giovedì 29 giugno 2023

DICK E RICKE GEERD HAMER NEL NOSTRO FUTURO ANTERIORE

 

La medicina che esce fuori dalla impietosa analisi della metodologia profondamente sbagliata dei protocolli nosologici,  cede in toto alla diversa impostazione di Ricke Geerd Hamer che  e' la scintilla per una comprensione del profondo rapporto che lega il cervello con il corpo e le varie manifestazioni attraverso i diversi organi così come accennato nel precedente articolo.  E' piuttosto noto che la straordinaria teoria di Hamer e le sue famose 5 Leggi Biologiche  siano scaturite dal trauma profondo per l'uccisione del figlio Dick Hamer da parte del principe Vittorio Emanuele di Savoia nel 1978, ingenerando ad una serie di considerazioni che lo portarono a individuare nuovi parametri nella eziologia di tutte le malattie  La  medicina, cosidetta tradizionale, segue con  malafede, la metodologia scientifica dell'analisi dei fenomeni, senza per questo potersi minimamente annoverare come fenomenologia, ma rientrando a tutto tondo nella pretestuosità e forzatura, tipica del procedimento statistico, cui è da addurre ogni conclusione e significanza della sua essenza: un gigantesco, sterminato "effetto pompieri" che si insinua in ogni sua formulazione e stesura di protocolli nosologici. (effetto pompieri come giustamente osservato da Hamer e' quella conclusione a cui si puo' arrivare in mancanza di un corretto punto di vista, osservando che ad ogni incendio corrisponde un apparire appunto di pompieri fino ad arrivare alla semplicistica conclusione che associa i pompieri all'incendio facendone i responsabili) Questo e' proprio il medesimo meccanismo che e' alla base della iper semplicista teoria della perniciosita' dei microbi, centrale nello spirito della medicina convenzionale, ideata da un furfante come Pasteur, per accaparrarsi i proventi delle nascenti grandi compagnie di farmaci  Un grande disprezzo per la medicina dunque, anche perchè in tale sua forzatura, per forzarne e imporne i termini, ha sempre dovuto far ricorso alla "paura" la più nefanda delle emozioni che ha ereditato dagli antichi stregoni del villaggio e verificato l'efficacia in grandi calamità collettive tipo una epidemia come osservava Manzoni a proposito della peste di Milano "cabala ordita per far bottega sul pubblico spavento" (e qui, detto per inciso, ci sarebbe a lungo di che parlare) Si in effetti ho il massimo disprezzo per la medicina, non le riconosco nessuno dei meriti cui un pò semplicisticamente le si attribuiscono: non credo assolutamente nella teoria dei microbi di Pasteur e propendo semmai per l'affermazione di Bernard "il microbo è niente, il terreno è tutto"  non credo nei vaccini e meno che mai credo nella medicina preventiva il cui unico scopo è quello di diffondere la paura della malattia anche quando non c'è, non credo in tutte le sofisticate macchine che non fanno altro che avallare le malefatte della diagnosi, ecco l'unica cosa in cui sono disposto a dare un minimo di credo è il supporto che essa può offrire in caso di effettivo trauma e di lenimento del dolore.

