martedì 31 ottobre 2023

UNA TRADIZIONE BOTTEGAIA

 

E’ proprio Schmitt, lo scrittore, filosofo, giurista, geo-politico che, con questa farsa della pandemia e anche con l’ipocrita condanna occidentale della guerra di Putin contro l’Ucraina e’ andato ad occupare un posto di tutto rilievo nel mio panorama culturale di alternativa al racconto attuale della storia, che nel suo libello “Terra e mare “ del 1942 parla di una conquista britannica del mare e la definisce la linea fondamentale del primo ordinamento spaziale/planetario (sua definizione) la cui essenza risiede nel netto contrasto fra potenze dedite alla terra e potenze dedite al mare:  che cosa e’ un ordinamento spaziale/planetario secondo la definizione del grande giurista? La risposta e’ presto data nelle righe dell’accennato libello: e’ un qualcosa di estremamente piu’ importante di una guerra, diciamo che puo ‘ essere equiparata ad una grande riviouzione tipo quella di Copernico, tipo la rivoluzione francese o quella bolscevica, forse addirittura di piu’ perche’ nella portata delle poste in gioco vi sono  ordinamento sociale, usi e costumi, addirittura scelta di civilta’  “l’uomo ha del suo spazio una determinata coscienza, soggetta a continue mutazioni, perfino in una medesima epoca  nella prassi del quotidiano , l’ambiente del singolo  e’ predeterminato in maniera diversa a secondo dell’attivita’ svolta; l’abitante di una grande citta’ ha una visione del mondo  assai diversa da quellla di un contadino e ancor piu’ da quella di un marinaio, le differenze di concezione spaziale poi si fanno davvero abissali quando entrano in gioco intere popolazioni  e differenti epoche storiche,alla fin fine  afferma  Schmitt  ad ogni trasformazione  storica,  fa  di riflesso obbligato  un mutamento della concezione dello spazio. Possiamo dunque affermare che con la conquista del mare iniziata con il XVI secolo su iniziativa e prassi della Regina Elisabetta, anche lei detta “la grande” come tanti altri felloni che hanno cavalcato il corso della storia, l’Inghilterra si fa protagonista di quel famoso nuovo ordinamento spaziale/planetario. La vittoria sulla Invencible Armada di Spagna nella battaglia di Gravelinda del 1588 ad opera dell'ex pirata Francis Drake ratifico' il nuovo corso : un ex criminale che guida la flotta inglese.  L’ordinamento della terra difatti consiste nella delimitazione di territori e suddivisione in stati, al contrario il mare e’ libero, senza confini quasi senza limiti, nominalmente appartenente a tutti (anche a ex-criminali) e a nessuno nel contempo,  ma ecco che dal 

