E' un po' dalle considerazione degli articoli precedenti che prende corpo la teoria Biologica di un nuovo modo di intendere la medicina che quel medico tedesco, di cui abbiamo fatto cenni Ryke Geerd Hamer ha formulato, dopo aver subito in prima persona un trauma spaventoso, che ha anche avuto un certo riscontro di cronaca, ovvero l’uccisione nell’estate del 1978 da parte del Principe Vittorio Emanuele di Savoia, che per futili motivi si mise a sparare all’impazzata tra alcune barche attraccate a ridosso del’Isola di Cavallo in Corsica, colpendo appunto un giovane di 19 anni Dyk che era il figlio di Hamer. Il ragazzo morì dopo 4 mesi di agonia, evento che al padre ingenerò un cancro al testicolo, per il quale essendo lui un oncologo ne valutò sulla sua pelle l’eziologia, andando appunto a stabilire una connessione tra trauma e affezione. Nasce quindi da tale drammatico evento quella che questo medico arriverà a definire “ La ferrea legge del cancro” che costituisce la prima delle sue “5 Leggi” denominate “Biologiche” che stabilisce che quando uno dei conflitti dell’esistenza assume una virulenza inusitata e ha la peculiarità di un vero e proprio shock, improvviso, inaspettato e vissuto in uno stato, vero o supposto, di isolamento, ecco allora che la reazione del relativo foglietto embrionale sarà altrettanto virulenta e produrrà appunto un tumore ovvero una abnorme proliferazione di cellule o una drastica riduzione, a secondo del coinvolgimento della parte dell’encefalo preposta e questo semplicemente perchè rappresenta una forma ancestrale di reazione a quello specifico trauma per il quale è stato sollecitato un determinato foglietto embrionale, che si appunta su di una determinata parte del corpo che quindi si costituisce come una sorta di “organo/bersaglio” di un complesso processo di reazione e riparazione, che noi chiamiamo erroneamente malattia e anche cancro. La grande novità e diversità di tale concezione dalla ortodossia medica, è innanzi tutto quella di stabilire una totale sintonia tra mente e corpo, ovvero una perfetta entità integrata psico/fisica e proprio in quanto tale definita biologica, ma anche quella di differenziare due diverse fasi di risposta ad un trauma, anzi a tutti i traumi:una prima fase cui l’unità biologica mente/corpo reagisce di primo acchitto“a botta calda” dice il senso comune, ovvero mettendo in atto tutti quei sistemi di allarme e di pronta reazione per far fronte all’immediato pericolo: una reazione che possiamo spiegare a livello di sintomo dal verbo greco “συμπίπτω - accadere, capitare insieme, in quanto composto dalla particella σύν che significa appunto insieme e il verbo “πίπτω” che significa accadere; ovvero che cosa è che capita insieme? appunto l’evento traumatico e l’io conscio come “persona, come presenza che si trova in questa situazione di emergenza, Hamer la chama “fase fredda o simpaticotonica in quanto innesca le innervazione del sistema simpatico, ma se uno volesse andare ad adottare una terminologia psicoanalitica, questa è una fase in cui è in gioco solo il sistema conscio dell’individuo, ovvero l’Io, che come ha osservato Freud agisce sempre per per sintomi (accade insieme all’evento) - quindi una seconda fase, quella che si instaura quando l’emergenza è, per così dire, superata, che Hamer chiama Vagotonica o fase fredda, in quanto diretta dal nervo vago, quella che mette in azione i foglietti embrionali. E’ in questa fase vagotonica che si manifesta appunto la malattia, tanto più grave e virulenta, quanto più grave è stato lo schock traumatico, ma che sul proseguo dell’intenzione del presente scritto, di correlazione con la psicoanalisi, non sarà più da ascrivere solo al sistema conscio e quindi alla pronta reazione sintomatica bensì anche a quello inconscio la cui reazione è molto più elaborata, eminentemente simbolica, nel senso che deve “ri-mettere le cose a posto (sum-Ballein) che l’evento traumatico e il relativo conflitto innescatosi a livello di individualità biologica, hanno di fatto cercato di separare (dia-ballein) in una accezione di integrità e normotonia biologica. Dice Jacques Lacan che il tempo dell’inconscio è il Futuro Anteriore,quel “sarà stato” che da’ senso a quello che deve avvenire nel solco della tradizione e della ri-assunzione di un passato da cui trarre