Quindi si tratta di una medicina di rimozione, cioè chirurgica e di anestesia Il  disgusto poi  dalla medicina tradizionale e' aggravato dal  mercimonio che essa di concerto con le lobbies farmaceutiche (più lucrose dell'industria degli armamenti internazionali) opera su noi poveri, fin troppo "pazienti" . un non troppo dissimile ragionamento va riservato alle cosidette medicine alternative, ovvero tutte quelle tendenze, prescrizioni, metodi, anche diverse scelte di vita, che proprio facendo leva sui fallimenti e le insufficienze della medicina tradizionale, optano per soluzioni differenti (omeopatia, fitoterapia, agopuntura, massaggi, etc.) che appunto vengono definite alternative; ma di alternativo c'è solo il metodo, difatti anche per queste, chiamiamole terapie, la malattia è sempre il nemico, una "brutta cosa" da combattere con ogni mezzo, foss'anche un fiore, una bacca o un rituale da cadenzare, come fa una mia amica di Palermo coi suoi "namastè"  Non si esce da questo abbaglio se non decideremo di cambiare radicalmente punto di vista, se non utilizziamo un altro indice referenziale, ecco come faceva Milton Erickson, forse qualcosa di ancora più categorico del diavoletto di Maxwell, non un angolo della stanza, ma proprio un'altra stanza. Non potremo mai tentare un approccio verso la nostra biologia, verso il nostro corpo, finchè non adotteremo qualcosa di veramente alternativo alla stereotipata concezione che vede la natura come qualcosa di maligno sempre pronta ad un cieco e casualissimo attacco verso la nostra presenza in una sorta di anghingò "a te si e a me no" dove vengono usati parametri a dir poco fantasiosi (una sfiga biologica, qualche volta addirittura genetica, supposte cattive abitudini di vita, il fumo, l'alcool, il caffè, il sale, lo zucchero e chi più ne ha più ne metta e ciliegina sulla torta quel velleitario ma manipolabilissimo strumento statistico che può fare del pompiere il responsabile degli.incendi)
E' gia il termine "malattia" che è insufficiente, anzi radicalmente sbagliato, non c'è alcun male nel suo processo, ma anzi come per i batteri, i funghi e anche i virus, si tratta di un qualcosa di estremamente utile, dato che si tratta di un sensatissimo processo biologico che cerca di porre riparo ad una forzatura in cui la nostra entità corporea è stata fatto oggetto da un ambiente, non maligno e neppure ostile, ma semplicemente indifferente alla nostra "presenza" e pertanto una sorta di geometrale di traumi di adattamento e relativi conflitti. Il punto e' che in una medicina rappresentata da  una realta' mortificata appunto dalla presupponenza delle diagnosi e anche delle prognosi, non v'è altra strada che quella di perseguire "altro" magari facendo leva su quell'immaginario che in matematica si e' ottenuto proiettando i numeri negativi. la teoria di Hamer con le sue 5 Leggi Biologiche rappresenta  quel pervenire ad un diverso registro dopo aver passato in rassegna quello del Reale e quello dell'Immaginario : il registro del Simbolico ovvero quel "rimettere insieme = sum - ballein" cio' che la natura e quindi la biologia ci da' per assiomatico : la connessione mente/corpo nell'eziologia di tutta l'essenza vitale e non soltanto della specie umana, un adattamento all'ambiente che ha contrassegnato la storia della vita nel nostro pianeta .Ciascuna epoca preferenzia nel suo adattamento al mondo delle modalita' differenti : ai tempi dei Romani era lo Stato come entità sovranazionale, con l'avvento del Cristianesimo è subentrato quello religioso e catartico dove l'uomo era in netto sottordine ad un ipotetico dio e la sua azione demandata ad un ipotetico al di là, molto ripreso dal concetto di iperuranio di Platone, con la Rivoluzione industriale il referente umano ha subito un'altro spostamento, non più un dio, ma la macchina. ecco la macchina è diventata il paradigma su cui impostare ogni co-relazione, una macchina coi suoi ingranaggi, i suoi pezzi che possono rompersi ma possono essere aggiustati e anche sostituiti - è innegabile che lo stesso paradigma è stato utilizzato dalla medicina tradizionale ma anche da quelle alternative : il corpo funziona e si deteriora, ma può essere ri-aggiustato, cambiato questo o quel pezzo - quindi l'operatore di detta, o meglio cosidetta, scienza si configura come aggiustatore, come meccanico, ma ahiahiai il materiale grezzo dove questi signori, ex stregoni, ora medici, si trovano ad operare...eh si! siamo proprio noi, etichettati non a torto con il termine di "pazienti" che pazientemente entriamo nell'officina e attendiamo di uscirne riparati.

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