‘500 all’improvviso appartiene ad uno solo : all’Inghilterra appunto. Ci fa notare Schmitt che solo alla luce  di questa conquista del mare  e della radicale separazione con l’elemento terricolo che rimarra’ appannaggio dei popoli continentali d’Europa , anzi non  dei popoli, ma dei diversi stati nazionali con elementi spesso e volentieri di profonda ostilita’ tra di  loro e che verranno sfruttati a beneficio dell’Inghilterra per affermare la sua superiorita’, si comprendono tutta una serie  di frasi, formule, principi che personaggi inglesi si compiacciono di citare: cosi’ la massima sir Walter Raleigh  “chi domina il mare, domina il commercio del mondo e a  chi domina il commercio del mondo, appartengono tutti i tesori del mondo e il mondo stesso. Non potrebbe essere affermata con maggiore enfasi  l’esaltazione del principio mercantile, ovvero il passaggio dall’eta’ dei guerrieri o dell’argento,  all’eta’ del bronzo o giustappunto dei mercanti, secondo le ben note suddivisioni di Esiodo e di tutti i piu’ antichi racconti dell’intera umanita’. Vale quindi l’assioma che ogni commercio se mondiale deve essere marittimo, fluido, proprio come l’elemento dove esso si svolge, senza confini, senza limiti, libero ma solo finche’ in esso non venga esercitata quella superiorita’ che giustappunto costituira’ la stessa essenza del popolo inglese.  E’ a partire dalla conquista britannica del mare rafforzatasi in maniera dirompente con la rivoluzione industriale di meta’ del secolo XVIII, che si configura la possibilita’ di una supremazia mondiale su basi del tutto differenti da quella che si era verificata nei secoli precedenti con i grandi Imperi  terricoli, tipo la Persia, quello Macedone,  quello di Roma e quello dei tentativi di recupero dell’Impero Romano; per il tipo di guerra terrestre o anche marittima ma svolta secondo meccanismi terrestri (i famosi rostri romani per l’arrembaggio e’  sostanzialmente un conflitto di tipo tradizionale trasferito  sulle tolde delle navi , ma dal XVI secolo la situazione muta, la diffusione della navigazione a vela e soprattutto l’artiglieria posizionata a bordo delle navi cambiano radicalmente il tipo di guerra, niente piu’ arrembaaggi, ma lotta a distanza, abilita’ di manovra e precisione di tiro dei cannoni ecco il vero specifico della guerra marittima, parimenti la guerra terrestre era stata sempre un rapporto tra Stati: da entrambi le parti in conflitto ci sono potenze militari organizzate statalmente con gli eserciti che si scontrano in batrtaglie campali, ma  come nemici si fronteggiano solo  le truppe impegnate nello scontro, mentre la popolazione civile rimane  esclusa  dalle ostilita’, la guerra marittima specie dopo che vengono aggiunte ad essa le applicazione tecnologiche esperite dalla Rivoluzione industriale di meta’ del settecento come abbiamo gia rilevato sopra, diventa guerra totale assoluta dove non si distingue piu’ il militare dal civile  e anzi tende a coinvolgere anche il neutrale colpevole solo di  mantenere relazioni commerciali con il nemico: diciamo  che sempre più nel panorama mondiale  si affaccia una piccola isola situata ai margini del continente europeo  che volgendo le spalle
alla terraferma ha sviluppato quasi esclusivamente una modalita’ di guerra radicalmente diversa, fondata anche sui blocchi che le navi possono effettuare appunto ai commerci e quindi affamare chiunque abbia a che fare anche marginalmente con il concetto di nemico la popolazione nemica che gioco forza si vede parte integrante del conflitto, questa e’ la guerra che abbiamo cominciato a conoscere soprattutto in quest’ultimo secolo e che informa oramai l’essenza stessa della guerra moderna. Da notare  che dopo tale separazione tra terra e mare e l’opposizione tra tali elementi si era trasformate in prassi operativa, sostenuta da uno spregiudicato impiego della tecnologia, si e’ cercato di dare una impalcatura teorica  a tale assunto sostenendo una serie di teorie, principi e sistemi piu’ o meno scientifici che hanno finito  per convincere un po’ tutti della ragionevolezza quasi etica  di tale concetto, senza pero’ tenere conto  del dato originario che ha ingenerato tutto questo : ovvero  la conquista britannica del mare che ha fatto di tale fattore  