giovedì 31 marzo 2022

UN MODELLO (VERO) PER JAMES BOND

 

Rubi, come lo chiamavano tutti, grazie alla sua classe e al suo irresistibile charme, aveva conquistato alcune tra le donne più belle del mondo. Grazie alla sua sfacciataggine ed alla sua abile capacità di animare le serate, era amico dei più grandi protagonisti del jet-set internazionale. I suoi amici erano Frank Sinatra, re Farouk, il miliardario Aly Khan. Il suo palcoscenico erano i posti più alla moda del mondo, dalla Costa Azzurra, al Brasile, passando per le capitali europee. Rubi era un grande sportivo, grande giocatore di polo, formidabile guidatore, ottimo tuffatore. Le sue amicizie, i suoi amori e le sue imprese sportive ne hanno fatto un’icona dell’epoca, quella a cavallo tra gli anni cinquanta e sessanta. Era l’icona del perfetto edonista. Era nato nel 1909 a San Francisco de Macorìs, comune della Repubblica Dominicana. Suo padre era un generale dell’esercito. Da giovane studiò a Parigi, poiché il padre era diventato diplomatico presso il consolato di Parigi. Tornò a diciassette anni nel suo paese natale, per iscriversi a legge ma non completerà mai gli studi. Il 3 dicembre 1932, sposò Flor de Oro Trujillo, la diciassettenne figlia del dittatore dominicano Rafael Leonidas Trujillo. Grazie a questa unione, Rubi venne mandato a Berlino per svolgere il suo primo incarico da diplomatico. Protetto dal sanguinario despota, ricevette in cambio prestigiosi incarichi diplomatici e molto denaro. Quando però il dittatore venne a sapere delle continue infedeltà del genero, costrinse la figlia a divorziare ed impose a Rubi di non mettere più piede nella Repubblica Dominicana. Vi tornerà solo dopo l’uccisione dell’ex suocero.Rubi. Gli sono state attribuite relazioni con molte donne famose e bellissime. Pare che per lui abbiano perso la testa : Rita Hayworth, Marilyn Monroe, Ava Gardner, Soraya, Dolores del Rio e tante altre. Senza contare le infinite avventure avute con cameriere d’albergo, mogli di amici, hostess di aerei, o sconosciute appena incontrate. Dopo il divorzio con Flor de Oro Trujillo, Rubirosa si risposò con l’attrice Danielle Darrieux, poi con la miliardaria e giornalista Doris Duke, dopo con l’ereditiera Barbara Hutton, dalla quale divorzierà dopo soli 53 giorni di matrimonio. Infine, a 47 anni compiuti, con la diciannovenne Odile Rodin. Sarà lei la sua ultima moglie.Dai divorzi dalla Duke e dalla Hutton, Rubi ricaverà una quantità di denaro enorme e molti beni, come piantagioni di caffè, aerei privati, allevamenti di cavalli, auto sportive. Ed una casa bellissima a Parigi del XVII secolo. In fin dei conti, quello che Rubi sapeva far meglio, al di fuori dello sposare (anche per interesse) donne miliardarie, del giocare a polo, del ballare tutta la notte in esclusivi locali, era divertirsi. All’alba del 5 luglio 1965, a Parigi, dopo una notte di baldorie passata al night club “Jimmy’s” per festeggiare la vittoria nella coppa di Francia di polo, Rubirosa si schiantò contro un albero al Bois de Boulogne. Era al volante, come a tutta velocità, della sua Ferrari 250 gt cabriolet. E questo lo ricordo come se fosse oggi che ne ebbi la notizia a Riccione mentre ero intento, con un paio di amici, magari complice qualche tedescotta in vacanza sulla riviera adriatica, di emulare (ovviamente fatte le debite distanze) le sue avventure . Ricordo che l'associazione tra lui e il Sean Connery di James Bond in Goldfingher fu in quell'estate del 1965 immediata , d'atronde Jan Fleming che era stato un ufficiale di marina e agente segreto pure lui, dopo lo scandalo delle spie gay di Cambridge - i famosi 5 di Cambridge - ebbe l'incarico di scrivere un libro su un agente segreto tombeur de femmes. E si ispirò giustappunto a a PORFIRIO RUBIROSA.


