venerdì 29 marzo 2024
CORRETTEZZA NEGLI INDICI REFERENZIALI
Il piu' falso dei miti scientifici sulla medicina moderna riguarda il fatto che a tale medicina e' da addursi il merito di aver allungato in maniera strabiliante la vita umana . Eh si stiamo parlando di quella medicina affermatasi grazie alle sollecitazioni economiche di lucro e mercificazione dei farmaci sul finire dell’ottocento, messa in atto da spregiudicati industriali come Rockfeller, magnate dell’industria petrolifera che giustappunto non aspettava altro che far confluire la chimica del petrolio nella fabbricazione dei farmaci. In verita’”il non aspettare altro” di Rockfeller e varie Societa’ a lui correlate tipo l’AMA che poi diverra’ Big Pharma, era rappresentato dalle ricerche di un chimico e microbiologo Louis Pasteur che aveva saccheggiato studi e conclusioni scientifiche di di un suo collega Antoine Bechamp ed era riuscito a tirare in ballo, animaletti ancora piu’ piccoli di ratti, scarafaggi, mosche, pidocchi, cui nei secoli addietro era stata data la responsabilita’ dell’insorgere di pestilenze, ora addirittura non visibili all’occhio umano scoperti solo grazie all'invenzione del microscopio e denominati microbi, cui imputare la perniciosita’ dell’insorgere delle malattie. Era giustappunto quello che industriali e sedicenti scienziati al loro soldo aspettavano per liquidare la medicina naturale, poco o nulla sfruttabile da un punto di vista del profitto e inaugurarne una invece vera e propria “gallina dalle uova d’oro” per le speculazioni commerciali , quale si presentava la teoria della tossicita’ microbica Certo per un cialtrone impostore come Pasteur pronto a vendersi al miglior offerente, la situazione era piu’ che palese “sono loro i responsabili di tutte le nostre affezioni” diceva ; ovviamente ce l’aveva con i microbi, non certo con i virus di cui ignorava non solo l’esistenza. Nel XX secolo con l’invenzione di microscopi sempre piu’ sofisticati tipo il microscopio a scansione elettronico di particelle, grazie alle ricerche della fisica quantistica si arrivo’ a ipotizzare un ulteriore tipo di microbi, i cosidetti virus che si univano, sia pure in una dimensione davvero infinitesimale e pertanto rappresentabili solo attraverso immagini computerizzate, ai molto piu’ abbordabili batteri, funghi e micobatteri, tutti indistintamente giudicati responsabili della stragrande maggioranza delle affezioni che colpivano l’essere umano, anche se a rigorre la loro tossicita’ e’ stata ben lungi dall’essere mai esplicata con chiarezza in special modo per questi molto piu’ piccoli e ultimi arrivati animaletti che a rigore non si potevano neppure piu’ definire tali, in quanto sprovvisti organizzazione cellulare, senza citoplasma, senza attivita’ metabolica, privi di DNA e quindi non ascrivibili alla categoria di materia vivente, ma tutt’al piu’ a quella di un capside parassita del tutto dipendente dalla cellula in cui e’ ospite. L’unica cosa che un virus sembra condividere con i piu’ accreditati predecessori microbici ovvero funghi, batteri e micobatteri, e’ la sua presunta carica di infettivita’ e dannosita’ per gli esseri viventi (non a caso il termine virus deriva dal latino e ha il significato di veleno) ma anche questa si rivela una questione tutta da dimostrare . Certo batteri, micobatteri, funghi sono presenti quando c’è una alterazione corporea che può essere descritta come malattia, ma in verita’ sono presenti solo dopo che una infezione si e’ manifestata e scompaiono quando questa e’ avviata al suo termine (viene chiamata guarigione): il Dr. Rick Geerd Hamer che ha completamente ribaltato la conoscenza della medicina ha utilizzato in tal senso la metafora dei pompieri: anche i pompieri sono presenti solo dopo che un incendio e’ scoppiato e se ne vanno quando questo e’ sedato, ma a nessuno verrebbe in mente di sostenere che sono i responsabili dell’incendio. Il punto e’ che dobbiamo risalire ad uno studioso che proprio per sfatare la leggenda che topi, scarafaggi, pidocchi e anche funghi, batteri potessero essere i responsabili di una malattia e vieppiu’ di una epidemia: Paul Bernard il piu’ grande fisiologo dell’ottocento, un contemporaneo di Pasteur che al contrario di lui affermava che “il terreno e’ tutto, il microbo niente” e quindi faceva piazza pulita dell’assurdita’ che degli innocenti animaletti, di qualsiasi foggia potessero essere responsabili di cataclismi epocali quali giustappunto una pandemia. Cosa significa questo assunto? che semmai accade che animali di diversa foggia siano attratti da un ambiente sporco, malsano in quanto trovano con facilita’ nutrimento, ma di certo non sono loro i colpevoli, così come non lo sono i pompieri rispetto ad un incendio. Il punto e’ che se continueremo a credere alle balle della medicina ufficiale, riduzionista e iatrogena non potremo mai capire nulla della malattia e del suo decorso; come per la fisica quantistica occorre cambiare non solo punto di vista, ma proprio di stato, farsi parte del fenomeno, utilizzare ora la particella ora l’onda come insiste il principio di indeterminazione di Heisenberg e fare un integrale di ogni cammino valutando le diverse possibilita’ integrare, come ci ha edotto Feynman. Ma torniamo a quell’assunto che questo tipo di medicina, sbagliata dalle fondamenta, riduttiva e altamente iatrogena, possa essere la protagonista dell’allungamento della vita umana . Il riscontro con i dati statistici di mortalita’ e’ stato abilmente contraffatto e dai 35, 40 anni di età media di vita dei popoli dell'antichità e di tutti i popoli precedenti alla scoperta della medicina moderna.... si sarebbe passati agli 80 anni di età media di vita degli uomini contemporanei alla medicina otto/novecentesca . L'età media quindi si sarebbe allungata di circa 30, 40 anni. E tutto il merito di questo "allungamento" sarebbe dovuto alla grande efficacia della medicina moderna, della medicina inventata dalla gang che faceva capo alla fondazione Rockefeller. Questa medicina, secondo molti, avrebbe debellato tante malattie e di conseguenza avrebbe allungato le aspettative di vita di tutti. Prima che questa medicina fosse stata inventata la gente era falcidiata dalle malattie e moriva a grappoli in età prematura. Se la vita media si è allungata il merito dunque è tutto di questa medicina. E per lo più questo è l'argomento più forte che i sostenitori di questa medicina portano per dimostrare la validità della medicina ufficiale. In realtà le cose non stanno così. La fondazione Rockefeller con l'invenzione della medicina moderna e con il famigerato Protocollo Flexner del 1910 non aveva alcuna intenzione di alzare l'età media di vita, aveva solo intenzione di rendere sempre più dipendenti le masse dai prodotti delle loro speculazioni medico/commerciali . Il mio amico Nino Nandi con il quale ho avuto spesso proficui dibattiti sostiene anzi che scopo di Rockfeller e compagnia era quello di rendere attraverso farmaci, vaccini e quant’altro di chimico, la gente sempre piu’ debole e quindi eliminare gran parte della popolazione mondiale. A mio modesto parere non era questo lo scopo originario di padroni e garzoni di quella grande bottega che è il mercato del farmaco, per me lo ribadisco lo scopo e’ sempre quello in linea con il principio originario della mentalita’ mercantile, venuta fuori non a caso, proprio in concomitanza con una gonfiatissima pandemia, nella meta’ del XIV secolo: vendere, vendere e ancora vendere!... a tutti, senza piu’ alcuna distinzione, di classe, di genere, di censo, di cultura, di razza, e quant’altro : una evoluzione globalizzata del celeberrimo “pecunia non olet” di Vespasiano , in linea teorica, un principio ben evidenziato da quella sorta di ronzino della filosofia che e’ Karl Popper col suo ignobile libro “La Societa’ Aperta e i suoi nemici” vero e proprio manuale di nefandezza e spregiudicatezza dicompravendita’ e preminenza commerciale e del mercato ed in linea pratica rappresentato dalla Societa’ che ha assunto la medesima denominazione la “Open Society” del suo allievo George Soros, in primissima fila di tutti i tentativi di assoggettamento delle masse ai principi del commercio e speculazione mondiali . Il punto cui tutti, diciamo anche quel, non tanto, immaginario collettivo, insiste e’ sempre in merito alla medicina e al suo presunto effetto di aumento della longevita’ e della durata di vita “non puoi certo negare che l’eta’ media si sia negli ultimi duecento anni incredibilmente innalzata.” dice il solito uomo