igienisti sono testimoni viventi di tutto questo. ristudiamo il grande John Tilden e il suo illuminante concetto di tossiemia Lo studio delle leggi del dr John Tilden sulla tossiemia è certamente mille volte più importante ed illuminante di tutte le nefandezze sciorinate dalla medicina negli ultimi anni. La tossiemia è il terreno. La tossiemia è la presenza nel sangue, nella linfa, nei fluidi, negli organi, nei tessuti e nelle cellule, di non importa quale sostanza estranea e incompatibile con la salute del nostro corpo. Un livello minimo di tossiemia ce l’abbiamo sempre, ed è pertanto fisiologico, innocente. I guai cominciano quando si passa il limite di tolleranza La tossiemia diventa tossica quando il suo accumulo oltrepassa il limite di tolleranza, e produce la goccia che fa traboccare il vaso. La tossiemia può essere endogena naturale (autointossicazione da scarti cellulari mitocondriali non espulsi regolarmente), endogena intestinale (autointossicazione da decomposizione alimenti non digeriti), ed esogeno-chimica (dovuta a farmaci, vaccini, coloranti, fumi, insetticidi). Senza un’elevata tossiemia non svilupperemo mai alcuna malattia. Gli antibiotici e i microrganismi Nel caso di raffreddore o febbre, i batteri hanno il compito di sgomberare il terreno, per cui occorre lasciarli fare tranquilli il loro lavoro. Se si prendono degli antibiotici, i batteri muoiono e la febbre se ne va, ma il terreno rimane tossico come e più di prima, col risultato che alla prossima occasione ci ritroviamo con una crisi peggiore da dover risolvere. Chiaro che gli antibiotici non servono contro i virus, perché nei virus non c’è bio, non c’è vita (ennesima prova di quanto squinternate siano le asserzioni contro i mostriciattoli virali, non solo vivi ma pure sadici e agguerriti). La carica dei virus e dei batteri di origine esterna Quanto ai virus esterni, provenienti da altre persone o da animali o piante, è sempre un giochino da ragazzi per il nostro sistema immunitario isolare e fagocitare questo tipo di invasori. A condizione che il proprio sistema immunitario non sia stato messo fuori uso dai vaccini e dai farmaci. Ed è proprio per tutti questi motivi che non esistono e non sono mai esistite malattie propriamente microbiche, cioè causate direttamente da batteri e virus, ma soltanto malattie tossicologiche e malattie di carenza. Chiaro che i consumatori di carni altrui si imbottiscono pure di virus e tossine degli animali morti, nonché dei batteri che intervengono in soccorso, ovvero di materiali che mettono a dura prova il sistema immunitario.Nessuna trasmissione di malattia e nessuna vera ereditarietà Ognuno ha il suo grado individuale di tossiemia, e questa realtà non può essere trasmessa. Al massimo, se uno è intossicato brutalmente, la sua pelle trasmetterà odori pesanti e sgradevoli, portatori di asfissia e di fastidio. Tutti i sintomi influenzali, inclusi quelli del cosiddetto AIDS (febbre, diarrea, tosse, eruzioni cutanee, debolezza estrema), rappresentano un indispensabile processo di eliminazione. Nessuna malattia può essere propriamente ereditaria. Possiamo però ereditare una predisposizione, una diatesi (inclinazione) nervosa, tubercolare, artritica, linfatica, cardiaca, cancerogenica. Oppure possiamo ereditare degli organi piccoli, un petto piccolo, una carenza di difese immunitarie. .Ecco spiegato il perché il contagio non esiste se non nella mente distorta e superstiziosa dei monatti. La teoria del contagio proviene direttamente dalla magia e dalla stregoneria antica, dalle fattucchiere e dalle streghe con la scopa. La natura controlla tutto, proprio tutto. Se tiri una fucilata a una lepre, essa muore. Nel giro di poco tempo, se i corvi non l’hanno già divorata, i microbi si moltiplicano per