c'è la foto qui riprodotta dove in effetti si fa fatica a distinguere Rubirosa dal Sean Connery di "my name is Bond, James Bond" di Lo ripeto in quel 1965 Rubirosa era il mito di noi aspiranti play boy (poi sarebbe arrivato Gigi Rizzi), difatti lui si era fatte le più fantasmagoriche donne del mondo dello spettacolo e del jet-set. Fra le altre, Dolores del Río, Marilyn Monroe, Ava Gardner, Rita Hayworth, Soraya Esfandiary, Veronica Lake, Kim Novak e Zsa Zsa Gábor. Truman Capote, in Answered Prayers, ha descritto dettagliatamente come Rubirosa fosse sessualmente superdotato, una peculiarità che in Francia è ricordata anche attraverso un drink particolarmente piccante servito nei bistrò, chiamato non a caso "Rubirosas" nonché attraverso un macinapepe particolarmente lungo e voluminoso battezzato appunto "rubirosa" Dopo il divorzio da Flor de Oro Trujillo, Rubirosa si risposò con l'attrice Danielle Darrieux (con cui convolò a nozze il 18 settembre 1942), con la giornalista e milionaria Doris Duke (sposata il 1º settembre 1947) e con Barbara Hutton, da cui divorziò il 30 dicembre 1953 dopo soli cinquantatré giorni di matrimonio. La Duke riconobbe all'ormai ex-marito cinquecentomila dollari, oltre ad un allevamento di cavalli per il polo, diverse auto sportive e un B-25 riadattato. Rubirosa ottenne come buonuscita anche una casa parigina del XVII secolo. Barbara Hutton, dal canto suo, aveva acquistato per lui una piantagione di caffè nella Repubblica Dominicana e, successivamente, un altro B-25. In sede di divorzio gli riconobbe un importo di tre milioni e mezzo di dollari.
L'ultimo matrimonio di Rubirosa fu celebrato nel 1956, quando aveva quarantasette anni, con l'allora diciannovenne attrice francese Odile Rodin.
Rubirosa è stato raccontato o semplicemente evocato dai media in diverse circostanze. In Italia, Fred Buscaglione ne ha tracciato la caricatura nella canzone Porfirio Villarosa, musicata nel 1956 su testo di Leo Chiosso. Tra le rime si cita "ogni diva dello schermo che lo vede dice: t'amo e lui le crede". Nel film Malizia (1973), ambientato negli anni '50, Turi Ferro apostrofa il figlio maggiore chiamandolo "Rrubberrosa". Nella pellicola Fratelli d'Italia (1989), diretta da Neri Parenti e interpretata da Christian De Sica, Jerry Calà e Massimo Boldi, lo stesso De Sica, che noleggia per le vacanze con gli amici una Jaguar che "si dice appartenuta a Porfirio Rubirosa", lo cita affermando che "fisicamente me' somiglia".Il compositore Don Arrington, con il librettista Peter Johnson e lo scrittore Raphael Pallais, ha scritto un musical rappresentato a Broadway e basato sulla sua vita- La vita di Rubirosa è stata nel frattempo rappresentata dal personaggio di Dax Xenos nel romanzo di Harold Robbins The Adventurers. Brett Easton Ellis in American Psycho cita l'orologio Rolex d'oro rosa appartenuto a Rubirosa. Una citazione dell'eleganza di Rubirosa è contenuta anche nel romanzo di Paolo Sorrentino Hanno tutti ragione (2010).
Porfirio Rubirosa è citato nel brano musicale Pupa (Album Urlo, 1980) del cantautore italiano Ivan Cattaneo, insieme a Don Giovanni e Casanova.
Come pilota di automobilismo (in questo assai simile ad un altro famosissimo dandy Raimondo Lanza di Trabia, Rubirosa si iscrisse al GP di Bordeaux - valido per la Formula 1 - il 25 aprile 1955. Doveva guidare la propria personale Ferrari 500, identica a quella di Alberto Ascari nel 1952 e nel 1953 ma si ammalò prima della gara dovette rinunciare . Partecipò invece nel 1950 e nel 1954 alla 24 Ore di Le Mans e, sempre nel 1954, in coppia con Luigi Valenzano, alla 12 Ore di Sebring (in questa competizione pilotò una Lancia D24 e giunse al secondo posto)

