I Principi sotto il Vulcano furono costanti interlocutori e consigliori (e detto per inciso qualcosa di piu’) durante la campagna di Sicilia, di Garibaldi e di tutto il suo Stato maggiore : Bixio, Sirtori, Crispi, La Masa, Turr, Corrao facevano la spola tra il Palazzo delle Aquile dove aveva sede il comando rivoluzionario e i sontuosi palazzi dove risiedevano i nobili inglesi e non a caso parlavano tutti fluentemente l’inglese, Vi e’ poi il giallo della cassa segreta con tutta la documentazione finanziaria della spedizione, di cui chi scrive è in grado di fornire una versione di prima mano, in quanto conoscente e amico di Stanislavo Nievo scrittore e regista televisivo, nonche autore del libro “Il prato in fondo al mare” dove si racconta del tragico naufragio con il piroscafo Ercole e del suo antenato lo scrittore Ippolito Nievo, in quel 1860 Tenente Colonnello responsabile dell’Intendenza militare, che giustappunto trasportava nel piroscafo tale cassa con non solo le riserve auree e di valuta dell’impresa, ma con anche tutta la documentazione finanziaria, che se non si fosse inabissata con il piroscafo e l'equipaggio tra cui lo stesso Ippolito Nievo, si sarebbe potuto risalire a chi realmente finanziò
l’Impresa. I misteri di Sicilia e le probabili ingerenze massoniche non finiscono con la conquista del regno delle Due Sicilie da parte di Garibaldi e quindi il passaggio tramite plebisciti al Regno d’Italia sotto sua Maesta’ Vittorio Emanuele II e Capo del governo il più ossequioso dei cavalier serventi della Massoneria Inglese Camillo Benso di Cavour: uno dei piu’ valenti sottoposti di Garibaldi il Colonnello e poi Generale, promosso sul campo Generale, Giovanni Corrao, l’amico intimo del concittadino palermitano Rosolino Pilo, tornato Colonnello con il passaggio dal cosidetto Esercito Meridionale all’Esercito Regio del nuovo Regno, non era durato a lungo nei ranghi dell’Esercito regolare e aveva fatto ritorno tra le fine garibaldine nel ’62 combattendo ad Aspromonte dove Garibaldi fu ferito dalle truppe Regie del Col. Pallavicini (episodio riportato nel film Il Gattopardo di Luchino Visconti con Ivo Garrani nella parte del Colonnello).
mercoledì 21 maggio 2025
DAI PRINCIPI SOTTO IL VULCANO A CORRAO
Quanto c'e' di vero nella storia d'italia che ci hanno fatto studiare e che ci hanno raccontato fin quasi ai nostri giorni e quanto invece e' da addursi ad una sistematica alterazione della realta', in special modo considerando l'influenza perniciosa che la nazione bottegaia per eccellenza, l'Inghilterra, ha avuto nelle vicende del nostro Paese. Quando si dice Inghilterra , si dice in sostanza Massoneria, che con la Rivoluzione Industriale e' divenuta la vera protagonista della politica e ne ha incanalato e diretto ogni manifestazione. Probabilmente le nostre logge massoniche non hanno la stessa rilevanza e neppure lo stesso prestigio di quelle inglesi e probabilmente neppure di quelle francesi o americane, pero’ la Massoneria ha recitato anche da noi e da tempo immemorabile la sua ingombrante influenza. Non sto parlando di Logge piu’ o meno deviate tipo la P2 di Licio Gelli degli anni settanta del novecento, ma della massoneria piu’ rinomata, quella inglese di cui le nostre confraternite sono state sempre delle derivate con un altissimo grado di sudditanza. Chi fu a finanziare la campagna sia pure rovinosa di Carlo Alberto nel 1848 contro l’Austria? C’è da chiederlo? Un esponente della potentissima famiglie ebrea e massone dei Rotschild : il potere imperiale austriaco così come quello, sia pure nella meta’ ottocento ancora frammentato, della Germania, sono stati sempre visti come il fumo negli occhi dalla Massoneria: di certo per quel rifarsi ancora a quello spirito dell’Impero e per quel non volersi sottomettere al volere anche pseudo etico del denaro come collante di tutto. Se difatti leggiamo le pagine dei Buddendrock di Thomas Mann e vediamo la figura dei commercianti tedeschi, noteremo che hanno delle caratteristiche molto differenti dai loro colleghi anglosassoni : accanto al denaro vi sono altri elementi tipo la l’onore, il decoro, la lealta' .Insomma in qualche maniera siamo ancora in una accezione di eta’ dei guerrieri e solo con una certa riluttanza la etnia germanica e mitteleuropea e’ scesa a patti con lo spirito bottegaio tipico dell’ascesa dei mercanti . Insomma lo abbiamo detto: anche Giulio Cesare indulgeva alla potenza del denaro, ma fino ad un certo punto, lui non sarebbe mai