della strada Ebbene come sempre in statistica dipende dall’indice referenziale utilizzato, sia da un punto di vista spaziale, che temporale, e aggiungo io anche da un referente di solito non impiegato, quello del tenore di vita: difatti non solo duecento anni fa, ma anche prendendo epoche molto piu’ remote, l’eta’ media delle classi agiate era grosso modo similare a quello odierno – intorno agli ottanta anni con punte anche di parecchio superiore ai novanta, i Papi, i Dogi, gli uomini di potere e ricchi erano in altissima percentuale anche molto attivi a eta’ avanzatissime, uno per tutti Michelangelo Buonarroti che a novant’anni passati ancora compiva le sue mirabili opere - Chi moriva prima erano gli uomini e donne appartenenti alle classi disagiate e senza redditi. E non e’ che questi morivano prima perche’ la medicina antica era meno efficace della medicina moderna? La medicina antica non era per nulla meno efficace della medicina moderna. Ma allora come si spiega che l'età media delle persone si è innalzata? La risposta è più semplice di quanto si creda: l'età media si è innalzata perchè sono state introdotte tutta una serie di disposizioni a favore della gente, anche la gente piu’ umile e disagiata , che ha permesso di raggiungere standard di vita un tempo consentite solo alle cosidette classi agiate: gli ammortizzatori sociali , l'istituzione delle pensioni, i servizi sociali e tutto l'insieme di misure di sostegno che lo Stato ha cominciato a impiegare ecco quello che ha fatto la differenza. L'erogazione delle pensioni ad esempio ha fatto sì che le persone non più in età di lavoro potessero vivere più a lungo una volta espulsi dal mondo del lavoro. Ciò che faceva morire prematuramente queste persone infatti era - non il fatto che non fosse stata ancora inventata la medicina dei Rockfeller/Pasteur/Flechner , ma il fatto che non disponessero di alcun reddito una volta buttati fuori dal mondo del lavoro. Se queste persone non muoiono più a 50 o 60 anni è perchè essi adesso hanno di che vivere, perchè hanno una pensione, un reddito sicuro. Togli a queste persone la pensione , o la disoccupazione prevista per chi perde il lavoro e vedrai come da subito l'età media di vita della popolazione si riduce bruscamente di 20 o di 30 anni. Lo stesso discorso si deve fare per bambini orfani, vedove, handicappati, mutilati, ecc. Senza l'aiuto dello Stato queste persone non avrebbero nessuna possibilità di sopravvivere. Dunque non è stata la medicina moderna ad innalzare l'età media di vita della popolazione ma semmai un vero e proprio Stato Sociale di emanazione non liberista , ma neppure comunista, uno Stato etico certamente , ma neppure di ispirazione hegeliana, piuttosto viene da pensare all’unica teoria sociale, non economica per espressa precisazione del suo ideatore ovveroJohn Maynard Keynes , che abbia concepito uno Stato che preveda una certa attenzione ai problemi sociali , con una piena realizzazione giustappunto di uno Stato Sociale, previe istituzioni quali la Pensione, la Disoccupazione, la Cassa Integrazione. E qui il mio amico Nino fa una osservazione che non posso che condividere : In uno stato di estrema povertà e di miseria, di nessuna attenzione ai problemi sociali ( probabilmente, osservo io: lo status a cui vorrebbero tornare i fautori di un Liberalismo estremizzato di Societa’ Aperta alla Popper/Soros, e tutti coloro hanno concorso a questa “prova generale” di farsa pandemica con l’inesistente pretesto di banale influenzetta) , anche l'unica medicina valida e scientifica come la medicina del dottor Hamer avrebbe potuto fare ben poco. La gente ugualmente sarebbe morta di fame e di disperazione. Una persona senza mezzi e senza prospettive di vita, senza reddito e senza lavoro, abbandonata a se stessa è difficile che non cada malata e che non muoia prematura
venerdì 22 marzo 2024
PER UNA STORIA DELLO SPIRITO BOTTEGAIO
Si e’ parlato molto degli ebrei come massimi rappresentanti dello spirito tipico dell'eta' dei mercanti che prese piede con la pandemia di meta' del XIV secolo, trovandone anche la giustificazione a livello storico : estromessi da tempo immemorabile dalla effettiva conduzione di un proprio territorio o stato, essi sono andati vagando per i diversi stati nazionali spesso e volentieri osteggiati, discriminati soprattutto nell’esercizio del potere pubblico e quindi costretti a dedicarsi al commercio, all’usura, e a tutto quello che attiene il commercio. Subito dopo gli ebrei e’ stata messa in ballo proprio come entita’ sovranazionale, lo spirito delle cosidette Societa’ segrete, i Rosacroce, i Templari, gli Illuminati di Baviera, ma soprattutto la Massoneria, che rappresenta un condensato di tale spirito incentrato sul denaro, sul commercio, e sulla distinzione sociale solo sulla base del censo … siamo invero a quasi quattro secoli dopo (anni venti del XVIII secolo)e va notato che molti massoni furono ebrei, ma non necessariamente, in realta’ vi furono insigni massoni anche tra i gentili, il punto e' che il fenomeno del diffondersi dello schema "denaro mercato-commercio" quindi "spirito bottegaio", era cominciato a diffondersi gia' da un paio di secoli ed anche a darsi una connotazione nazionale, ovvero quello dell'Inghilterra in particolare a partire dalla Regina Elisabetta detta la Grande .Come mai ? Semplice, definita da Napoleone Bonaparte la nazione bottegaia, l’Inghilterra e’ stata, giustappunto a partire dal Regno di Elisabetta, antesignana nel preferenziare meccanismi di compravendita nei suoi affari nazionali e internazionali fino a concedere con facilita’ dignita’ sociale, prebende e titoli nobiliari proprio sulla base del riscontro economico senza andare per il sottile in merito di come tale riscontro fosse stato ottenuto (vedi il titolo di Sir concesso dalla Regina Elisabetta al pirata Francis Drake, che ha avuto innumeri esempi, fino ai nostri giorni ), quindi ovvio che una borghesia così solleticata dal potere politico, abbia fatto da battistrada in merito ad associazione che aveva come suo interesse precipuo quello di dilatare la sua influenza economica facendo appunto leva a fattori di censo. Nella prima delle pandemie considerata quella del 1348 ne’ ebrei ne’ inglesi hanno una rilevanza particolare, anzi per lo piu’ era stata ’l’area mediterranea coi suoi mercanti, banchieri emergenti, tipo i Bardi, i Peruzzi, i Datini, Chigi, i Medici, a dominare, per passare il testimone nel secolo successivo a mercanti di tipo tedesco, anseatico, e dopo l’apertura del canale americano, prima a spagnoli e Portoghesi, successivamente a mercanti olandesi, delle Fiandre e un po’ tutta l’europa centrale per vedere quindi nel corso del XVIII secolo l’affermarsi delle prime grandi compagnie commerciali inglesi strettamente legate al potere reale, e di cui probabilmente quella dei Rotschild /che ha tra l’altro diversificazioni extra insulari, e’ una che ha maggiormente colpito l’immaginario collettivo. Di certo non lo leggeremo mai nei libri di scuola e neppure nelle pagine dei piu’ accreditati studiosi di storia in particolare delle rivoluzioni, di cui indubbiamente quella francese rappresenta un po' l'emblema, sempre piuttosto concordi nell’indicarla come il piu’ straordinario movimento di popolo contro una tirannia, addirittura un qualcosa da prendere a modello per una storiografia della presa di coscienza di grande masse all’insegna del motto Liberte’, Egalite’. Fraternite’ : Slogan piu’ che famoso, considerato come antesignano e altamente rappresentativo dello spirito libertario e di giustizia sociale, che però a ben vedere non e’ affatto uno slogan coevo ai fatti del 1789 e conseguenti, ma risale a piu’ di quarant’anni prima e in ambito proprio di quelle logge massoniche che altro non hanno perseguito se non quello spirito bottegaio che appunto ha colto la sua prima affermazione proprio con il meccanismo del terrore delle pandemie mostrando quindi fin dall'inizio una potente volonta’ di stravolgere il mondo a proprio beneficio e consumo, con l’affinarsi e il moltiplicarsi dell’influenza del denaro e del mercato nella prassi delle relazioni sociali. Conosco una sola robusta eccezione al generale panegirico sulla Rivoluzione francese fatta da da un eminente studioso: quella di Guglielmo Ferrero, lo stesso che ha ridimensionato drasticamente l’intervento del giovane generale Napoleone Bonaparte nella prima campagna d’Italia del 1796/97, e ovviamente non potevo mancare di scrivervi un articolo sopra : “DI NUOVO FERRERO E SULLA