giovedì 29 febbraio 2024

GENTAGLIA IGNORANTE E DI SINISTRA

 

Ho più volte rimarcato come la gente di sinistra, da Togliatti alla Schlein, specie oggi che la ancora non seppellita farsa pandemica e tutte le menzogne, i mezzucci, le imposizioni che hanno caratterizzato questi ultimi anni,  ha fatto cadere tutte le maschere di pseudo intellettualità e ancor più di  ipocrita impegno, si sia sempre caratterizzata per un dogmatismo di tipo scientista che è il più accreditato erede della religiosità alla Torquemada della Santa Inquisizione. Da Togliatti alla Schlein  "Non siamo mica all'anno zero" diceva uno di questi miei ex e oramai improponibili amici, riferendosi alla medicina, alla scienza sulle iper generali senza neppure un larvato accenno alla fisica quantistica  e ai suoi apparenti paradossi : la doppia fenditura , l'entanglement, l'effetto farfalla, i neuroni specchio, la relatività ristretta e generale di Einstein,  il principio di indeterminatezza di Heisenberg, l'equazione d'onda di Schrodinger, senza neppure un approfondimento alla psicoanalisi oltre quella accreditata dai rotocalchi scandalistici sul pantasessismo freudiano, senza menzione del ribaltamento del Al di là del principio del piacere, della pulsione di morte , della seconda topica, e a quell'analisi "interminabile" che indubbiamente non era in linea con la metodologia di sfruttamento consumista del capitalismo avanzato di dopo la prima e, vieppiù seconda guerra mondiale. "No che non siamo all'anno zero!..."  rispondevo tranquillo io "...siamo all'anno meno uno ! e guarda non ti ci metto neppure la radice quadrata  per passare ai numeri immaginari, perchè non c'è nessun immaginario da perseguire, nè tanto meno inversione di segno che mi riporti attraverso il coniugato al Reale, e quindi ad un reale senza quel razionale, che costituisce la ridicola presupposizione di Hegel e di tutti i suoi ronzini, primo fra tutti Marx, tra i più recenti Popper e il suo esecutore pratico Soros. Siamo all'anno meno uno, negatività totale, senza se e senza ma, che fanno pensare alle avversatissime idee di Guenon, di Evola, di Eliade, ovvero un mondo come declino e non evoluzione, o come disse Juan Donoso Cortes alla Camera dei Deputati di Madrid del 1849  "la causa di tutti i vostri errori, Signori, sta nel fatto che voi ignorate la direzione della civiltà e del mondo: voi credete che la civilta' e il mondo progrediscano, in verita' essi regrediscono"

I pensatori sopraccennati hanno tutti questa verità ben chiara (involuzione e non evoluzione) al contrario degli Hegeliani, i positivisti e sopratutto la mentalità di sinistra che fa il suo esordio nel mondo in uno dei peggiori periodi storici, quello della Rivoluzione francese, e viene ratificata oltre mezzo secolo dopo, con presupponenze non a caso millantate come scientifiche, da un parvenu della filosofia con la sua stracca adesione ai principi hegeliani. La scienza acritica  che i seguaci di Marx e le sue razzaffonate teorie hanno eletto a erede del dogmatismo religioso,  e', in verità e da oltre un secolo, quanto mai fallace e relativissima (anche a non voler considerare la famosa teoria di Einstein e i vari principi della fisica), e i muri delle sue impalcature sono pieni di falle. Viene da pensare a quel "mistero delle cattedrali" che il non meglio definito Fulcanelli un secolo fa indicava come  simbolo di quanto perduto a seguito dell'affermarsi del cosidetto 
 Umanesimo, cui persino un super razionalista come l'architetto Le Corbusier gli rispondeva con il suo "Quand les Cathedrales etaient blanches"  come nostalgia di quel Medioevo, un'epoca altra, indubbiamente migliore. Oggi di certo non ci sono più cattedrali così come non c'è niente che ricordi  la coralità del medioevo ed ecco perchè la cosidetta scienza appare come una sorta di muri diroccati dove tutti hanno sparato i loro proiettili e dove non rimane che lo scheletro dell'antica rappresentatività, però diciamolo, e questo assunto lo traggo non dalla conoscenza per così dire accreditata da questa cultura, che ha dato spazio a idiozie tipo la dialettica hegeliana e il suo ciò che è reale è razionale e viceversa, per non parlare della infame teoria marxiana che si è apoditticamente attribuita il termine di scientifico a
proposito del suo ridicolo materialismo, ma lo traggo da teorie e pensieri altri, tipo i sopraccennati Guenon, Evola, Eliade e tipo anche un libro di cui ho casualmente ripreso la lettura un paio di giorni fa, ritrovandolo come occultato in un ripiano della mia libreria:  "Il mattino dei maghi" di Pauwels e Bergier.