divenuto un Crasso e così un prussiano, un bavarese, un austriaco non sarebbe mai divenuto un inglese. La monarchia francese era stata come abbiamo visto eliminata e anche se dopo la rivoluzione era tornata in una accezione molto piu osservante del potere economico, tant’e’ che quando il Re Carlo X aveva manifestato tratti non in linea con le direttive del potere massone ecco che era stato fatto fuori nella solita maniera con rivolte tipo rivoluzione e al potere era salito quel Philippe Egalite’ che era stato favorevole alla decapitazione di Luigi XVI ed era un maestro massone di antichissima data. Cosi’ Napoleone III che doveva arrivare al potere prima come Presidente di una nuova Republica nel 1848 e poi come Imperatore ricalcando il suo famoso zio. E comunque i Rorschild tornarono a piu’ riprese nel finanziare il velleitario Regno di Sardegna specie quando al suo governo era salito il conte Cavour un docile esecutore delle loro direttive.Così finanziarono per intero la ridicola spedizionedei famosi bersaglieri di Lamarmora in Crimea nel 1855 a favore di inglesi e francesi nella famosa guerra di Sebastopoli, per poi ammettere il piccolo Stato al congresso di Plombiers e stringere quindi la discussa e pochissimo onorevole alleanza con la Francia di Napoleone III. L’Imperatore francese ci mise faccia e proprie truppe in cambio di Nizza e la Savoia , ma a tessere le fila dell’intera operazione fu ancora una volta la Massoneria inglese, che smise di appoggiare l’intera campagna solo dopo la carneficina della battaglia di Solferino tra Francesi e austriaci e non certo dopo la scaramuccia di San Martino con protagonisti i savoiardi dove solo nella nostra storia nazionale si mettono insieme le due localita’ quasi si fosse trattato di una stessa battaglia: meglio molto meglio finanziare la scalcinata spedizione dei mille capitanata dal noto brigante internazionale Giuseppe Garibaldi per la conquista di uno Stato da burla dove il capitale inglese controllava praticamente tutte le leve del potere economico, ma anche militare, come ben si vide in tutte le fasi di tale campagna, dallo sbarco delle due navi di garibaldini di cui una si incaglio’ nel porto di Messina e solo l’intervento di una fregata inglese impedi’ che la flotta borbonica potesse profittare dell’occasione “ se una palla borbonica sfiora le vele di questa nave” fece sapere il comandante della fregata “voi siete in guerra con Sua Mesta’ la regina Vittoria” Stessa storia nella prima battaglia campale tra garibaldini ed esercito borbonico nella piana di Calatafimi. Il Gen. Landi che era stato comprato con piastre d’oro turche , aveva assicurato che appena uno solo dei garibaldini avesse raggiunto il settimo terrazzamento della collina a fronte di Calatafimi, avrebbe ordinato la ritirata dell’intero esercito borbonico . Purtroppo questo settimo terrazzamento sembrava maledetto, perche’ non un solo uomo di tutta la compagine garibaldina riusciva a raggiungere tale obietttivo concordato per la ritirata dell’avversario e questo non perche’ ci fosse un qualche fuoco di interdizione, ma proprio per la fatica di superare i diversi terrazzamento. Forse poteva riuscire qualcuno degli scavezzacolli arruolati dal duo RosolinoPilo-Giovanni Corrao, nelle famose bande, poi denominate “picciotti” ragazzi giovani e forti foraggiati da una sorta di proto mafia, che però Garibaldi aveva disposto che attaccassero di lato, ripeto giovani forti e svelti di mano,probabilmente anche di gambe, ma totalmente digiuni di guerra e combattimenti, che malauguratamente per loro, si ritrovarono contro un reparto di uno dei pochissimi ufficiali che forse per il suo basso grado non era stato comprato, il Maggiore Sforza, il quale ordino’ il fuoco disperdendoli all’istante, Fu probabilmente a quel punto che Garibaldi pronuncio’ il suo famoso “Bixio qui si fa l’Italia o si muore “Nino Bixio e’ stato spacciato per un generale indomito e coraggiosissimo; in effetti lo era , ma era anche un individuo collerico, severissimo coi sottoposti e anche sanguinario - sembra che durante il viaggio da Quarto avesse sparato in faccia ad un suo ufficiale che non lo aveva prontamente ubbidiito e non e’ un caso se pochi mesi dopo gli inglesi pretesero che fosse lui a guidare la repressione per dei fatti incresciosi accaduti a Bronte una cittadina sotto giurisdizione inglese (la ducea di Bronte di proprieta’ degli eredi dell’Ammiraglio.Nelson ) dove la rabbia contadina sperando in una