giovedì 6 giugno 2024

PAROLE SUL CAMMINO

 

E' cosa davvero notevole che un filosofo come Alekxander Dugin che si definisce  di area non occidentale, ma eurosiatica, si produca in  una profonda riflessione sul senso profondo delle parole e vada cercando  dei significanti piu' che dei significati su alcune di esse, tipo Verita',  Giustizia, Liberta', che malauguratamente da noi in occidente sono state negli ultimi settant’anni egemonizzate dalla cosidetta cultura di sinistra, ma anche dall’ipocrita potere capitalista che facendo leva su di un pilotatissimo buonismo di maniera ne ha fatto una sorta di bandiera per coprire le sue malefatte. La farsa, recentemente orchestrata, di una pandemia da un virus quanto mai improbabile, ha finalmente mostrato come capitalismo e comunismo procedano di concerto, siano cioe’ le due facce di una stessa medaglia, proprio come sosteneva Evola nel suo
grandioso libro “Rivolta contro il mondo moderno”.  Nella prefazione all’edizione italiana de La quarta teoria politica Aleksandr Dugin ha ampiamente documentato la sua formazione ammettendo la rilevanza assunta da quella che puo’ essere definita la  filosofia della tradizione, rappresentata appunto  dalle figure di René Guenon e di Julius Evola. Il ponte tra La Quarta teoria e la tradizione è riconducibile  proprio ad uno dei testi cardine di Evola  "Rivolta contro il mondo moderno" che per Evola, come per Dugin, sarebbe necessaria per restaurare quei principi di vera liberta’ e di unica verita’ contro cui il Rinascimento, l’Illuminismo, il liberalismo, si sono battuti per instaurare il loro meschino potere. Ad Evola Dugin accosta, con una certa disinvoltura, Martin Heidegger,  pur evidenziando le ovvie differenze, ritrova nei due una comune avversione nei confronti della tecnica e della Rivoluzione scientifica.  Dugin intende rivolgersi non all’individuo astratto, o all’homo oeconomicus, ma al popolo, inteso come comunità organica.  Le ideologie del ‘900 avrebbero invece posto al centro il singolo in quanto tale (liberalismo), in quanto appartenente a una classe (socialismo), o in quanto elemento dello Stato (fascismo). Il progressivo affrancarsi dell’individuo moderno dalla sfera religiosa e dai vincoli comunitari, avrebbe poi condotto, dopo la caduta delle ideologie, a una disumanizzazione estrema, che la Quarta teoria  vuole combattere, auspicando una rinascita dei valori tradizionali premoderni. Dugin riprende così la critica heideggeriana al sapere strumentale, evocando una sorta di ritorno al sacro.