sabato 24 febbraio 2024

INTEGRALE SUI CAMMINI DELLE GOCCE

La vita di ciascuno di noi è come una goccia d'acqua, protesa verso il mare. Il percorso che porta da una nube alla distesa marina ha sempre un che di procelloso ed anche di paura che costituisce il rivestimento della goccia e che può appunto essere inteso come il processo della vita stessa, ma poi quando essa si congiunge con il mare, allora non conta più né rivestimento né paura, ma la goccia si è con-fusa nella distesa marina e la sua essenza e' solo l'acqua: focalizziamo la nostra attenzione  su quell’ infinitesimo rivestimento esterno, neppure palpabile,  che ha un correlato con il nostro essere al mondo nelle sue componenti di percorso di vita con tanto di impressioni, positive, di viaggio, di traiettoria sempre obbligata ma pur tuttavia differenziata, che da adito  a un integrale sui diversi cammini per dirla con Feynman, di una, cento , mille un miliardo di gocce . Il concetto di differenziato mi fa tornare in mente uno dei più grandi dei filosofi Julius Evola e il suo uomo in "cavalcare la tigre" ovvero l'uomo che persegue la tradizione pur senza disporre di una tradizione, ecco come piu’ volte lo stesso Evola ha affermato "l'uomo differenziato e' un tradizionalista senza tradizione" : colui cioe’ che si ribella contro il mondo  moderno non in quanto portatore di di una particolare ideologia, o identita’ conoscitiva, ma  in quanto negatore  in toto dell’essenza stessa della modernita’.
Recentemente il filosofo Aleksander Dugin ha ripreso questa figura evoliana del tradizionalista senza tradizione, dandogli l’epiteto di “Soggetto Radicale” che in sostanza ha la  stessa matrice  di rapportarsi con la tradizione , una matrice cioe’ non esterna suffragata da fatti, eventi, idee, ma interna, ecco viene da dire:  non ex-sistente, ma in-sistente , che promana dal se’ interiore dell’individuo differenziato, che non si limita a negare la modernita’ e rifarsi alla tradizione ma la crea da dentro di se’ in special modo quando essa e’ del tutto assente non solo dal piano del presenta, ma anche da quello del passato. Ecco perche’ di certo un Evola, e lo stesso dicasi per un Dugin e molte altre figure di pensatori non uniformati al pensiero dominante liberalista e sinistrorso ovvero Guenon, Heidegger,  Ionescu, Eliade, Pound, Junger, Codreanu, De Benoist. etc.non hanno mai avuto un riferimento programmatico con un dato periodo o  una data ideologia, e non si sono mai

identificati con nazismo, fascismo, comunismo che sia. Questa loro non appartenenza e differenziazione nel contempo che diviene aderenza ad un mondo non reale, ma solo immaginario  e’ molto piu’ problematica e difficile, soprattutto concettualmente ed ha dei correlati con una delle scienze apparentemente piu’ distanti dal  pensiero tradizionalista : la fisica quantistica. Sembrerebbe infatti di trovarvi una sorta di manuale d’uso in relazione appunto alle diverse possibilità di quell'integrale sui cammini di Feynman, sopra citato  che non segue solo una particella, ma anche un'onda, un flusso (flussione era l'epiteto originario del calcolo infinitesimale di Leibniz che faceva leva su di una sorta di "vis viva" promanante dall'interno di sé (in-sistente) e non dalle cose esterne (ex-sistente) come voleva Newton nella sua versione del calcolo infinitesimale. Tutto questo per affrontare l'altra flussione tutta in negativo che porta ad integrare il percorso della paura , più o meno indotta da mascalzoni, di cuispecie i tempi d'oggi ci danno tanti campioni, internazionali come
Soros,
Gates, Fauci, Schwab e relativi servi, cui purtroppo la nostra nazione ha offerto tanti esempi. La paura è la possibilità più penalizzante del cammino della nostra goccia, che in verità non dovrebbe curarsene, perché il suo thelos è sempre quello di confondersi nella distesa marina e quindi partecipare della sua essenza, l'infinitesimale che noi possiamo calcolare anche tenendo conto della possibilità di proiettare tutti gli elementi di negatività (numeri negativi -1, -2, -3,....-n = i.) e quindi istituire il registro dell'immaginario. Potremmo quindi definire questo assunto della tradizione senza tradizione  la “nostalgia ontologica fondamentale” essa difatti non si basa su nulla, esprimendosi solo  nel rifiuto radicale  del mondo moderno in tutte le sue manifestazioni Un individuo a tal punto differenziato, constata di trovarsi in una decadenza talmente pronunciata, in una oscurita’ cosi’ fitta, che non avendo, ne’ trovando  nulla  che lo