improbabile liberazione da servitù millenarie aveva ucciso alcuni notabili e proclamato la annessione delle terre – comunque sia, li’ a Calatafimi Bixio era comandante in seconda e dipendevano da lui i Colonnelli dei tre settori centrali a fronte della collina, senza dubbio le parole di Garibaldi dovettero spingerlo ad usare parole molto piu’ forti verso i suoi subalterni non scevre di tremende minacce, sicche’ in uno di questi settori finalmente un trafelato colonnello Sirtori raggiunse il fatidico settimo terrazzamento: come da copione scatto’ l’ordine di ritirata del comandante borbonico Gen. Landi che aveva bellamente ignorato le richieste del maggiore Sforza di passare al contrattaco dopo lo sbandamento dei picciotti delle colonne laterali, Testimoni oculari, ovviamente ignorati o messi a tecere, riferirono che i soldati borboni piangevano all’idea di ritirarsi, imprecando contro i loro generali che impedivano loro di cogliere una sicura vittoria. Stesso copione per le fasi successive della campagna, che i libri di storia continuano a dirci gloriosa, ma che fu invece dall’inizio alla fine una campagna sotto tutela della massoneria inglese che aveva tra l’altro in Sicilia tutta una serie di grandi famiglie di imprenditori, con le mani in pasta in vari settori commerciali: l’estrazione dello zolfo, la commercializzazione del sale, tutta una serie di tonnare con locali e macchinari atti alla pesca e alla conservazione e inscatolartura del tonno con relativa spedizione in Inghilterra e persino negli Stati Uniti, grandi coltivazione di terreni agricoli con uliveti e vite a scopo di diffusione di olio e vini e financo la produzione di uno speciale liquore fatto con uve della zona di Marsala, particolarmante gradito dagli anglosassoni in quanto molto simile allo Cherry : stiamo parlando degli Ingham, dei Woodhouse, dei Whitaker, i famosi “principi sotto il vulcano”, che da numerosi anni (piu' di sessanta, al seguito della donazione del re Ferdinando III Borbone, della Ducea di Bronte all’ammiraglio Orazio Nelson per ricompensarlo del soffocamento della Repubblica Partenopea) si erano trasferiti e stabiliti in Sicilia e avevano avviato le diversificate attivita’ di cui fatto cenno. Furono proprio questi “ principi “tutti strettamente implicati nella Massoneria che cominciarono a lamentarsi con la Madre Patria dell’intrusione della famiglia reale dei Borbone nei loro affari, gia’ negli anni subito dopo il ’48: probabilmente e’ proprio da tali lamentele che comincio’ da parte del Governo inglese una vera e propria campagna denigratoria del regno delle Due Sicilie che ebbe il suo clou nel 1851 in due lettere scritta dal politico inglese William Gladstone ad un suo collega parlamentare George Hamilton Gordon, dove c’era quell’espressione “la negazione di dio eretta a sistema di governo” riferita appunto al Governo borbonico, che fece il giro del mondo e il suo eco non si del tutto spento neppure ai nostri giorni: era una frase che in realta’ si riferiva al sistema carcerario, ma non e’ questo il fatto importante, il fatto davvero importante e’, che come qualche anno dopo lo stesso Gladstone in visita a Napoli oramai facente parte del regno d’Italia, ammise, che tale frase fu abilmente sfruttata dal leader liberale John Temple conosciuto come Lord Palmerson, che tra l’altro gli aveva anche commissionato la stesura delle due lettere, per orchestrare una gigantesca campagna denigratoria del Regno delle Due Sicilie.Per la cronaca Gladstone era stato si a Napoli nel 1850, ma non aveva visitato alcun carcere e si era invece limitato a riferire delle livorose impressioni dei liberali napoletani a seguito dei fatti del ’48. Superflo sottolineare che tutti e tre i personaggi protagonisti di questa ante litteram “fake news” erano influenti Maestri Massoni.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
IL PEGGIO DELLA BOTTEGA
C'e' una parola o meglio due , un avverbio e un -ismo, che unite insieme possono riassumere tutta la repulsione, tutto il disg...
.jpeg)
-
a mio modesto parere l e fonti da cui bisogna attingere in un cammino che sia scientifico, filosofico e artistico nel contempo, e soddi...
-
Quanto siamo stati cambiati dalla recente disavventura che l'umanità ha appena attraversato? I Parchi interdetti ai bambini, le spia...
-
La medicina ufficiale non si e' mai mai interessata alla suddivisione in foglietti embrionali, difatti anche nello studio all'unive...
Nessun commento:
Posta un commento