Se questo tema rinvia all’ultimo Heidegger, il concetto di Dasein é legato a Essere e Tempo, l’opera del 1927, in cui il filosofo tedesco descrive la condizione umana come essere- nel- mondo.  Ciascuno, infatti, è sempre collocato in una dimensione storica e non è concepibile al di fuori del mondo in cui dimora. Dugin legge il Dasein enfatizzandone la spazialità nel senso della territorializzazione e del Nomos della terra di Carl Schmitt. Il luogo e la tradizione in cui ciascuno vive rivendicano allora, per Dugin, la loro specificità contro l’individuo, considerato “astratto”, dell’Illuminismo e delle Dichiarazioni universali.  Le diverse forme di populismo, di destra e di sinistra, esprimono il disagio nei confronti del trionfo planetario del liberalismo, e Dugin si propone di smascherare quanti, dietro   lo schermo della Società aperta di Popperiana memoria come concezione ideologica  e di pragmatica applicazione  tramite il sordido allievo george Soros , sostengono le ragioni della finanza internazionale. Il liberalismo si rivela così, come egli stesso scrive, il “nemico principale della Quarta teoria politica“. - La società aperta di Karl Popper,  sostenendo la libertà individuale contro ogni concezione di carattere olistico, difenderebbe allora “non tanto i diritti dell’uomo, ma, piuttosto i diritti dell’ omuncolo”. Per Dugin, infatti, la libertà, deve coinvolgere l’uomo nel suo rapporto organico con la comunità in cui vive.
La Quarta Teoria incarnerebbe così, nelle intenzioni dell’autore, l’autenticità dell’essere-nel-mondo (Dasein), espressa nell’homo maximus, che si proietta al di là dei confini angusti dell’ “umanesimo minimalista”, difesi dall’individualismo liberale. Ecco quindi che L’eurasiatismo, a cui Dugin fa costante riferimento, si contrappone alla pretesa universalità del Logos occidentale,  rifiutando l’idea di  un processo storico unico in cui, come in una scala evolutiva, vengono collocate le diverse culture, dal momento che l’ “epistemologia eurasiatica” attribuisce alla civiltà russa (come alla cinese o all’islamica) una totale autonomia rispetto all’Occidente. Nel futuro anteriore di Dugin, che come abbiamo visto, malgrado la premessa di presa di sistanza dall’occidente , i significati , ma anche i significanti di Liberta’ e Verita’ si sottraggono alla esclusivita’ occidentale, ma entrano a far parte di un lessico altro che va alla ricerca di una sorta di concetto metastorico di tradizione . Nella critica alla modernità, accanto a  Evola e Guenon, troviamo anche, nel variegato atlante ideologico di Dugin, Spengler, Toynbee  Lévi-Strauss, Dumezil, Baudrillard e potrebbe essere molto molto interessante aggiungere  nella sua concezione determinate componenti che potrebbero offrire inusitati spunti di allargamento culturale e anche geografico :  i celeberrimi Seminari di Jacques Lacan, l'inconscio come insiemi infiniti del cileno Ignacio Matte' Blanco  ( che quindi esula anche dalla tradizione occidentale), un teoria davvero dirompente come quella dell'americano Julian Jaynes a proposito dell'origine della coscienza ; infine una concezione scientifica come quella di 
Ryke Geerd  Hamer col  suo impianto anti scientista e anti medicina ufficiale (che 
non a caso si e' inventata la recente pandemia proprio per opprimere meglio l'umanita' ) , ha caratteri di  disvelamento del mercimonio insito nella prassi terapeutica ; E' la prima volta che lancio questa proposta di inclusione nella filosofia di quello che considero il piu' convincente ideologo di un nuovo modo di essere, di temi piu' che ostracizzati dalla bieca cultura e anche pragmatica  bottegaia liberal/comunista. Se davvero la linea Putin della tradizione  ed anche della topica  'eurosiatica la spuntera' su quella dell'illanguidito modernismo di societa' aperta alla Popper coi suoi piu' vistosi finanziatori Soros, Gates, Rotschild, Schwab, avremo bisogno proprio per essere tutti veramente liberi , di verita' non nuove , ma vere e non le reiterate menzogne che sono state contrabbandate negli ultimi secoli qui tra le foschi nubi delle nostre contrade occidentali.   D'altronde anche i russi e lo stesso Dugin non sono stati  esenti di errori : nel 1992 uno ambiguo intellettuale  Eduard Limonov, privilegiando gli aspetti nazionalisti sull’internazionalismo comunista, fondò il Fronte Nazionale Bolscevico, ne derivò uno strano sincretismo, in cui coesistevano, e non solo sul piano iconografico, simboli nazisti e bolscevichi. Dugin, inizialmente fu un sostenitore di Limonov, ma per fortuna ne prese 
successivamente le distanze, proprio per dare vita alla citata  ideologia  eurasiatista, che intendeva gettare un ponte fra l’esperienza sovietica e la galassia della destra nazionalista, su ispirazione , come abbiamo visto del nostro Julius Evola. I
l progetto di Unione Eurasiatica, che venne adottato ed  elaborato da Putin già nell’ottobre del 2012, coniugava  i temi dell’eurasiatismo con la specificità geopolitica della Russia postsovietica: Un altro grande pensatore si e' unito a Dugin nel sostenere l'eurosiatismo di Putin,  Alain De Benoist  che dopo aver scritto un poderoso saggio introduttivo all'opera di Evola "gli uomini e le rovine" ha collaborato con Dugin alla stesura di un saggio giustappunto  sulla grande politica eurosiatica di Putin, difatti il progetto di Unione Eurosiatica  che venne adottato e elaborato da Putin nel 2012, coniugava i temi dell'eurosiatismo con la specificita' geopolitica della Russia 
Noi siamo assertori convinti che tale concetti, una volta sconfitti i temi dei bottegai (alta finanza, lobby tecnologiche e sanitarie, transumanesimo)e le sporche faccende  dei loro garzoni  (politici, giornalisti, opinionisti e anche pseudo esperti su diversi specifici ) forse saremo pronti per dare maggiore entita' al primo termine di tale topica "euro-siatica" 

IL MALE VIEN DAL MARE

  Mi sono sempre chiesto se ci sia qualcosa o qualcuno, che possa essere indicato come il  responsabile e anche all'origine dell'att...