PAURA” nel blog capotesta “Lenardullier.blogspot.com” : “Trattasi questo saggio di Guglielmo Ferrero e perfettamente in linea con lo sconvolgente del precedente saggio “AVVENTURA” da me casualmente e fortunosamente ritrovato, uno scritto che perviene alla tesi che le rivoluzioni francesi furono due. La prima, quella del 1789 cercò di coniugare il principio di legittimità monarchico con le nuove aspirazioni di cambiamento sociale, la seconda, che culminò con la rivoluzione giacobina del 2 giugno 1793, si propose di abbattere violentemente la monarchia e di sostituire il principio monarchico con quello repubblicano. Due rivoluzioni di natura diversa, l'una creatrice, l'altra distruttrice si realizzarono contemporaneamente.Quella distruttrice offuscò e deviò le forze creative paralizzandole e annientandole: "Sta qui il segreto della Rivoluzione francese, la chiave di tutte le sue contraddizioni: la prima rivoluzione scrive Ferrero è nata dal movimento intellettuale del secolo XVIII, ovvero l’Illuminismo, la seconda è figlia della Grande Paura, che abbiamo gia’ riscontato a proposito delle pandemie e che ritroviamo in diversa veste con le rivoluzioni. La paura, “anima dell’universo vivente”, è un pilastro portante della concezione di Guglielmo Ferrero della natura umana e della dimensione sociale e politica degli uomini e che oggi più che mai a proposito dell'attuale distopia ingenerata dalla farsa di una immotivata pandemia (un vero e proprio terrorismo sanitario) Muovendo da una paura ancestrale l’uomo pre-logico perviene alla civiltà, una “scuola di coraggio” capace di dominare i terrori esistenziali e collettivi, ma la vittoria della civiltà è precaria perché la paura storica, corposa e tangibile accompagna sottobraccio le vicende degli uomini e in certi momenti, come il 1789, si impadronisce delle folle, delle Corti e dei capipopolo e in quanto passione cieca dirige gli eventi in direzioni imprevedibili e contraddittorie. La paura, “il pazzo terrore”, assurge in Ferrero a funzione di vero motore della Rivoluzione francese: una interpretazione originale dell’Ottantanove, refrattaria a schemi precostituiti e di sorprendente attualità. L’analisi di Ferrero è del tutto estranea a una lunga tradizione politica e accademica di studi soprattutto francesi del primo Novecento, che ha codificato un’idea della rivoluzione in quanto «rivoluzione borghese», che ancora oggi rappresenta l’immagine più o meno consapevolmente condivisa nel sapere comune. Rispetto a tale immagine, il saggio appare come un’incursione indiscreta e dissacrante nel cuore di una chiesa richiusa su se stessa, che evita accuratamente ogni contatto con il mondo esterno, e custodisce gelosamente gli inutili segreti di un magistero isterilito. Ferrero e’ per cosi’ dire l’anima dotta, coerente e spassionata sul racconto della Rivoluzione Francese che ha creato un distorto e falsissimo immaginario collettivo su di essa: noi cercheremo di fare qualche passo avanti, magari rinunciando ad un impianto forse un po’ troppo filosofico, ma preferenziando le cronache dei fatti , cercando di andare oltre il racconto accademico, non disdegnando di ricorrere a fonti e opinioni tra le piu’ ardite e controcorrente, forzando conformismo e luoghi comuni, fino al rischio di venire additati con un termine, che oggi nella grande mobilitazione di mass media di tutti i generi per avallare l’attuale distopia, e’ entrato prepotentemente nel lessico comune. ovviamente con forte accento dispregiativo un moderno "crugifice-crucifige” a rinnovo degli antichi anatemi : COMPLOTTISTA. Anzitutto c’e’ da dire che per quanto assai lodevole possa essere giudicato il diverso punto di vista di Ferrero, esso da’ per scontato un primo impulso della Rivoluzione, quello direttamente riconducibile allo spirito dell’Illuminismo, degno di rispetto ed ammirazione, quando invece anche questo, mostra inquietanti correlazioni con quella parte di borghesia emergente sotto il profilo dell’interesse commerciale; un interesse che ha cominciato a stringersi in sette, denominate Logge riprendendo un rituale antichissimo risalente addirittura alle consorterie di maestri muratori di piu’ di mille anni prima dell’era cristiana. Va precisato che il fatto di detenere la conoscenza dei principi della costruzione di antichi templi, ma anche di case, edifici e opere di ingegneria civile, era per quella lontana epoca un qualche cosa di talmente straordinario dal sconfinare col magico e difatti tale consorterie di tecnici , si erano andate costituendo in una sorta di classe sacerdotale, depositaria di conoscenze segrete ed esclusivissime . Tali i primi architetti la cui etimologia del termine “architetto” la dice chiaro sul tipo di tecnica o conoscenza in loro possesso che viene da due parole greche : Arche’ = inizio, principio, e Techne’ = conoscenza, abilita’ - quindi “tecnca del principio” come architetto, ma anche muratore, e quindi massone (Libera Muratoria),ecco farsi luce la figura del mitico Hiram-Abi, il grande architetto, costruttore del tempio di Salomone, la cui uccisione da parte di tre allievi invidiosi del suo potere e della sua conoscenza, ricorre ancora oggi come figura allegorica nel rituale massonico. La leggenda vuole che il lavoro del tempio stava per essere ultimato, ma i suoi diretti sottoposti ancora non avevano appreso del tutto i segreti del maestro Hiram. Tre di questi allievi, di piu’ efferata natura, decisero di farseli a forza rivelare: si posizionarono alle entrate sud, ovest ed est del tempio e attesero che il maestro costruttore Hiram passasse di li’ allo scoccare delle ore 12, com’era sua consolidata abitudine. Dalla zona est del tempio, Hiram si diresse verso sud e fu affrontato dal primo “traditore”. Al suo netto rifiuto di rivelargli i segreti di maestro muratore il primo degli allievi cospiratori lo colpì con un regolo a piombo sulla tempia destra e lo fece prostrare sul ginocchio sinistro. Barcollando Hiram raggiunse la porta ovest e si imbattè nel secondo “ammutinato” che gli rivolse la stessa richiesta ; alla negativa risposta di Hiram questi lo colpì con una livella alla tempia sinistra facendolo cadere sul ginocchio destro. Hiram si diresse quindi verso est, e qui trovò il terzo furfante che gli rinnovo’ la domanda avendone un ulteriore rifiuto, a seguito del quale lo colpì sul volto con un maglietto. Così morì Hiram Abif, maestro massone e costruttore del Tempio di Salomone. In quel momento i tre ribaldi si resero conto di quello che avevano fatto e, dopo aver seppellito alla meglio Hiram, si diedero alla macchia. Salomone mandò i restanti compagni d’arte alla ricerca del maestro dividendoli in tre gruppetti; uno tornò senza aver trovato niente, un altro trovò il corpo seppellito, il terzo s’imbattè negli scellerati assassini, che ovviamente furono puniti con la morte, ma i segreti andarono perduti. Così per colpa di tre individui che stanno a simboleggiare, di volta in volta, la corruzione, l’ambizione, l’ignoranza, l’architetto “ colui che deteneva la “tecnica del principio” ha portato nella tomba i suoi segreti ed ecco perchè per riaccendere lo spirito di tali segreti, l’architetto dovra’ essere un uomo di mestiere e di lavoro pratico (muratore) ma nel contempo essere uomo di intelletto e di studio (di antiche lettere),cosi’ come il famoso architetto Adolph Loos, tra i padri riconosciuti della Architettura moderna, decreto’ in una sua suo famosa frase “l’architetto e’ un muratore che ha studiato latino” Tutta la simbologia della uccisione di Hiram e’ stata ripresa e adottata dalle Logge massoniche inglesi e di tutto il mondo: le direzioni del cammino di Hiram attraverso il Tempio, con i relativi ferimenti, la tempia destra, il ginocchio sinistro, il regolo, la livella, il maglietto, così come gli stessi simboli grafici, del compasso, della squadra, dell’occhio, della stella a sei punte che fanno parte intrinseca dell’immagine della Massoneria, e financo l’ora di mezzogiorno rientra nel rituale massonico, difatti ancora adesso tanti lavori massonici iniziano a mezzogiorno, e anche la cerimonia d’insediamento dei Presidenti degli Stati Uniti avviene a mezzogiorno. Prendere tutto l’armamentario di una così antica consorteria, il rituale, i simboli grafici, spaziali, financo temporali costituisce difatti una sorta di patente di credibilita’ per una classe in veloce emergenza quale quella borghesia del XVIII secolo che cominciava a sentirsi “Illuminata” e in quanto tale confortata appunto da una corrente filosofica che si