giovedì 24 marzo 2022

L'ORO DELLA MENTE (BICAMERALE)

 

L'eta' dell'Oro, quindi sulla base dei ragionamenti riportati nell'ultimo articolo sempre qui sulla Passeggiata delle cattive, ma anche negli altri blog che fanno capo a Lenardullier.blogspot.com, non sarebbe altro che la "mente bicamerale" del saggio di Julian Jaynes il crollo della mente bicamerale e l'origine della coscienza, ovvero le Voci degli Dei, allucinazioni auditive dovute a formazioni neuronali costituite da tutta la somma di esperienze esperite nel corso di molteplici generazioni ed un numero imprecisato di anni,(certamente molti molti di piu' di quelli che possiamo attribuire alla coscienza che a malapena arrivano a tremila), trasferite metonomicamente, cioe' per spostamento di significanti, spostamenti  dettati dalle diverse situazioni ambientali che di volta in volta potevano presentarsi e richiedenti un pronto adattamento degli individui appartenenti alla specie umana. Un processo fortemente adattivo dunque, che ha una metodologia temporale che possiamo chiamare una "messa in situzione" dell'individuo in un certo contesto con relative istruzioni che debbono essere necessariamente "ob - audite" e anche una metodologia che rimanda ad una precisa localizzazione nell'emisfero destro del cervello.
Una funzione  alternativa, ma anche interrelata con l'emisfero sinistro dello stesso cervello che resta deputato all'altra funzione  precipua dell'adattamento all'ambiente, quella  di un continuo arricchimento del linguaggio articolato. Così se nella prima metodologia viene usato il meccanismo della Metonimia che si avvale dello spostamento dei significanti di volta in volta acquisiti nel processo di adattamento all'ambiente, nella seconda  si delinea l'atra forma di adattamento umano che e' quella di un linguaggio sempre piu' vario e articolato  ovvero la Metafora, una comparazione dei significati per similarita' e somiglianza ("che cosa e' quello? Bhe!?...e' come ...questo!" - siamo quindi  nelle due figure essenziali e strutturanti della retorica del linguaggio : metafora e metonimia, condensazione e trascinamento, assi portanti di una lingua).
La distinzione tra significante e significato, gia' posta da De Saussure e approfondita da Lacan, si delinea come rappresentante della modalita' delle due diverse figure:  la condensazione metaforica opera attraverso significati immediati ottenuti attraverso la comparazione dei due termini del confronto, uno noto e quindi referente appunto di un giudizio gia' operato, l'altro meno noto, cioe' un riferito che assume componenti del termine di confronto e acquista così un nuovo significato; al contrario il trasferimento metonimico agisce attraverso una diffusa continuita' non solo riferita agli oggetti, ma anche al comportamento utilizzato in una determinata occasione, il vissuto del soggetto, il suo relazionarsi in merito a tutta una somma di fattori...e' tutto questo che deve essere trasmesso nella voce allucinatoria  che non a caso viene attribuita agli dei. 
L'eta'  dell'oro e degli dei, ecco io trovo una attribuzione legittima proprio in quella mente bicamerale  postulata da Jaynes, laddove mi sembra proprio che i due emisferi e le onde da essi prodotte funzionavano in perfetta sinergia, direi anche in una sorta di simmetria che ricorda molto la Super Simmetria dei fisici quantistici , dove magari al posto delle particelle io proverei a sostituire le stringhe, intese come frequenze d'onde  e magari con un tantino di forzatura identificate nella condensazione e nello spostamento dei rispettivi processi metaforico e metonimico. A rompere tale sinergia, tale simmetria si e' pervenuti con la coscienza ovvero quel famoso "analogo io" che individualizzando uno solo dei meccanismi, ha condensando l'ambiente esterno con il proprio essere in situazione e ha quindi avviato un processo di narratizzazione di se stesso che ha giocoforza ingenerato  un pronunciato  occultamento del processo metonimico.   
Attenzione questo evento, non precisato, ne' localmente ne' temporalmente, e' tuttavia riportato in tutti i miti delle civilta' umane con differenze solo formali di narratizzazione, ma strutturalmente tutti riconducenti ad un qualcosa di nuovo, di inusitato che ad un certo punto ha cominciato ad emergere dalla nebbia di una storia umana che proprio in forza di tale forza nuova ha cominciato a narratizzare se stessa : Eh si ! e' lei la coscienza ,e generalmente  la cosa viene enfatizzata come momento catartico, presa  come evento epocale, originario del tutto o quasi, esaltata come l'emergere della luce della ragione, dal buio delle tenebre dell'incoscienza. Ma non e' così, anzi siamo proprio al netto contrario! Con il sopravvento di una