ispirazione; e’ quanto mai ovvio quindi che questo futuro anteriore è dato dalla psicoanalisi, per ora, in primissima istanza, la canonica psicoanalisi freudiana, l’interpretazione si, ma non solo dei sogni, ma di tutte le altre manifestazioni del cosiddetto inconscio, i lapsus, gli atti mancati, i motti di spirito, le fantasie, tutte le produzioni dell’arte, scrittura, musica, pittura, scultura, architettura, cinema, quindi la malattia e in un’ultima battuta, la morte: tutti meccanismi che Freud identificava come discorso di un linguaggio, la famosa “talking Cure” secondo la felice espressione di Anna O., una delle sue prime e più celebri pazienti, “l’inconscio è strutturato come il linguaggio” ribadiva Lacan, e in quanto a quel certo discorso, il discorso di ognuno dei prodotti dell’inconscio, che riflettono altro della coscienza...bhe! superfluo sottolineare, tornando a Freud e alle sue espresse parole, che “ogni discorso mancato è un discorso riuscito” Per verificare se questo discorso mancato è davvero un discorso riuscito, dobbiamo vedere in qual modo le tipiche funzioni simboliche dei prodotti dell’inconscio o Es, nel senso proprio del termine simbolo, possano conformarsi alle scoperte di Hamer sulle leggi biologiche e al funzionamento dei foglietti embrionali. Partiamo dall’inizio proprio dalle prime scoperte di Freud, ebbene si! tutto sembra correlato alle parole, e non solo, ma queste parole si riferiscono a fatti, episodi, circostanze, pensieri cheperlomeno fino ad allora erano considerate un pò uno scarto del linguaggio articolato e anche del pensiero: il sogno, oh diamine! il sogno, ma ti rendi conto?: da quando in qua un medico, un professore, si mette alla stregua di una volgare “smorfia” per vincere al lotto? e come se non bastasse:il lapsus, che cosa è un lapsus? un svista linguistico/espressiva, del tutto irrilevante ai fini del significato di un discorso compiuto, ed ancora. l’atto mancato, un pò tutto il mancato e persino il motto di spirito, una boutade, l’ironia... da che mondo è mondo, tutto armamentario buono ecco al massimo per rappresentazioni senza pretese di un teatrino di evasione. Ma il signor Freud insiste e va oltre: tali “scarti” del linguaggio e dello stesso pensiero umano vanno sempre più assumendo un significato “altro” che tende addirittura a trascendere e superare quello tradizionalmente accreditato. E’ la famosa “rivoluzione copernicana” dell’inconscio, secondo la stessa definizione di Freud, che riprende una dizione che aveva già utilizzato Kant, perchè è così che l’inconscio viene postulato, non come parte oscura e misteriosa della mente umana, che questa era già stata espressa da più di uno studioso : Wundt e persino Schopenauer e Nietzsche, ma che viene esperito attraverso sue manifestazioni/effetti, che si discostano dal senso cosiddetto normale, come ho fatto cenno, addirittura considerati scarti. E’ questo il modo in cui Freud scopre l’inconscio: da effetti di significazione! Le parole sono solo uno dei mezzi per portare alla luce, tali meccanismi e sovente neppure il più importante, checchè ne abbia a dire Anna O., anzi per lo più vanno interpretate per quello che non dicono, per quella metà nascosta, ed è proprio tra le pieghe di tali parole e individuando altri messaggi del corpo, la svista, l’accenno, il mancato, le conversioni, insomma tutti i meccanismi dell’inconscio, che possiamo pervenire al senso profondo, appunto di quello che il corpo nella sua interezza ha da comunicarci In effetti la “scoperta” di Freud è epocale, ma anche la “scoperta” di Hamer è epocale :”l’Io non è più padrone a casa sua” si è detto a ragione, ma in questa casa ci sono proprietari e anche inquilini che utilizzano loro “credenze” e si comportano di conseguenza. Come giustamente ha affermato Lacan, l’Io funziona come un sintomo, anzi è il sintomo per eccellenza, per cui anche il linguaggio parlato sarà giocoforza sintomatico, ma non così l’inconscio o Es, che come dice sempre ancora Lacan, non parla, ma ripete, ovvero dice sempre la stessa cosa! e perchè lo fa? “elementare Watson!” direbbe lo Scherlock Holmes di Conan Doyle “...perchè non è mai capito!” Il punto è che l’Es non agisce per sintomi, ma con un altro meccanismo, ben più complesso : il SIMBOLO.
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