rifaceva ai lumi della ragione : l’illuminismo. Ecco una delle prime Logge massoniche sorte al di fuori dell’Inghilterra a Ginevra con gli auspici di Rousseau divento’ il Centro del movimento rivoluzionario francese teso a rovesciare la monarchia e far trionfare gli ideali della borghesia commerciale cui non pochi esponenti di spicco si annoveravano anche tra eminenti aristocratici, primo fra tutti il famoso Filippo d’Orleans, futuro Re di Francia nel 1830, ma che all’epoca comincio’ ad essere apostrofato come “Philippe Egalite’ , proprio per la sua entusiastica adesione ai principi rivoluzionari, era anche il Gran Maestro della Massoneria francese e sembra che in quel luglio del 1789 fu proprio nella sua villa vicino Parigi che fu interamente progettata la Presa della BastigliaIn proposito di tale epocale evento non vi prese parte neppure un popolano, ma erano tutti rispettabili borghesi che si erano suddivisi in 5 manipoli tutti capitanati da esponenti della Massoneria di graado medio alto, di cui addirittura e’ stato tramandato il nome : Santerre, Palloy, Fournier, Coconnier, Marie, guardacaso ognuno a capo di una Loggia. In quanto poi ai famosi prigionieri politici racchiusi nella Fortezza, ne furono trovati solo sette di cui per solo uno si poteva addurgli un qualche precedente di sovversione politica, altri quattro erano detenuti comuni e due degli squilibrati. Tutti, poi tutti i principali protagonisti della Rivoluzione, Marat, Danton, Robespierre, Sain Just erano confratelli massoni, così come massoni erano coloro che li fecero cadere in particolare quel Paul Barras che fu materialmente colui che pose fine al “Terrore” e colui che si invento’ la figura di Napoleone Buonaparte come sorta di normalizzazione in veste autoritaria del fenomeno rivoluzionario. Tutto falso, tutto artefatto, tutto rispondente sempre e solo all’interesse di pochi eletti che si avocarono il compito di muovere la storia, soprattutto il racconto che andava facendosi della storia. Abbiamo trattato in numerosi precedenti articoli le modalita’ di compromesso e assoluta falsita’ con la quale fu fatto passare per genio militare un mediocre ufficialetto di artiglieria, che altro merito non aveva per assurgere al comando dell’armata d’Italia, di aver sposato la ingombrante amante di Barras, portandosi poi nella seguente campagna contro l’Austria in maniera a dir poco contraddittoria, quando non addirittura fallimentare , costantemente parato nelle sue ingenuita’ militari dai suoi molto piu’ esperti generali sottoposti Massena, Augereau e Serurier. Comunque sia anche Napoleone fu cooptato nella confraternita massone, anche se bisogna riconoscere che ad un certo punto l’ambizione e anche la vanagloria personale, ne fecero un elemanto alquanto riottoso e poco affidabile; fu proprio in quel momento, quando imbaldanzito da alcune battaglie vitttoriose oggettivamente notevoli come Austerliz, Jena, Friedland, Ulm, prese a fare di testa sua, che le cose cominciarono ad andare per tutt’altro verso : gia’ la battaglia di Eylau contro i Russi nel gennaio 1807 che era stata vinta solo perche’ i francesi erano rimasti piu’ a lungo nel campo di battaglia, ma a prezzo di perdite spaventose , aveva mostrato al mondo intero che Napoleone era tutt’altro che invincibile, e di li’ a poco lo si vide nella lunga campagna di Spagna, in un’altra battaglia carneficina come Wagram, un’altra vittoria di Pirro che rappresento’ però il culmine dell’astro napoleonico, difatti di poi ci fu la terribile campagna di Russia dove tutta la pochezza del cosidetto genio di Napoleone venne drammaticamente allo scoperto e quindi Lipsia, le battaglie ai confini del 1814 e infine il benservito di Waterloo. Oggettivamente Napoleone aveva si aderito alla massoneria, ma ecco non si era di certo mostrato un fratello affidabile si era , per così dire “montato la testa” e aveva anche avuto il torto di definire “bottegaia” la vera patria della Massoneria, l’Inghilterra: ecco anche perche’ fu proprio un massone gran Maestro di una delle piu’ antiche Logge del regno, Arthur Wellesley, Duca di Wellintong che lo sconfisse definitivamente a Waterloo, questo non tanto nei fatti storici che probabilmente il merito della vittoria a rigore andrebbe piu’ al comandante prussiano Blucher il cui provvidenziale ritorno nelle fasi finali della battaglia con 30.000 soldati determino’ il collasso delle forze francesi (una Marengo all’incontrario, che non ha avuto bisogno della famosa frase di Desaix “una battaglia e’ perduta c’e’ il tempo di vincerne un’altra”) o anche al generale austriaco Radetzsky capo di Stato maggiore dell’intera coalizione alleata, che con il suo brillante piano aveva sbaragliato Napoleone a Lipsia due anni prima e che ora ne ricalcava le disposizioni strategico/logistiche.
Il punto e’ capire che sia la Rivoluzione che la sua propaggine pilotata del Cesarismo napoleonico degli inizi costuivano uno specchietto delle allodole per mascherare l’odio inveterato della massoneria per la monarchia francese. Difatti quella borghesia “illuminata” che andava riconoscendosi nella Logge Massoniche , traeva molto del suo prestigio e lignaggio oltre che dal rituale di Libera muratoria del periodo precristiano, anche da una della piu’ misteriose sette segrete del medioevo L’Ordine dei templari che giustappunto il Re francese Filippo il bello soppresse cruentemente ai primi del XIV secolo, fino a far bruciare sul rogo l’ultimo grande Maestro dell’Ordine dei templari Jacques De Molay il 18 marzo del 1314.
Al momento di salire sul rogo, Jacques de Molay, lancio una terribile maledizione:"Coloro che ci hanno condannato ingiustamente, saranno molto presto convocati davanti al Tribunale divino, e che la casa di Francia sia maledetta fino alla tredicesima generazione” Quattrocento ottantanove anni dopo nella stessa citta’ la ghigliottina si abbassa sul collo di Luigi XVI ed il boia Samson , manco a dirlo anche lui massone, nel mostrare la testa mozzata del re alla folla pare abbia pronunciato “Jacques de Molay sei vendicato!”
Se dunque la piu’ famosa delle rivoluzioni fu solo una farsa, come d’altronde tutte le piu’ strombazzate pandemie della storia, non diversamente avvenne per gli altri pseudo cambiamenti socio/politici passati alla storia come rivoluzioni o anche guerre, mettendoci magari l’epiteto di “indipendenza”, di “successione” , di “secessione”, oppure dandogli un nominativo piu’ colorito, trasferito da qualche oggetto o luogo del contesto: “ guerra delle tre rose, guerra del te’, guerra dell’oppio, rivolta dei garofani , rivoluzione d’ottobre , rivoluzione delle camicie nere, marcia del sale, primavera di Praga….e chi piu’ ne ha piu’ ne metta. Massimo comun denominatore di tutti questi sconvolgimenti, la assoluta falsita’ rispetto a quello che dovrebbe essere un raccontato obiettivo e veritiero sulla storia e questo come abbiamo visto non proprio da sempre, ma in ispecie con l’avvento nella storia del mondo dell’eta’ dei mercanti, o bottegai ovvero con il progressivo affermarsi di una classe sociale , la borghesia che pone alla base del suo stesso essere e di ogni possibile giudizio di valore : il denaro, il mercato, lo scambio. Ci si potrebbe domandare : "ma perche’ " ci si chiedera' "prima nell’eta’ dei guerrieri ancora in auge non avveniva lo stesso? Il denaro non aveva questa rilevante importanza?"
Un Crasso non era l’uomo piu’ ricco di Roma e per questo aveva accesso alle cariche piu’ prestigiose della Repubblica? E poi la stessa differenza fra patrizi e plebei non era, tutto sommato, ascrivibile a questioni di censo? …“Cesare il popolo chiede sesterzi” dice una simpatica freddura… “no vado dritto” risponde il condottiero, mostrando così anche a livello di barzelletta che tutto sommato l’andare diritto, ovvero per una strada che non comporti alcuna deviazione, alcuna sterzata dal cammino del grande interesse dello Stato, può anche essere contemplata, ma il sesterzio o “se-sterzo” non sara’ mai il cammino principale.
Ecco mettiamoci un Feynman ante-ante litteram alle prese con il suo integrale sui cammini e questo tragitto diritto, senza sterzate del piu’ grande degli antichi romani : quale credete che sarebbe stato quello piu’ rispondente alle migliori opportunita’???? In sostanza il denaro diviene sempre piu’ importante con il corso del tempo ma in eta’ dell’argento e quindi dei guerrieri resta sempre in auge la famosa risposta di di Marco Furio Camillo al “Vae victis” di Brenno : "non auro, sed ferro, recuperanda patria est".