funzione cerebrale sull'altra  (la metafora sulla metonimia, la condensazione di significato, sul trascinamento di significante ) gli dei cessano di far sentire la propria voce , tutto resta affidato a questa identita' tra proprio io e comportameno in situazione, che si rivelera' fallacissima, perche' espressione di un individualismo supposto e facile a scadere nella presunzione, nella tracotanza e a sviluppare le caratteristiche piu' deleterie della specie umana (violenza, intolleranza, menzogna, crudelta', etc.). La narratizzazione dell'analogo io in situazione pone una narratizzazione sempre parziale, incurante della verita', bugiarda e incline al raggiro e  alla continua oppressione dei propri simili; non e', in altre parole, una narratizzazione della ragione  , ma piuttosto un racconto , una storia della volonta' di avere ragione : ragione ad ogni costo, a dispetto di verita, giustizia e qualsivoglia idealita'.    E' così che l'eta' dell'oro e il divino ad essa sotteso,  vengono messi in sottordine, e le voci allucinatorie che erano espressione di quel rapporto  relegate in un emisfero che viene etichettato come secondario, non dominante, espressione di una rappresentazione non razionale  affidata perlopiu' a   personaggi strani, bizzarri, invasati  o tutt'al piu' a funzioni  di poco valore pratico: intuizione, fantasia, misticismo, magia. Via via col tempo ci sara' qualcuno che comincera' a dare valore a tali manifestazioni, ma dovranno passare molti molti anni e sempre con una certa ambiguità, riconosciuti ma sempre da una esigua minoranza: gli sciamani di certe culture, gli adepti di particolari discipline come l'alchimia,  il tentativo di edificare sorta di monumenti del tipo delle Cattedrali medioevali, alcuni corpi dottrinali e comportamentali come la Cavalleria, l'impianto di opere letterario di particolare simbolismo (La Divina Commedia di Dante Alighieri, il Don Chisciotte di Cervantes, le filosofie di un Leibniz, di un Kant, financo di un NIetzsche, di uno Schopenauer e a sugello:  il riconoscimento attraverso sintomi e manifestazioni di quel famoso  impianto metonimico  dell'emisfero destro, di un altro modo di interagire con il reale, una modalita' non piu' solo immaginaria ma simbolica (che cioe' ri-mette insieme") cui uno studioso di Vienna non trovera' niente di meglio che denominare " in-conscio "              
Gli dei abbandonano la scena, come viene ripetuto spesso "non abitano piu' qui" l'oro quasi scompare dal mondo, e' tempo di un altro metallo, meno nobile, non splendente e soggetto a deterioramento : e' l'argento la cui eta' viene assimilata alla classe dei "guerrieri"  L'argento si addice ai sonnambuli e tali si muovono nello scenario di una umanita' sempre piu' volgarizzata, i suoi adepti, ovvero i grandi imperi, i condottieri di uomini, i grandi pensatori, l'Atene della filosofia ma anche della Commedia e della Tragedia, Alessandro il Macedone, la grande Roma repubblicana, Giulio Cesare, l'Impero, quindi le manifestazioni dianzi citate. In verita' anche l'argento viene soppiantato da un metallo meno nobile : il bronzo che trova corrispondenza nell'eta' dei "Mercanti" ovvero il principio del baratto, gli scambi commerciali che attraverso il danaro  divengono l'unico valore su cui far leva: il valore di scambio. Banchieri e faccendieri, rapporti di compra-vendita, ancora piu' enfasi alla corruttela, all'inganno, al raggiro, senza neppure quel corrispettivo di coraggio, fierezza che aveva caratterizzato l'eta' dei guerrieri. 
Al contrario di Guenon, forse piu' influenzato da Evola ho cercato di dare un corrispettivo temporale  a tutto questo processo delle varie Eta' del mondo, trovandolo per quest'ultima nella Grande Pandemia del 1348 che chiuse la partita con le esperienze di coralità del medioevo (le Cattedrali e le dimore filosofali di Fulcanelli), la Cavalleria e i suoi paladini, il senso di un Impero extra nazionale , Federico II di Svevia, la Divina Commedia di Dante, il calcolo infinitesimale d Leibniz, il Criticismo Kantiano.
Non e' un caso che la Grande Pandemia del 1348 , a mio parere molto esagerata come tutte le pandemie, in realta' sia stata espressione solo di una reazione ad un prolungato stato di disagio, e in forza di una paura della malattia, del contagio, abbia fatto piazza pulita di tutte le espressioni di coralita' e tradizione, per favorire un esasperato  individualismo avallato dal  ricorso a codici del tutto inventati (tale l'Ordine Classico desunto da scarsi ritrovamenti archeologici e non suffragato da alcuna verifica ne' formale, ne' strutturale) e a forse il primo degli strumenti tecnico/scientifici di controllo : la prospettiva di Brunelleschi, Leon Battista Alberti, Rossellino)