mangiare il suo cadavere e, quando non restano che le misere ossa e della peluria, anche i germi spariranno. La natura controlla anche la febbre. Non c’è alcun pericolo di sforare, poiché il corpo non si suicida mai, per cui il pericolo è nullo. Quando i batteri hanno finito di gozzovigliare al nostro interno con le porcherie che trovano in surplus, per cui la tossiemia è rientrata nei limiti, essi spariscono. L’unico pericolo mortale sta semmai nel voler contrastare testardamente la natura. Il dr Max Joseph von Pettenkofer (1818-1905), fisiologo igienista bavarese, professore di batteriologia all’Università di Vienna, pur disinteressandosi delle diatribe dei suoi contemporanei Pasteur, Béchamp e Koch, era arrivato da anni alla conclusione che i microbi non causano alcuna malattia.Un giorno, mentre dava un corso nel laboratorio di batteriologia, con grande stupore dei suoi allievi, prese un bicchiere colmo di un liquido, e lo fece verificare strumentalmente uno per uno dai suoi ragazzi. Tutti si accertarono che conteneva milioni di microbi viventi di colera. Richiamò la loro attenzione e inghiottì l’intero contenuto. Il dr Kruif, che era presente alla lezione, scrisse poi che in quel bicchiere erano presenti milioni di bacilli attorcigliati, fatti apposta per infettare e sterminare potenzialmente un intero reggimento. Pettenkofer non si prese alcuna malattia. I vani sforzi di ammalarsi di colera e di peste bubbonica del dr Powell Il dr Thomas Powell, morto a 80 anni, negli anni 30, aveva ridicolizzato l’intero mondo della medicina. Aveva lanciato la sfida di produrre nel suo corpo anche una sola malattia, inoculando in lui sotto controllo di una giuria, i germi del colera, della peste bubbonica, e microbi di ogni genere, facendo a gara nel recuperare ogni schifezza non velenosa reperibile sul pianeta e mescolabile in un bicchiere. Si fece spargere questi microbi in tutti gli alimenti che mangiava. Si spennellò varie volte la gola con i germi della difterite. Ma tutti gli sforzi per ammalarsi non approdarono a nulla. Gli esperimenti di Fraser con la difterite Il dr John B. Fraser di Toronto, descrisse sulla rivista americana Physical Culture (maggio 1919) i suoi 150 esperimenti realizzati dal 1914 al 1918 per determinare se i microbi causano davvero la malattia, o se invece sia la malattia generata da altre cause a produrre i microbi in eccesso. Cominciò nel 1914 a dissetare gruppi di volontari con dell’acqua contenente 50 mila microbi di difterite. Si attese qualche giorno, e nessuno si ammalò. Passò allora a un secondo esperimento, con del latte contenente 150 mila microbi di difterite. Nessun sintomo. Nel terzo esperimento, si spennellarono le tonsille, il palato, le narici ed il sotto-lingua. Nemmeno farlo apposta, nessun caso di malattia. Si pensò che la difterite fosse poco adatta. E quelli col raffreddore e l’influenza Presero poi 10 soggetti maschi diversi, di varia provenienza e corporatura, e li tennero 45 minuti accanto a 10 casi freschi di raffreddore acuto, appositamente selezionati tra i più gravi. Dieci malati diversi che tossivano in faccia contemporaneamente a ciascuna persona sana, senza barriere e senza mascherine. Ma nessuno dei volontari sviluppò sintomi di influenza o di raffreddore.
Le conclusioni sono molto semplici e chiare: la
malattia è pre-esistente ai microbi
La verità è molto semplice.
Batteri e virus sono onnipresenti ed ubiquitari sia nei sani che nei malati. Le
malattie scattano per motivi che esulano totalmente dai microrganismi. Lo
stato di malattia, sempre di derivazione tossicologica e mai microbica,
porta in seconda istanza a disfunzioni metaboliche e a conseguente intasamento cellulare-virale e
intestinale.
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