Così e' ancora nel periodo medioevale, con Carlo Magno, le Cattedrali, la Cavalleria , in un poema come la Divina Commedia di Dante, con un personaggio come Federico II di Svevia, ma come non sara' piu' con l'Umanesimo impostosi come "nuovo", grazie, come abbiamo visto ad una grande pandemia e ad una sensibilita’ fondata su di un egoistico individualismo dove può fare enorme breccia la paura, e tutta la realta' risulta rappresentata da un codice fondato su di una convenzione riduttiva desunta da pochi ritrovamenti di antichi reperti ascritti al livello di classico, ma non verificabili
Il punto e’ capire che sia la Rivoluzione che la sua propaggine pilotata del Cesarismo napoleonico degli inizi costuivano uno specchietto delle allodole per mascherare l’odio inveterato della massoneria per la monarchia francese. Difatti quella borghesia “illuminata” che andava riconoscendosi nella Logge Massoniche , traeva molto del suo prestigio e lignaggio oltre che dal rituale di Libera muratoria del periodo precristiano, anche da una della piu’ misteriose sette segrete del medioevo L’Ordine dei templari che giustappunto il Re francese Filippo il bello soppresse cruentemente ai primi del XIV secolo, fino a far bruciare sul rogo l’ultimo grande Maestro dell’Ordine dei templari Jacques De Molay il 18 marzo del 1314.
Al momento di salire sul rogo, Jacques de Molay, lancio una terribile maledizione:"Coloro che ci hanno condannato ingiustamente, saranno molto presto convocati davanti al Tribunale divino, e che la casa di Francia sia maledetta fino alla tredicesima generazione” Quattrocento ottantanove anni dopo nella stessa citta’ la ghigliottina si abbassa sul collo di Luigi XVI ed il boia Samson , manco a dirlo anche lui massone, nel mostrare la testa mozzata del re alla folla pare abbia pronunciato “Jacques de Molay sei vendicato!”
Se dunque la piu’ famosa delle rivoluzioni fu solo una farsa, come d’altronde tutte le piu’ strombazzate pandemie della storia, non diversamente avvenne per gli altri pseudo cambiamenti socio/politici passati alla storia come rivoluzioni o anche guerre, mettendoci magari l’epiteto di “indipendenza”, di “successione” , di “secessione”, oppure dandogli un nominativo piu’ colorito, trasferito da qualche oggetto o luogo del contesto: “ guerra delle tre rose, guerra del te’, guerra dell’oppio, rivolta dei garofani , rivoluzione d’ottobre , rivoluzione delle camicie nere, marcia del sale, primavera di Praga….e chi piu’ ne ha piu’ ne metta. Massimo comun denominatore di tutti questi sconvolgimenti, la assoluta falsita’ rispetto a quello che dovrebbe essere un raccontato obiettivo e veritiero sulla storia e questo come abbiamo visto non proprio da sempre, ma in ispecie con l’avvento nella storia del mondo dell’eta’ dei mercanti, o bottegai ovvero con il progressivo affermarsi di una classe sociale , la borghesia che pone alla base del suo stesso essere e di ogni possibile giudizio di valore : il denaro, il mercato, lo scambio. Ci si potrebbe domandare : "ma perche’ " ci si chiedera' "prima nell’eta’ dei guerrieri ancora in auge non avveniva lo stesso? Il denaro non aveva questa rilevante importanza?"
Un Crasso non era l’uomo piu’ ricco di Roma e per questo aveva accesso alle cariche piu’ prestigiose della Repubblica? E poi la stessa differenza fra patrizi e plebei non era, tutto sommato, ascrivibile a questioni di censo? …“Cesare il popolo chiede sesterzi” dice una simpatica freddura… “no vado dritto” risponde il condottiero, mostrando così anche a livello di barzelletta che tutto sommato l’andare diritto, ovvero per una strada che non comporti alcuna deviazione, alcuna sterzata dal cammino del grande interesse dello Stato, può anche essere contemplata, ma il sesterzio o “se-sterzo” non sara’ mai il cammino principale.
Ecco mettiamoci un Feynman ante-ante litteram alle prese con il suo integrale sui cammini e questo tragitto diritto, senza sterzate del piu’ grande degli antichi romani : quale credete che sarebbe stato quello piu’ rispondente alle migliori opportunita’???? In sostanza il denaro diviene sempre piu’ importante con il corso del tempo ma in eta’ dell’argento e quindi dei guerrieri resta sempre in auge la famosa risposta di di Marco Furio Camillo al “Vae victis” di Brenno : "non auro, sed ferro, recuperanda patria est".
Così e' ancora nel periodo medioevale, con Carlo Magno, le Cattedrali, la Cavalleria , in un poema come la Divina Commedia di Dante, con un personaggio come Federico II di Svevia, ma come non sara' piu' con l'Umanesimo impostosi come "nuovo", grazie, come abbiamo visto ad una grande pandemia e ad una sensibilita’ fondata su di un egoistico individualismo dove può fare enorme breccia la paura, e tutta la realta' risulta rappresentata da un codice fondato su di una convenzione riduttiva desunta da pochi ritrovamenti di antichi reperti ascritti al livello di classico, ma non verificabili
giovedì 21 marzo 2024
LA PRIMA E L'ULTIMA FARSA (DETTA PANDEMIA )
Se analizziamo la prima accreditata grande pestilenza del nostro mondo occidentale, quella del 1347/48 passata alla storia come “peste nera” che di nero pero’ non aveva niente, semmai ecco si poteva definire trasparente, impalpabile come la paura che andava a inibire l’aria che l’apparato respiratorio coi suoi organi avrebbe dovuto far circolare per il corpo, vediamo subito che topi, pidocchi o microrganismi invisibili, neppure iscritti nell’ordine del vivente, c'entrano ben poco, si puo' rilevare con dati alla mano, che in realta’ il primo apparire della peste bubbonica nel 1347 non era una affezione mortale, ecco poteva essere sgradevole, financo disgustoso e terrificante vedere la gente piena di pustole e bubboni, ma in quanto a mortalita’ niente di allarmante. Fu la seconda ondata quella del 1348 ad avere come suo correlato una elevata mortalita’, gia’ ma il suo carattere era totalmente cambiato : non si manifestava piu’ con bubboni, ed affezione dermatitiche ma con tosse e problemi di respirazione sia a livello polmonare che bronchiale ed ecco quindi, a posteriore farsi illuminante il ricorso ad Hamer e alle sue Leggi Biologiche : quando una persona si trova in una situazione che qualcuno ha fatto credere disperata, o comunque di estremo pericolo per la salute, tipo una malattia sconosciuta, inespiegabile ecco che comincia a manifestare problemi dell’apparato respiratorio perche’ e’ entrata in ballo la paura di morire. Ecco il punto “qualcuno ha fatto credere….” ravvisiamo anche oggi a proposito della farsa pandemica denominata Covid 19, precisi soggetti che hanno non solo cavalcato la tigre della paura della gente, ma la hanno fomentata a bella posta (ovviamente non tutti, anzi una esigua minoranza che e’ riuscita malgrado tutto a conservare la ragione e il discernimento e non si e’ fatta irretire dal terrore sparso a bella posta, da politici corrotti e dagli infami Media, servi di lobbies farmaceutiche e di interessi finanziari), eh si! i vari Soros, Gates, Schwab, Rotschild, Fauci, i grandi Gruppi finanziari e multisocietari tipo Vanguard, Blackrock, che hanno guadagnato cifre mai viste dalla pandemia e dalla messa sul mercato di vaccini eminentemente iatrogeni, ma settecento anni fa ed anche per tutti i secoli successivi chi e’ che poteva trarre vantaggio da una messa in crisi del vigente sistema sociale ? Semplice! sempre loro: i Mercanti, che io chiamo Bottegai, ovvero tutti quei gruppi di potere emergente che traevano vantaggio dall’eliminare lo status quo, coincidente con la mentalita’ corale e di trasmissione delle esperienze. Torna prepotente l’istanza delle diverse Eta’ del mondo descritta da noi in Occidente da Esiodo nel suo testo “Le Opere e i giorni” con correlati in tutte le tradizioni del pianeta, che individua tale passaggio nel subentrare appunto dei Mercanti /Bottegai ovvero una concezione fondata sul denaro, sugli scambi commerciali, sul Mercato, sul valore di scambio, alla Eta’ dei Guerrieri, che possiamo grosso modo individuare con il periodo greco/romano fino alle sue manifestazioni della Rinascita Carolingia del Sacro Romano Impero e quelle delle lotte contro il Papato e gli ultimi grandi Imperatori:Enrico IV, Federico Barbarossa, Carlo IV, ma soprattutto Federico II di Svevia detto lo Stupor mundi, e che ha probabilmente il suo manifesto piu’ celebrato nella Divina Commedia di Dante Alighieri. Come ho piu’ volte rilevato da un punto di vista di critica artistica con la grande pandemia del 1348 si assiste ad un repentino cambiamento di prospettiva (tra l’altro uno strumento inventato proprio in quel periodo) : in nome di un contesto urbano da ristrutturare con urgenza, giustappunto per i presunti danni e lo spopolamento della pandemia, viene