lunedì 14 marzo 2022

IL CROLLO DELLA COSCIENZA E IL RITORNO DELLA MENTE BICAMERALE

 

Se non fosse stato per la distopia occorsa all'intera umanita' in questo secondo decennio del terzo millennio, occorsa, c'è da precisarlo per dolo e precisa intenzionalita' di pochi magnati, malati di onnipotenza economica, suffragati da sgherri di una certa mentalita' di raccatto e sempre invidiosa in quanto frustrata in merito a denaro e potere (mentalità sinistrorsa a carattere hegeliano/dialettico, ribadita da un mediocre filosofo intorno alla metà del XIX secolo) , credo proprio  che mai piu' sarei arrivato a riprendere in mano uno dei saggi che maggiormente hanno segnato la mia conoscenza "Il crollo della mente bicamerale e l'origine della coscienza" per invertirne il titolo e concepire una sorta di ritorno del meccanismo  individuato dall'autore Julian Jaynes. E' diffatti proprio il meccanismo di una mente organizzata in un primo tempo auditivamente con prescrizioni di comportamento per adattarsi all'ambiente, catalogate metonomicamente ovvero per trascinamento di significante, come sorta di voci allucinatorie, che venivano  attribuite per il loro carattere di comando imperioso, non discutibile (ob-audire) a non meglio precisati Dei, che si pone quanto mai aderente
per attribuire a tali voci e a tutta la peculiarita' di tale tipo di comunicazione, la caratteristica di divinità, che quindi si pone quanto mai rispondente a quel Mito dell'Età dell'Oro, quale riportata nelle antiche tradizioni delle societa' di tutto il mondo (Esiodo, Zoroastro, la cultura indu' il Ramayana coi 4 Yuga, etc. ) Se le voci degli dei della mente bicamerale impartivano disposizioni di comportamento e di ottimale adattamento all'ambiente senza correlarsi a tempi o spazi precisi se non quello circoscritto di possibilità di azione o re-azione, da cui derivava anche l'urgenza e la non messa in discussione della disposizione impartita, ecco che tale paradigma non puo' essere correlato ad una scansione cronologica,
come invece lo potra' nel paradigma successivo quello in cui al posto di tali voci si porranno  non metonimie ovvero trascinamento di significanti, bensì metafore ovvero condensazione di significati, in particolare una metafora che non è affatto come ancor oggi molti suppongono una peculiarita' insita della mente, denominato "la coscienza", bensì un meccanismo di conoscenza che pone una analogia tra il soggetto e l'ambiente: un analogo non piu' tra due termini di paragone, uno piu' conosciuto e uno meno,  bensi' un analogo tra il proprio  io , messo in situazione rispetto ad un ambiente ed anche un comportamento, ovvero la tanto decantata "coscienza" che si e' rivelata possibile e in qualche maniera sequenziale, solo in virtu' di una sua stretta derivazione dal linguaggio articolato. Ora secondo l'opinione comune, in ispecie