il centro di un impero mondiale  fondato non piu’ sulla potenza militare, sulla superiorita’ in truppe e armamenti, insomma quello che erano stati un tempo  i grandi imperi terrestri dell’eta’ dei guerrieri,  ma sostanzialmente sulla diffusione di quell’elemento fluido, mobile che e’ il commercio, il mercato e quindi il fattore economico e farne il perno della sua supremazia. Diciamola tutta Napoleone sara’ stato enormemente gonfiato come generale e stratega, le sue vittorie per la piu’ parte favorite o da una bella dose di fortuna (Ceva, Arcole, Marengo, Wagram) e anche da provvidenziali sottoposti che ripararono a suoi errori piu’ strategici che t attici (Massena, Augerau, Desaix, Lannes, Soult), pero’ in quanto a frasi 
adatte all’occasione era davvero incomparabile : quel suo “dio me l’ha data e guai a chi me la tocca” o quel suo saper prendere i soldati “io vi condurrò nelle pianure piu’ fertili del mlondo , la dove i fiumi riluccicano come scimitarre d’oro” e anche saper come riprendere i suoi Generali “Duca di Rivoli’ non siete piu’ Massena?” sono
  delle pietre miliari forse le piu’ vere della sua carriera , ebbene fu Napoleone a definire l’Inghilterra “la nazione bottegaia “ Contro Napoleone giustappunto si ritorce la potenza marittima dell'Inghilterra che a Capo Trafalgar distrugge qualsiasi velleita' di competere nell'elemento mare con la sua flotta e quindi rinunziare a qualsivoglia progetto di invasione dell'isola. Si inaugura così un periodo di relativa non belligeranza tra potenze di mare e potenze di terra, che si fara' ancora piu' pronunciato dopo la sconfitta del Corso a Waterloo, dove l'inghilterra scende in campo anche con il suo esercito per rintuzzare le  intemperanze del principio terrestre troppo gonfiatosi con le velleita' di un singolo. Nel periodo della Santa Alleanza dominato dall'Austria di Metternich si stabilisce quasi un patto : alla terra cioe' al suo piu' illustre rappresentante il principe di  Metternich il compito di impedire il regurgito della idea rivoluzionaria come emersa in Francia, e con i suoi pericolosi sviluppi, all'Inghilterra l'incontrastato dominio marittimo per consolidare il suo Impero. L'idillio dura fino al 1848 quando oramai l'Impero inglese e' al suo acme e tornano le istanze di rivolgersi ora alla terra ferma, non per conquiste territoriali, quelle sono faccende che nel territorio europeo non interessano punto alla perfida albione. quello che le interessa e' seminare zizzania proprio all'interno delle potenze di terra, tra i forzati e spessissimo arbitrari  confini nazionali. Lo fa abilmente sempre dietro le quinte quasi mai in prima persona, cosi si mettono in moto gli esecutori piu' biechi dei principi economici suffragati sempre piu' da impianti teorici e pseudo culturali, si serve o forse e' lei come entita' politica che serve a tali soggetti non a caso conformati sotto lo status di sette o Logge, tipo quella massonica che si richiama ad astratti e fumosi principi di Libera Muratoria arbitrariamente dedotti da un passato molto poco verificabile, quello della costruzione da parte di Salomone e del suo Architetto Hiram del famoso Tempio di Salomone, proprio come trecento cinquanta anni prima era stato fatto 
dai mercanti di allora (fiorentini, romani, veneziani genovesi, olandesi) per imporre un nuovo ordine sociale e anche estetico al troppo poco flessibile mondo gotico con l'invenzione di un codice arbitrariamente definito classico da utilizzare come sorta di riduzione a elementi prestabiliti per normare tutte o quasi le possibilita' del fare costruttivo con l'avallo di quanto di piu' ardito avesse  allora da offrire la tecnologia : lo strumento della prospettiva.  Questo e' in sintesi il vero senso del Rinascimento, ma  l'aggravante e elemento che lo fa dannatamente simile alla nostra epoca e' che, il potere emergente per riuscire nell'intento di cambiare il mondo per i propri fini si sia servito come elemento di rottura di una grande supposta pandemia,  all'epoca una affezione dermatologica (peste bubbonica) oggi una banale influenza entrambi malattie normalmente insignificanti, promosse a veri e propri flagelli in grado di innescare paura nelle masse rozze e ignoranti, ieri come oggi, senza nessuna differenza