rigettato quel codice fondato sulla coralita’ e la trasmissione delle esperienze di cui il simbolo piu’ appariscente era la Cattedrale Gotica, e al suo posto applicato, praticamente in tutte le contestualita’ del costruire, come mera pellicola un codice desunto da pochi ritrovamenti di antiche vestigia - in particolare stralci del De Architectura” di Vitruvio per nulla verificato, non trasmettibile, ma anzi generato da una “reductio” che ogni singolo artista poteva applicare a seconda della bisogna (progettazione di una chiesa, di un palazzo, di una strada, addirittura di una intera citta’ come fece il Rossellino a Pienza su commissione del Papa Pio II Piccolomini). E’ così che nasce prima il cosidettlo Umanesimo e subito dopo il Rinascimento, in verita’ un unico grande movimento aristico ma subito dopo anche culturale ed in maniera onnicomprensiva, su impulso di una mentalita’ bottegaia fondata sul denaro che si affretta a far piazza pulita di tutti valori che ancora nella cultura medievale venivano scambiati (nella coralita’ delle cattedrali, nelle tradizioni spirituali ed anche nelle organizzazioni di casta ad esempio la Cavalleria, in nome di un unico valore , quello di scambio che fondato sul mercato e sul denaro, costituira’ il solo elemento di distinguo per una umanita’ sempre piu’ irretita da pochi “Mercanti” che andra’ sempre piu’ sprofondando verso l’abominio.Un qualcosa questo, che nessuna storia, o meglio nessun racconto/farsa sulla storia ha mai affrontato, e poi spuntano fuori idioti totali come Hegel, precursore degli attuali covidioti che nella sua Fenomenologia dello Spirito, parla di “fine della storia” prendendo a motivo l’incontro casuale dopo la battaglia di Jena con uno dei piu’ “costruiti” parvenu di ogni tempo quel Napoleone Bonaparte la cui vittoria in qualche scaramuccia, non considerando però il numero molto piu’ rilevante di brucianti sconfitte (tutta la campagna d’italia del 1796/97, Marengo - vittoria solo per Desaix ed il suo “una battaglia e’ perduta? C’e’ il tempo di vincerne un’altra” Eylau, Campagna di Russia, Lipsia, Waterloo – lo ha fatto passare per un genio militare. Altro che fine della storia, come altri sulla scia di Hegel, hanno insistito (Marx, Engels, Popper, Koyeve, Fukuyama) semmai bisognerebbe cominciare a pensare ad “un vero inizio della storia”, un qualcosa che solo pochissimi pensatori hanno correttamente posto alla base del loro lavoro (Schopenauer, Nietzsche, Freud, Hamer, Jaynes, Guenon, Evola, Eliade) e ai quali dovremmo fare al piu’ presto affidamento e rigettare tutte le menzogne che anni, anzi secoli, di predominio dei bottegai e dei loro garzoni ci hanno propinato.A proposito di inizio, ma di un inizio di verita’ nella storia, dovremmo far piazza pulita di non meno del 99% di quello che in questi quasi ultimi sette secoli abbiamo appreso - partire non a caso da quel 1347/48 ovvero da quella pandemia denominata peste bubbonica e poi peste nera fino a pervenire alla attuale pandemia con tutta probabilita’ ancora piu’ falsa e inventata di quella antica, in quanto veicolata con maggiore efficacia dai mezzi di comunicazione piu’ evoluti. Menzogna ieri, come menzogna oggi e un percorso preferenziato nel corso dei secoli che richiama una sorta di integrale sui cammini , del tipo di quelli ideato da Richard Feynman, laddove quella che dovrebbe essere opportunita’ di scelta si e’ sempre sposata alla menzogna, alla macchinazione, all’inganno e soprattutto al perseguire l’interesse di pochi (ricchi bottegai) a scapito dei molti (poveri e gente comune non coinvolta in meccanismi di mercato): vale, come esemplificazione di massima, la lapidaria osservazione di un famoso scrittore Alessandro Manzoni a proposito della descrizione di uno dei tanti regurgiti (quello della peste degli anni trenta del ‘600 nell'Italia settentrionale) di questo ricorso alla pandemia e alla conseguente paura di massa, come garanti di diffusione di straordinaria efficacia : “Cabala ordita per far bottega del pubblico spavento” - “far bottega” eccolo il principio informatore di ogni azione di ogni pensiero della nuova classe sociale che si e’ cominciata ad affermare giustappunto grazie ad una mobilitazione della paura, quella dei Mercanti o bottegai, che hanno deciso di uniformare il contesto sociale ad una enorme bottega, dove si muovono loro come padroni e manovratori di ogni manifestazione, grazie anche al servile ausilio di garzoni o servi, ricompensati con briciole di potere e di pecunia (politici, intellettuali, poliziotti e soldati, comunicatori prezzolati, etc). Oggi quindi che ancora non abbiamo attraversato del tutto la terribile penombra (per la verita' tenebre oscurissime) dell'ultima pandemia ascritta ad un improbabilissimo virus denominato covid 19, proprio se vogliamo ricostruire o meglio costruire ex novo un nuovo, diverso, piu' corretto sapere, improntato alla verita' e non alla menzogna e alla manipolazione, dobbiamo disporci con animo sereno, ma nel contempo attento, rispetto a tutta la narrazione della storia così come ci e' stata propinata. Cominciamo magari con uno degli eventi piu’ dirompenti del racconto storico : una rivoluzione. Rivoluzione e’ un termini usato per parecchi eventi, molto spesso con diverse accezioni, qualche volta a sproposito, ma si intende in genere un sovvertimento di principi ed anche di modi di essere : c’è stata una rivoluzione industriale, una rivoluzione scientifica, una rivoluzione sociale, una rivoluzione politica, insomma un po’ chi piu’ ne ha piu’ ne metta; c'è anche stato chi ha, su questo tema della rivoluzione costruito una sorta di paradigma piu’ o meno ineluttabile come Thomas Kuhn con il suo saggio “la struttura delle rivoluzioni scientifiche” del 1962, che al di la’ delle patetiche critiche di un ronzino del pensiero come il mediocre Popper, resta a tutt’oggi l’analisi piu’ dettagliata e piu’ precisa della rivoluzione, che da limitata al cambiamento di opinione in campo scientifico, puo' darci la misura di cosa significa cambiamento in tutto. L'identita' tra rivoluzione e pandemia origina come abbiamo visto in quel fatidico 1348 e nella presa di potere dei Mercanti ovvero quelli che ho sempre denominato “bottegai” nel senso che inaugurano una modalita' di essere al mondo fondata sul commercio sui mercati e quindi segnano l’instaurarsi di una cultura ove a dominare e’ il denaro con tutti i suoi meccanismi di scambio univoco e con le leggi che assegnano valore e appartenenza sono solo quelle di un enorme sconfinato mercato, non c’è piu’ posto per altri valori, quali la tradizione, il sapere, financo un certo tipo di comportamento e di trasmettibilita’ (la Cattedrale e la Cavalleria) che un tempo venivano invece scambiati. I depositari di questo tipo di potere vanno anche identificati con un progressivo affermarsi di una classe media che potremmo anche cominciare a denominare borghesia, che e’ andata formandosi proprio con il passaggio dall’eta’ dei guerrieri a quella dei mercanti, laddove l’elemento di distinguo e di unico valore e’ diventato il denaro e il suo scambio, quindi la societa’ e’ andata sempre piu somigliando ad una bottega.Come in ogni bottega che si rispetti c’è il padrone assoluto, quello che fa i commerci, compra vende e soprattutto guadagna ed uno stuolo di garzoni o servitori di diverso lignaggio: quelli che, per cosi’ dire hanno fatto carriera ed allora partecipano sia pure in modalita’ ridotta ai proventi della compravendita e quindi ne traggono relativi vantaggi e benefici (la classe dei politici, dei tecnici cosidetti esperti, dei comunicatori e specie coi tempi odierni praticamente la totalita’ degli addetti ai mass media, ovvero giornali, televisioni, social) ,e quelli invece mantenuti ad uno stato meramente esecutivo, di manovalanza (poliziotti, soldati ed anche la classe dei medici e degli addetti sanitari ). C’è da dire che questa suddivisione non e’ cosi’ precisa come indicato, spesso e volentieri una data categoria sociale sconfina nell’altra: anche se sempre nel libro paga delle elites commerciali v’e’ una grossa differenza tra un politico di livello governativo centrale ed uno di livello locale(per intenderci diverso un parlamentare, un ministro, da un sottosegretario in qualche comune di provincia così come differente e’ un Generale dell’esercito o della polizia da un semplice agente). Comunque sia, non al di sotto, ma di certo meno che mai al di sopra, di questa suddivisione sociale, si colloca la gran massa della gente comune, che non si identifica coi padroni, ma non si identifica neppure nei garzoni; e’ la gente che lavora, studia, discute, ma anche consuma, compra, ma solo marginalmente vende - e’ la gente che cerca dei valori alternativi alla mera pecunia, la gente che studia, fa cultura, ricerca, si informa, ma è anche la gente che persegue esclusivamente il proprio tornaconto, che se ne frega, che non vuole essere coinvolta, e che si limita a vivere e a consumare - ecco la parola magica per le elites, per i bottegai e quindi anche per i garzoni : consumare!!! questo e’ quello che conta in una eta’ contrassegnata dal termine di “mercanti” gente che consuma e che apparentemente non sembra partecipare del mercimonio in atto nel mondo moderno da quasi sette secoli – paradossalmente e’ proprio questa gente che come detto costituisce la stragrande maggioranza della popolazione mondiale - che e’ oggetto dello spasmodico contendere delle classi dominanti, e’ questa la gente verso cui sono sempre state indirizzate le grandi macchinazioni, tutti i falsi, tutte le montature, di cui il cammino della recente (si fa per dire) storia e’ costellato: così nel 1348, così nei regurgiti di gonfiatissime e pilotate pandemie nel corso dei secoli, ma così anche con le guerre, gli assedi, i colpi di stato, le alternanze di potere e soprattutto…..le rivoluzioni, vere e proprie quelle che ancora ci spacciano per tali nei libri di scuola
