Culturalmente la Destra e' un'altra cosa: provate a leggere o rileggere qualche saggio di Evola Schmitt, Junger, Pound, o anche autori piu' recenti come De Benoist o Dugin, tutta una cultura che la sinistra e' riuscita a emarginare e vedrete che altra profondita' di pensiero, per cui sempre piu' mi rendo conto che se vogliamo recuperare una modalita' di "esser-ci "(intendo proprio Heideggeriamente, cioe' Martin Heidegger altro pensatore di destra ) che spazzi via tutto l'orrore degli ultimi anni (per non dire secoli), dobbiamo operare quel grosso distinguo tra Destra e sinistra che non sono piu' le posizioni dei Deputati dell'Assemblea Costituente del 1789 ma una vera e propria modalita' appunto di d'esser-ci nel teatro del mondo che tiene conto di tutta una somma di fattori: una sinistra originariamente intesa come populista, democratica, progressista, una destra padronale, aristocratica, sovranista. le recenti vicissitudine della Societa' Umana ci ha invece fatto toccare con mano che queste si!: sono suddivisioni del tutto arbitrarie e decisamente fuorvianti. La mentalita' di sinistra con il turbo capitalismo avanzato e il post progressismo denunciato appunto da De Benoist e sopratutto da Dugin si e' rivelata la piu' sollecita serva del sistema dominante costituito di pochissimi ipercapitalisti eredi dei bottegai di anglosassone memoria, mentre la Destra si e' sempre piu' arroccata in una posizione di compromesso, senza riuscire a ritrovare le ragioni di una sua decisa superiorita' culturale e intellettiva. La vera gente di Destra e' oggi quella ristretta cerchia di persone che non hacreduto alla farsa della pandemia con una influenzetta spacciata per chissa' quale pestilenza, inventandosi un fantomatico virus nelle risibili varianti di una falsa credenza microbica alla Pasteur o addirittura formulando ancora piu' risibili fantasie a proposito della creazione di virus in laboratorio, la Destra non ha creduto alla iatrogena imposizione di vaccinazioni, non ha creduto ai lasciapassare, alle restrizioni, alle segregazioni, al riproporsi in scala generalizzata delle vergognose Leggi Razziali, non ha quindi creduto alle ragioni della Nato nel favorire la guerra in Ucraina e si fa beffe di tutte le panzane sul caldo mai registrato prima e divulgato a gran carcassa dalla infame classe giornalistica, vera serva di due padroni ; il denaro e la tecnologia. E' a proposito della tecnica e tecnologia che giova rileggersi alcuni passi del libello "Populismo" di De Benoist: La tecnica ha varcato il mondo umano? ci si chiede ? Per la cultura dominante, l’uomo coincide con i suoi strumenti,e quindi diviene parte funzionale di un meccanismo di dipendenza, quando invece non si rinuncia alla distinzione cruciale tra tecnica e tecnologia, e all’approfondimento del senso della dicotomia che ci ha condotti in una situazione inedita per l’umanità, vi e’ la grande differenza che la tecnica è il saper fare con scopo, mentre tecnologia è un riduzionismo funzionale - scienza applicata che produce un “impianto” – una "Gestell", per dirla con Martin Heidegger – il cui fine è quello di fornirci una funzione senza passare attraverso il saper fare. Fingendo di liberarci, la tecnologia quindi ci rende dipendenti da un dispositivo privo di scopi. Paradossalmente le culture tradizionali avevano competenze tecniche incomparabili rispetto all’uomo contemporaneo. Carl Schmitt identificò nelle due forme secolarizzate complementari di un pathos – l’uno tecnico, l’altro moralistico – l’elemento basilare di ogni società liberale moderna, vista come l’epoca delle “neutralizzazioni”; epoca nella quale tutto ciò che è politico si sfalda di fronte al prevalere di dinamiche fatte di pura concorrenza, disciplinate da automatismi tecnico-commerciali e da meccanismi che non vedono più uomini e comunità, ma un’informe moltitudine di alienati. La storia resta aperta; in un contesto geopolitico in cui venga meno l’unilateralismo universalistico, si apre l’opportunità di un multipolarismo internazionale. L’Europa è di fronte al proprio declino atlantico, nell’assecondare una subalternità al decadente modello americano, oppure nel cercare un’originale comunità di destino continentale. L’auctoritas è il principio che consente di distinguere tra la legittimità e la mera legalità del potere, subordinando la forza al diritto, inteso in senso non formale e procedurale, ma numinoso; ossia in grado di far riverberare su di sé in modo conforme la coscienza collettiva, ponendo nella forma del limite la potenza: la civiltà contro la barbarie
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