venerdì 27 ottobre 2023

IL MARTELLO COME DHS


Orbene l'amico Amos Boilini  ha centrato con semplicita’ e lampante evidenza il senso, il vero senso e tutti i significati e significanti delle 5 Leggi Biologiche di Ricke Geerd Hamer :  per farlo si e’ servito di un semplice martello e ha fatto il gesto di picchiarlo contro una mano …beh! tale azione puo’ essere annoverata ad una sorta di trauma, del tutto identico a quello che potremmo avere in circostanze meno volontarie ed anche costituire una classica DHS (sindrome di Dick Hamer per dirla in gergo delle 5 Leggi Biologiche) di notevole
e crescente entita’ se non si smette di picchiare il martello sulla mano, Ora e’ proprio qui che si divide la medicina di Hamer da quella tradizionale: nell’una e nell’altro abbiamo un martello che e’ espressione di una causa , ma mentre la medicina tradizionale  tende a vedere la mano maciullata e comincia a dare dei rimedi  facendo assumere un antidolorifico, un antifiammatorio, un antibiotico, ovvero ti da qualcosa per lenire, per riparare un danno, ma non si preoccupa minimamente di risalire alla causa che tale danno  ha provocato e  cioe’ il nostro martello che continua ad infierire sulla mano, al contrario la seconda non sta a li’ a trovare rimedi del danno oramai prodotto, ma cerca subito di eliminare il martello o perlomeno quel continuo picchiare sulla mano che non fa altro che intensificare i danni . Cessati i colpi di martello non e’ che si ha una pronta guarigione dell’arto offeso, ed ecco qui ci potrebbe essere una commistione tra le due medicine:  solo dopo aver eliminato la causa del danno, cioe’ tolto il martello, ed eliminato l’atto di continuare a picchiare sulla mano, potremo pensare a qualche lenitivo del dolore,  ingessare le ossa rotte, assumere antiinfiammatori e antibiotici per scongiurare il pericolo di infezioni;  diciamo che la medicina tradizionale e’ una medicina che si ferma alle apparenze e trova lenitivi solo a posteriori (detto per inciso la medicina di pronto intervento  perche’ quella che si prefigge di prevenire con farmaci, vaccini e quant’altro  e’ decisamente inutile, controproducente e sempre piu’ iatrogena )....
mentre la medicina di Hamer con l’andare innanzi tutto alla ricerca di cio’ che ha causato il danno,  va individuando  un effetto di contemporaneita’  ovvero di un “qui ed ora” e quindi  la ricerca di un futuro di guarigione e benessere, soggiace ad una certa anteriorita’ che si riferisce al momento in cui e’ stata presa la decisione di martellare la mano - siamo nella medesima accezione  di quanto diceva Lacan a proposito del’inconscio,  un qualcosa , nel nostro caso una medicina,  al “futuro anteriore” ovvero quella modalita’ temporale che  prende in esame tutto quello che fa da sostrato ad un certo tipo di comportamento  che potrebbe presentare problemi e proprio nello scioglimento della sua reattivita’,  perviene allo scioglimento di tali nodi onde concorrere ad un “av-venire” di ben-essere, di quello cioe'che la medicina tradizionale indica come guarigione. Possiamo aggiungere che il martello puo’ benissimo essere omologato anche ad una malattia, la causa che ingenera la malattia, per cui in termini hameriani parlare di guarigione e’ un po’ un non senso: come si fa a guarire quello che  sostanzialmente e’ gia’ guarigione?
ovvero individuare la causa dell’affezione si potra’, come e’ stato detto in precedenza cercare di curare certi effetti del trauma della DHS e in questo puo’ andare anche bene qualche ritrovato della medicina allopatica, ma una volta eliminata la causa  del trauma e quindi dell’affezione, sara’ sufficiente  attenersi al piano di recupero che il nostro organismo biologico ha sempre bello e pronto:  ecco anche per questo le 5 Leggi Biologiche hanno la qualifica di “biologiche” perche piu’ che alla medicina, alla psicologia, alla terapia, hanno innanzi tutto a che fare con la  Biologia, ovvero  una intrinseca e naturale  finalita' corporea volta al ben-essere.                                                                Diciamo dunque che l'amico Boilini e' stato chiarissimo nell'identificare un semplice martello con la complessita' di una DHS così come elaborata nel pensiero e nella prassi di Ricke Geerd Hamer sulle ben note vicende del trauma dell'uccisione del figlio giustappunto Dick Hamer  che ha dato  nome alla sindrome.
D'altronde il martello e' stato  sempre un referente molto utilizzato nel meccanismo metaforico di formazione del nostro linguaggio, chi non ha in mente la famosa canzone di protesta di Peter Seeger "If iI had hammer " - il martello della giustizia è la campana della liberta'  è la canzone sull'amore tra i miei fratelli e le mie sorelle per tutta questa terra" che la can tera' anche con il trio The Weavers e sara' un grande successo di  Peter Paul and Mary e anche della nostra Rita Pavone, sia pure spurgato del senso di protesta, con un martello genericamente utilizzato per "darlo in testa a chi non va" . Il martello e' stato preso ad esempio per molti test di psicologia : la giusta martellata nella prefazione del saggio "la ristrutturazione" di Bandler e Grinder, il martello del dio Thor nelle saghe nibelungiche, quindi il martello che compare nel logo del comunismo ed infine suvvia  sorridiamo un pochino
per il traslato del termine  sulla persona del famoso Re Francese Carlo Martello, quello pero' della canzone  di De Andre'  che ritorna dalla battaglia di Poitiers 
«È mai possibile, o porco di un cane, che le avventure in codesto reame debban risolversi tutte con grandi puttane? Anche sul prezzo v'è poi da ridire: ben mi ricordo che pria di partire v'eran tariffe inferiori alle tremila lire!»