mercoledì 20 marzo 2024
BOTTEGUCCIA E BOTTEGONA
Nazione bottegaia per antonomasia, l'Inghilterra ha cominciato ad egemonizzare il mare nel XVI secolo e una volta costruito un vero e proprio impero marittimo e cioe’ fondato sull’elemento fluido, mobile per eccellenza, senza confini e senza quasi limite se non quello della sua assoluta predominanza, si e' spasmodicamente adoperata per espandere questo dominio a tutto il contesto continentale europeo. Va sottolineato come in tale prassi non si sia servita di mezzi diretti, tipici di tutte le compagini nazionali europee del calibro di Francia, Prussia, Austria, Russia, ma piuttosto abbia adoperato l’arma della spregiudicatezza, quando non addirittura del vero e proprio intrigo con sistematici raggiri e inganni di diversa portata sempre al fine di seminare zizzania tra gli Stati continentali e indurli a farsi guerra tra loro: questo sulla premessa del considerare il mondo intero come un grande mercato, raggiungendolo in ogni angolo, in ogni piu’ nascosto anfratto grazie al potenziale di movimento del libero scambio marittimo. Attenzione, pero’ tale liberta’ del valore di scambio, su questo l’Inghilterra e’ sempre stata ben determinata, non e' stato mai applicato con equita’ su tutti gli Stati, ma in forza del dominio del mare e di una tecnologia sempre piu’ concepita a proprio favore, cosa che diverra’ preminente a seguito della cosidetta Rivoluzione Industriale, fenomeno originariamente di chiara marca anglosassone, finisce per riguardare solo un Paese e cioe’ se stessa. V’e’ di piu’ : per operare al meglio con tale prassi e rimanere ancora piu’ nascosta, lo Stato, il potere reale, ma anche il governo, i diversi potentati che operano sempre sul lato economico, che si compiacciono di definirsi democratici non operano direttamente, ma utilizzano il meccanismo delle sette, rifacendosi, per convenienza e utilitarismo ancora piu’ mascherati, ad un antico passato molto poco verificato, e cioe’ al leggendario tempio di Salomone e alla confraternita della libera muratoria - cioe’ le persone abilitate all’esercizio della professione di architetto (archè – techne’ = tecnica del principio) nella impersonificazione del mitico Hiram appunto il costruttore del tempio, ucciso da alcuni suoi allievi per carpigli il segreto del fare edificatorio. Il nome di “setta”si tramuta in quello di “Loggia” e la Massoneria (anche il nome e tutta la simbologia ad essa correlata richiamano la Libera Muratoria di Hiram e del tempio di Salomone ) diviene di fatto una sorta di braccio operativo dello Stato che assume sempre maggiore rilevanza fino a incanalre lei la direttivita’ della politica e della stessa Casa Regnante, sempre piu’ subordinate al potere economico e al principio del libero mercato, pero’ a senso univoco. Tramite la Massoneria, lo spirito marittimo dell’Inghilterra si fa sempre piu’ subdolo e tende a seminare zizzania tra gli stati continentali unicamente per conseguire vantaggi economici che alla fin fine vanno a coincidere con i propositi di dominio di tutta l’area europea. Come diceva Raleigh “chi domina il mare, domina il commercio del mondo e a chi domina il commercio del mondo, appartengono tutti i tesori del mondo e il mondo stesso” ecco questa potremmo definire la massima a mo’ di imperativo categorico della bottegaia Inghilterra e del suo braccio operativo: la Massoneria. Nell’ambito di quel seminare zizzania e provocare sempre piu’ scontri tra i popoli continentali, di certo grande piacere dovettero provare i nostri bottegai e loggisti con le guerre fratricide tra Austria e Prussia e l’emergere di nuovi effimeri campioni di quell’ancora non appannato del tutto carisma del prode guerriero come e’ il caso di Federico II di Prussia uno degli ultimi epigoni a essere qualificato dell’epigono di “grande”, ma ci sono altri ambiti che possono essere interpretati secondo canoni alquanto diversi da quelli ufficiali come quello ad esempio del “cui prodest” di una rivoluzione, ovvero un sovvertimento violento e improvviso di un certo “Statu quo “ la risposta e’ presto data : sempre a loro: bottegai e loggisti, gente che oramai antepone a tutto l’interesse economico, il denaro, il commercio, il mercato e ne ha fatto dei veri e propri parametri di misurazione della rilevanza della potenza di una intera civilta’ nel mondo.Cosi’ anche la cosidetta rivoluzione delle colonie americane di poco antecedente a quella in territorio europeo in Francia, denota quasi uno spirito di contro assicurazione, si' da garantirsi una entita’ territoriale piu' vasta, ma sempre conservando lo spirito talassico come per per assicurarsi anche nel futuro una base operativa in grado di mantenere quella supremazia non territoriale, non militare, ma marittima e quindi continuare ad esercitare il potere commerciale. Non e’ quindi un caso che tutti i principali protagonisti della rivoluzione americana, sia dalla parte dei ribelli che da parte del governo inglese fossero dei conclamati massoni a cominciare da Washington ed anche dal famoso marchese Lafayette, generale sia dell’esercito dei ribelli americani che successivamente della Francia rivoluzionaria. E lo stesso vale per tutti indiscriminatamente i protagonisti della rivoluzione in Francia: Lafayette, Marat, Danton, Robespierre. Saint Just, Barrat, Carnot, tutti framassoni a prescindere dalle idee politiche di destra o sinistra secondo la pseudo differenza che deve proprio al periodo della Rivoluzione la ben nota differenziazione nominalistica. Viene quindi da chiedersi, stante questa pronunciata presenza massone (anche la celeberrima presa della Bastiglia difatti fu guidata da drappelli guidati da noti massoni) se l’Inghilterra non ci abbia messo lo zampino sia nella sua preparazione che nella sua realizzazione, ovviamente l’Inghilterra tramite il suo braccio operativo della Massoneria che, proprio in virtu’ di questi due eventi che fanno seguito alla Rivoluzione Industriale, piu’ che un braccio abbia assunto il ruolo della mente. Si obiettera’ “ma come?” l’inghilterra nemica irriducibile di Napoleone, che addirittura sta dietro la rivoluzione francese? Suvvia….” Attenzione signori perche’ anche il Generale Napoleone Buonaparte fu originariamente affiliato alla Massoneria, anche per compiacere il suo piu’ indefesso padrino ovvero quel Paul Barras, che lo aveva favorito agli inizi della carriera a Tolone promuovendolo da capitano a Generale e quale membro piu’ influente del Direttorio non solo nominato qualche anno dopo comandante dell’armata d’italia, ma gonfiate in maniera abnorme le sue battaglie, era stato il vero creatore del mito del nuovo genio militare. Solo che Napoleone una volta raggiunte le inusitate e insperate vette della sua, diciamo un po’ fortuna, un po’ opportunismo, indubbiamente una certa scaltrezza, come aveva prontamente scaricato Barras, così aveva preso le distanze dalla massoneria e quindi anche dagli inglesi che anzi erano divenuti i suoi peggiori nemici. E’ successo spesso nella storia, che personaggi partiti da un certo contesto, lo abbiano poi abbandonato ed anzi si siano rivelati i piu’ strenui avversari di tale loro contesto: così ad esempio il principe Eugenio di Savoia che aveva chiesto un incarico da Generale a Luigi XIV e non avendolo ottenuto era divenuto il suo grande nemico, prendendosi anche la soddisfazione di sconfiggerne spesso i suoi eserciti , così Benito Mussolini che partito da socialista massimalista e barricadiero era divenuto il Duce del fascismo e quindi il persecutore di tutta