sostenga in tale posizione , deve voltarsi verso se’ stesso , alle profondita’ del suo essere, ed e’ in questo cammino che incontra la goccia che cade verso il mare con la sua forma particolare, con la sua massa, con la sua velocita’, con la sua essenza  che riflette uno stato di smarrimento e di vera e propria paura, cui hanno concorso molteplici fattori, ambientali, naturali, ma anche sociali, come abbiamo gia’ rilevato. Evola, si esprimeva in termini di differenziazione che potesse veicolare questo volgersi verso le profondita’ di se’ stesso, Dugin si rifa’ ad una interpretazione tradizionalista della filosofia di Martin Heidegger  facendo leva  sille figure del “Selbst” (se stesso) e del “Dasein” (esser-ci) io mi ci provo a ricorrere al calcolo infinitesimale leibniziano utilizzando numeri immaginari e la  fisica quantistica che cerca di interpretare i cambiamenti tra “stato” e “flusso”  tipo l’integrale sui cammini di Feynman ma anche quel famoso collasso dell’equazione d’onda  (De Broglie, Dirac, Schrodinger) 
che puo’ benissimo essere trasferito a questo post modernismo (accettiamo in questo la differenziazione Duginiana  tra pre moderno, moderno e post moderno come sorta di tappe della decadenza umana) e auguriamoci che il collasso possa essere trasferito anche e soprattutto all’attuale stato dell’umanita’ che si compone di sempre piu’ terribili minacce alla nostra liberta’ e alla nostra stessa vita . Quando la goccia raggiunge e diventa mare, entra cioe’ nella sua vera essenza non c’è piu’ alcuna ragione di avere paura.

domenica 4 febbraio 2024

RICORDI INVISIBILI

 