martedì 3 ottobre 2023

800A - OTTOCENTO A - OTTO, ZERO, ZERO, A

 

800A   - Questa e’ una  scritta che per chi si trova a girare per la citta’ di Palermo trovera’ onnipresente:  riportata  su muri, cartelli, portoni, interni di palazzi, soprattutto bagni pubblici, per non parlare poi dei bagni dei vari istituti scolastici;  scritta che e’ una vera e propria sigla dell’immaginario collettivo palermitano perche ‘ sempre riportata cosi’ nel suo estremo schematismo  di in numero che puo’ essere ottocento, ma anche  otto, zero, zero, e una lettera “A” e’ l’espressione di un vero e proprio vissuto o forse desiderio di vissuto, storico, direi proprio immutabile  scavalcando computer, cellulari, codici binari e quant’altro : 800A che andando ad indagare risulta una manipolazione da aggiunta di una originaria espressione molto usata anche essa come scritta, ma soprattutto strausata a livello verbale ….la aggiunta scritta e’ data  dal chiudere le due estremità della S maiuscola fino appunto a pervenire ad un otto e chiudere  invece a zero la lettera U e la lettera C , sempre maiuscole con un piccolo tratto…. da “SUCA” a “800A” appunto. Una parolaccia ordunque, mascherata o meglio manipolata, aggiunta,   tale da non incorrere,  forse originariamente,  nella riprovazione o nell’interdetto, quando non addirittura nella sanzione dell’ordine costituito o pubblica moralita’ . La parola originaria “SUCA” e’ senza dubbio il piu’ famoso intercalare del dialetto siciliano che non e’ pero’ stata sdoganata come il celeberrimo “minchia” che solo fino a qualche tempo fa veniva solo allusa con un prolungato “Miiiiii…” che pero’ poteva anche essere inteso come una riduzione del termine “mizzica”.  
La parola Minchia che e’ poi il corrispettivo siciliano del termine che indica l’organo sessuale maschile, e’ entrata oramai nel linguaggio ordinario e probabilmente non solo regionale e  nazionale, ma mondiale, questo specie negli ultimi cinquant’anni grazie soprattutto ai film, alle vulgate in dialetto siciliano a tutta una serie di attori ; così non e ‘ stato  ad esempio per il corrispettivo dell’organo sessuale femminile  “sticchio”  che e’ rimasta, forse per un indubbio effetto cacofonico, nell’ambito regionale e anzi specie nelle ultime generazioni sta via via per essere soppiantata da espressioni meno contorte e anche piu’ semplici come il diffusissimo  
“fica”. In proposito voglio riferire un gustoso aneddoto di me ragazzino dell’estate del 1961, quando l’interesse per quella determinata cosa cominciava a farsi predominante. Non ero da troppi giorni a Palermo e avevo fatto amicizia con gruppi di ragazzetti grosso modo della mia eta’ tutti super arrapati e in velleita’ di entrare a far parte della terminologia specifica siciliana del modo di dire “canazzi di bancata”  ovvero  espressione indicante quella sorta di metafora che la folcloristica di un luogo pone tra due elementi del suo costume e delle sue abitudini : da una parte appunto quei ragazzi alla ricerca di una identita’con peculiarita’ molto pronunciate da un punto di vista maschile e dall’altra quei cani che cominciano ad aggirarsi tra i banchi dell’appena dismesso mercato che debbono essere estremamente decisi e volitivi se vogliono accaparrarsi qualche resto di cibo.
Mi trovavo, io romano tredici anni appena compiuti (giugno 1961),