in questa nostra epoca che puo'  essere ascritta ai mercanti e quindi al Bronzo, se non addirittura nell'accezione del presente periodo di distopia, all'Eta' del  ferro, ovvero  dei Servi, tale cambiamento di paradigma conoscitivo, comunicazionale ed anche comportamentale , e cioe' l'apparire della coscienza nel consesso umano, e' stata sempre iper valutata e addirittura vista come inizio della cultura e della storia. Non siamo piu' nell'eta' dell'oro indefinita rispetto allo Spazio/tempo, ma non siamo neppure piu' in quell'eta' intermedia che era quella dei Guerrieri con riferimento all'argento, che si puo' appunto darle una scansione temporale che principia giustappunto con l'affermarsi dell'analogo io e quindi con la coscienza, siamo ad una temporalità che comprende anche il passaggio al Bronzo e che sta racchiusa in tremila anni (le prime formazioni della coscienza, lo spazio/tempo  catalogabile,  la scrittura  il passaggio da una trattazione elencale ed anche emozionale (geroglifici)  ai primi scritti di epica, e narrazione intenzionale  ma inizio anche della violenza, della forza,  della prevaricazione, tutte manifestazioni di cui molti specie ancora nell'eta' dell'argento, molti si lamentano "Perche' gli dei ci hanno abbandonato, perche' non ci parlano piu'?????" geremiade comune a tutte le civilta'.
Purtroppo siamo nell'eta' del bronzo quella che vede il predominio dei mercanti, i banchieri, il mondo come enorme bottega, dove sono sacrificati tutti gli antichi valori che un tempo venivano scambiati e rimane un unico valore quello di scambio. Il mondo come mercato, come bottega : e' quello che ha contrassegnato perlomeno gli ultimi settecento anni a partire non a caso da una pandemia (1348) che e' stata preso a pretesto per inaugurare una nuova mentalita' non piu' riposante su antichi valori, sulla tradizione, sulla coralita' delle esperienze (ad esempio espresse dalla Cattedrale, come testimonia Fulcanelli) bensì su una individualita' che ha sempre la sua essenza nella presunzione nell'Ibris della coscienza (l'analogo io che non dismette violenza e prevaricazione, ma lo trasferisce in un qualcosa di ancora piu' esterno da se', quell'unico valore di scambio che ha la sua rappresentazione piu' eclatante nel denaro e quando si apprestera' a passare dal bronzo al ferro acquisira' un vero e proprio cambiamento di indice referenziale sostituendo l'essenza umana con quella della macchina (rivoluzione industriale  e tutto il Sociale ingenerato da essa, ovvero Illuminismo, Rivoluzione Francese, Bonapartismo e poi nazionalismi vari  e un ricorso sempre piu' diffuso alle guerre, alla menzogna, al raggiro, alla manipolazione della verita'

IL MALE VIEN DAL MARE

  Mi sono sempre chiesto se ci sia qualcosa o qualcuno, che possa essere indicato come il  responsabile e anche all'origine dell'att...