Grosso modo nel 1972 quando usci’ “Le Citta’ invisibili “ di Italo Calvino, rapito e affascinato  dalla costruzione di quel libro: le 55 citta’ tutte con nome di donna, il resoconto al Gran Khan di Marco Polo tra l’Immaginario e il Simbolico, ma molto poco del Reale, lo stile dello scritto così suggestivo e poetico di quello che gia’ allora era per me di gran lunga  il preferito degli scrittori italiano e molto ben messo in una ideale graduatoria mondiale dei contemporanei, sentii  l’impulso di far dono del libro a mio madre che sapevo aver conosciuto molto bene Calvino negli anni di guerra a Sanremo.  Dai racconti di mia madre e in parte di mia nonna che si erano ritirate in tale cittadina poco prima dello scoppio della guerra, causa un temporaneo trasferimento del rispettivo padre e marito che era un ufficiale di carriera dell’esercito, Sanremo era una sorta di microcosmo del panorama dell’Italia di allora con tanto presente dove si aggiravano personaggi che avrebbero fatto tanto futuro come appunto Calvino che
era ancora uno studente liceale , ma anche il suo amico Eugenio Scalfari e soprattutto uno parecchio piu’ grande, laureato in medicina dal 1942
 che  si chiamava Felice Cascione e che era un po’ il modello di entrambi, tant’è che dopo la uccisione di questi in uno  scontro contro i fascisti,  decisero di dedicarsi alla lotta armata nelle fila dei partigiani. Cascione era un medico, e si era adoperato in diverse occasioni per le cura a feriti, ma era anche un uomo d’azione che, dopo una gioventu’ tra littoriali e GUF con tanto
di premi, aveva scelto, sul proseguo degli smacchi del Paese in guerra, di impegnarsi prima intellettivamente contro il Fascismo, aderendo sul finire del ’42 al Partito Comunista,
  poi  dopo l’8 settembre anche militarmente come partigiano; era anche un sensibile intellettuale  e un paroliere di canzoni tant’è che sul refrain della canzone russa  Katiuscia aveva composto la famosa “Fischia il vento” vero inno della Resistenza e non la costruita a tavolino  di 20 anni dopo in occasione del Festival dei Due Mondi di Spoleto “Bella Ciao”. Una parabola comune a molti giovani quella di aderire alla resistenza e alle formazioni partigiane, ma anche quella opposta cioe’ di arruolarsi volontari nella RSI in particolare nella fascinosissima X Mas, erede della celeberrima X flottiglia Mas che tanto si era distinta in arditissime azioni contro la flotta inglese e che era comandata dal Principe Medaglia d’oro al v.m. Junio Valerio Borghese, e mia madre che era una ragazzetta che aveva 14 anni all’inizio della guerra  civile e 16 alla fine, era amicissima con entrambi i rappresentanti, pero’ debbo convenirne con una spiccata preferenza per i secondi cioe’ i Repubblichini con tanto di Sahariana della “Decima” baschetto sulle ventitre’ stemma con pugnale tra i denti e il motto
dannunziano “Memento audere semper”: il troppo chiacchierare come faceva Eugenio o anche il troppo pensare di Italo, le erano poco congeniali , tant’è che quando le regalai quel famoso libro de Le citta’ Invisibili” , il giorno seguente me lo rispedi’ al mittente con le parole “libro illeggibile, noiosissimo, come era noioso lui” per poi precisare "lui e tutta la cricca dei suoi amici". Ora qualche anno dopo intorno ai primi anni ottanta ricordo che fui presente ad un casuale incontro tra mia madre e Scalfari dalle parti della sede dell'orrido giornalaccio fondato da quello, e non fu per niente affabile,
come lo era stato con altri amici del periodo sanremese, il marito della grandissima amica Luciana che era un ex tenente dell'aviazione divenuto Generale, la stessa Luciana, un certo Pierino che faceva ancora il dentista a Sanremo  che presumo quello si essere stato un grande perduto amore  di mia madre e non certo Italo Calvino o Eugenio Scalfari e meno che mai Felice Cascione che di certo era 
troppo piu' vecchio, dato che ne faccio cenno solo adesso , pare che tutti quanti fossero stati follemente innamorati di lei, essendo in effetti piuttosto bella, in primis proprio Italo Calvino. Ho detto di Sanremo e del fatto che rappresentasse in se' un panorama ed anche una atmosfera di passato, presente e futuro nelle categorie del Reale, dell'Immaginario e del Simbolico un po' come il libro Le Citta' Invisibili, nel quale pensavo in qualche modo mia madre si riconoscesse. Ma così non era stato, nei ricordi di mia madre si affollavano personaggi alquanto variegati , un'altra grandissima amica era stata Isa Barzizza futura
soubrette di Macario e Toto' che allora era nota solo per essere la figlia di Pippo Barzizza uno dei maestri d'orchestra piu' in auge, un bellissimo Sottotenente della X Mas che era stato trucidato dai partigiani subito dopo la cosidetta liberazione, il nipote di Riccardo Bacchelli  che era Tenente dell'esercito nel reparto comandato dal padre il Colonnello Scarcia, un efferatissimo partigiano di 19 anni che si era nominato Ghepeu e che aveva le unghie intrise di sangue  che popolava il terrore di quel periodo visto nel suo culmine. Tutto questo io avevo assorbito appunto in racconti  che sia mia madre che mia nonna mi avevano trasmesso spesso e volentieri nelle sere d'estate sul balcone di via Nicolo' V e che a questo punto posso benissimo catalogare come ricordi invisibili in parallelo alle 55 citta' di Calvino, che per me che l'ho mai verificato nella realta' di certo noioso non e'

 

IL MALE VIEN DAL MARE

  Mi sono sempre chiesto se ci sia qualcosa o qualcuno, che possa essere indicato come il  responsabile e anche all'origine dell'att...