  facente parte di questa  combriccola, con i miei modi di dire, i miei atteggiamenti, il mio modo di fare,  diversi d’accordo, ma che pure avevano  avuto i loro ammaestramenti, la serie di prove da superare negli equivalenti delle comunita’ di ragazzetti di via Nicolo’ V, di Monte del Gallo, e persino della Borgata di Primavalle da dove di tanto in tanto qualche appartenente calava. Cos’ io cercavo di tenere il passo anche in quel siciliano ecco con le sue parolacce specifiche, il minchia, il suca ed anche quel termine che non riuscivo a decifrare bene, sticchio appunto. “ma guarda un po’ quanto sono strani questi siciliani” mi dicevo arrovellandomi non poco “ invece di guardare, chesso’ il culo, le tette, il corpo, si fissano su di un particolare che francamente mi lascia proprio perplesso : gli stinchi !  - che bello stinco !!!!  Miii...du’ stinco … !!! , ma cristo che cazzarola di attrattiva erotica puo’ avere uno stinco?” finalmente trovai il coraggio di dirlo ad uno del gruppo con il quale ero entrato piu’ in confidenza e quello…beh non ci crederete… non si riusciva piu’ a fermare dal ridere   “ u sticchio, mala minchiata d’un romano, u’ sticchio, non lo stinco !”  - ma vaffanculo te e la tua lingua perversa,  come si  puo’ dare un nome simile alla fica  ?!”  avevo cercato di ribattere  Anche il termine suca e neppure la sua forma siglata 800A si e’ sdoganata dai confini siculi, eppure in Sicilia , lo ripeto, letteralmente dominante, si certo,  anche piu’ dei termini minchia e soprattutto sticchio, non solo ma ci sono tutta una serie di risposte, rispostine, frasi fatte,  quando qualcuno (e sono tanti ve lo assicuro) vi gratifica del termine Suca, che a ben vedere e sentire non indica uno status, ma un evento, un qualcosa che si fa, un po’ come la differenza tra la particella e il flusso in fisica quantistica, vale a dire  Heisenberg e Schrodinger,  principio di indeterminatezza e equazione d’onda, interpretazione di Copenaghen e doppia fenditura.
effetto doppia fenditura
La prima fresetta di pronta reazione e’ “a mia “ cioe’ fallo tu a me, che puo’ essere ulteriormente colorita “a mia e a o’ Duca… “ chissa’ a quale Duca si allude, ma c’e’ ancora un continuo “ e a o’ cane… con conclusione ancora piu’ contorta “ e co o’ culo te vuschi o’ pane!” Non chiedetemi dove sono state prese queste coloritissime, anche se
 poco giustificate frasi e quali origini abbiano: non e’ come per i “canazzi di bancata” o mille altre espressioni siciliane che hanno una loro stringente logica e precisissimi riferimenti storici, di costume, di tradizioni : Garibaldi e il suo grido “voglio Pilo “ su doppio
significante del nome del suo luogotenente e de “o pilo” con il quale si suole anche indicare l’organo sessuale femminile, questo quando ancora non si era diffusa la moda del depilarsi, “cu mancia fa muddichi” chi mangia fa mollica, “o’ cane muzzica
  sempre o’ sfardatu” -  il cane morde sempre il disgraziato,  “nuddu se pigghia si nun s’assomigghia” - nessuno si prende se non si assomiglia  “si nuddu miscato cu’ gnenti” - sei nulla mschiato con niente “afferra cazzi n’t’all’aria” di uno che insegue cose non concrete , e tante,  tantissime altre. Sempre sul suca ci sono altre  aggiunte, magari appannaggio di determinate categorie di persone come gli studenti del vecchio ginnasio che commentando pezzi dell’Eneide tipo l’invocazione fatta alla vergine guerriera Camilla potevano anche indirizzare l’epiteto con un’ aggiuntina di classico “Suca…milla forte,guerriera” scandendo opportunamente la frase . 
  

IL MALE VIEN DAL MARE

  Mi sono sempre chiesto se ci sia qualcosa o qualcuno, che possa essere indicato come il  responsabile e anche all'origine dell'att...