la sinistra, così perfino John Fitzgerald Kennedy dal pieno appoggio della mafia anche per la sua elezione, si era talmente emancipato da tale influenza, che per impedirne ulteriori ritorsioni la grande mafia statunitense (Carlos Marcello, Santo Trafficante, Sam Giancana, etc.) si era vista costretta a ucciderlo. La massoneria, e dietro di essa l’intero Paese dell’Inghilterra sempre piu’ asservito in ogni sua manifestazione al dio denaro, al commercio, al mercato e quindi all’elemento mare, entrambi sempre dietro ai disordini, alle sommosse, ad ogni piu’ piccolo turbamento dello “statu quo” di ogni singolo paese dell’europa continentale: Austria, nei suoi diversidomini, ma anche nel cuore della sua capitale, Regno delle Due Sicilie, financo nell’insignificante Regno di Sardegna, stimolando con tanto di generosi finanziamenti da parte di uno della piu’ potente famiglia massone i Rotschild, a intervenire a favore degli insorti di Milano e dichiarare guerra all’Austria. Lo si sara’ capito, siamo nel turbolento 1848, le feste per i bottegai cominciano in Sicilia nel gennaio e continuano per tutto l’anno a Milano, a Brescia, a Praga, a Budapest e come si e’ detto, nella stessa capitale dell’Impero Asburgico Vienna, con strascichi anche nell’anno successivo. Strascichi che per fortuna sono stati tutti ricomposti e le rivolte tutte sedate. Sembra una sconfitta per le forze di mare ovvero i bottegai e i loro garzoni, pero’ sono riuscite nel colpo piu’ grosso e piu’ saturo di implicazioni : l’ allontanamento del principe di Metternich, il garante di trenta e piu’ anni di pace e di tutta terricola, senza bisogno di andare a ricercare astrusi mercati e un commercio che in verita’ alimenta piu’ che altro se stesso. E’ vero che il grande statista era alquanto invecchiato (75 anni) ma la sua perdita, si fara’ inesorabilmente sentire di li’ a poco, quando contando sulla pochezza dei successori di Metternich e sulla giovane eta’ e quindi inesperienza del nuovo imperatore Franz Joseph (diciott’anni al momento dell’ascesa al trono nel dicembre 1848), ancora una volta Inghilterra e Massoneria erano riuscite a seminare zizzania tra i Paesi europei convincendo il borioso nipote di Napoleone, Luigi Napoleone autonominatosi anche lui imperatore, ad impegnarsi in guerra contro Turchia e Russia per il possesso della Crimea e finendo anche per coinvolgere l’altrettanto velleitario Regno di Sardegna tramite il proprio Capo del Governo il Conte Camillo Benso di Cavour ovviamente fra massone anche lui e particolarmente asservito alla casa Rotschild, con la promessa di favorirne le ambizioni di sottrarre all'Austria il possesso dei territori dell'alta Italia di Lombardia e Veneto. La accennata inesperienza del giovane Imperatore austriaco, tra l’altro, proprio nel periodo piu’ acuto del conflitto per la Crimea, infiammato dalla passione di un romantico amore (per la famosa Sissi), e la assoluta incapacita’ dei governanti imperiali, portera’ anche l’Austria dalla parte di Inghilterra, Francia e Piemonte finendo per mettersi contro l’altro grande impero di terra del continente difatti lo Zar di Russia infuriato per il mancato appoggio dell’Austria, che lui non aveva mancato di dare nel ’49 contro i ribelli Ungheresi, passera’ inesorabilmente dalla parte delle potenze succubi dell’Inghilterra e questo non solo non aiutando l’Austria contro Francia e Piemonte nella successiva guerra del ’59, ma mantenendo tale antistorica posizione ancora nel 1914 nella apocalisse della Grande Guerra. Come si vede la bottegaia Inghilterra e la sua emanazione piu' informante la Massoneria, sono state la zizzania d'Europa e con un'ottica un tantino piu' allungata la disgrazia dell'intero pianeta che si e' trovato irretito in una spirale di violenza e mercimonio che ancora oggi ne costituiscono come una ragnatela, a protagonista cambiato pero' : ricordate difatti quella sorta di di rivoluzione sotto controassicurazione come si era definita la guerra di indipendenza delle colonie americane? Ebbene si, sembra proprio che nella loro spregiudicata gestione dell'elemento liquido, mobile, marino ai fini commerciali, l'inghilterra o meglio con maggiore attinenza la Massoneria, abbia avuto quel che si dice l'occhio lungo : le straordinarie potenzialita' dell'elemento meccanico quale si era venuto ad affermare con la rivoluzione industriale difatti, erano gia' chiare ai nostri volponi della massoneria sul finire di quel XVIII secolo, con la considerazione parallela che l'Inghilterra era un'isola troppo piccola, troppo marginale per potere continuare ad esercitare un predominio mondiale dei mercati e dei commerci. Ideale appunto una sconfinata isola quale si poneva il continente americano : l'america si configurava insomma come una isola maggiore in grado di perpetuare il dominio britannico del mare su piu' vasta scala. In tal senso anche il politico Disraeli si era accorto di questo difetto di proporzione in merito alla necessita' di mantenere il predominio anglosassone del mare e difatti sotto forma di un romanzo nel 1847 aveva ipotizzato che la regina di Inghilterra si trasferisse in India ponendo la sua corte a Delhi. Ma e' ancora Schmitt nel suo libello Terra e mare che ci informa che fu un ammiraglio americano certo Mahan che sul finire del XIX secolo ratifico' in un saggio dal titolo inequivocabile "The influence of sea power upon History 1660-1783" quell'antica visione di "isola maggiore " dei lungimiranti massoni che organizzarono la rivoluzione americana. In tale saggio si parla difatti delle possibilita' di una sempre piu' stretta cooperazione tra Inghilterra e Stati Uniti ravvisandone la piu' profonda ragione non tanto nella comunanza di cultura, lingua e costumi, quanto sul carattere insulare di entrambi le nazioni, differenziate solo dalle proporzioni e pertanto rendere necessario una sorta di passaggio del testimone dalla piu' piccola alla piu' grande , con il fine specifico di mantenere il dominio mondiale dei mari anche nelle mutate e sempre piu' complesse situazioni geo politiche del pianeta. Il carattere insulare degli Stati Uniti oramai palesatosi all'affaccio del nuovo secolo, osservava Mahan in una nuova edizione del saggio nel 1904, dovrebbe garantire la salvaguardia e prosecuzione del dominio del mare su base piu' ampia e con l'impiego piu' idoneo della tecnologia. L'america insomma diventava proprio quell'isola maggiore che i massoni della guerra di indipendenza delle colonie americane si erano configurati in grado di perpetuare la conquista britannica del mare e anzi proseguirla e ampliarla su piu' vasta scala promuovendo quindi un accezione di "mare angloamericano" sul mondo intero , cosi' come era accaduto in occidente solo una volta sia pure in una diversissima accezione : con l'Impero Romano e la denominazione di "mare nostrum"Bisogna convenire che la prospettiva di Mahan (e della massoneria del 1776) ha avuto una piu' che concreta applicazione sia da parte dell'Inghilterra, che dall'America nel corso delle due grandi guerre mondiali del XX secolo e con crescente e anche arrogante incisivita' proprio dagli Stati Uniti che specie dopo la caduta del blocco comunista nel 1989 si sono assunti il ruolo di non solo dominatore, ma anche di guardiano del mondo e di piu' che volenteroso carnefice di ogni liberta' .
sabato 16 marzo 2024
SI COMINCIA DA UMANESIMO E RINASCIMENTO
Insisto con la mia tesi di operare una vasta vastissima operazione di revisione critica, direi criticissima in quanto la storia che la stragrande maggioranza di libri, soprattutto quelli di scuola e anche di universita' che ci hanno propinato sono un lungo e anche profondo inganno, o meglio una grande farsa con tanto di copione di messa in scena: tra l'altro non e' che la cosa sia un fatto recente, io dico che è perlomeno dal 1348 con l'occasione di forse la prima grande pandemia dell'occidente che si e' perseguito con questa farsa che ha forse avuto, ecco nei tempi odierni, in questo secondo ventennio del terzo millennio la sua manifestazione piu' eclatante e piu' preoccupante. Le revisioni della nostra storia si rendono quindi assolutamente necessarie se vogliamo uscire dall'attuale dittatura ideologica fondata sulla menzogna e anche su tutti quegli pseudo punti di vista che fino ad ieri prevalenti possono ed anzi debbono presentare un carattere decisamente iconoclastico. E' di grande aiuto tornare al pensiero di uno studioso realmente libero e originale quale solo un pensatore di "destra" puo' essere, ecco come Julius Evola che affronta proprio il concetto di evoluzione secondo il suo reale andamento che e' stato di involuzione e decadimento. Giustappunto una delle prime revisione affrontate da Evola fu quella del cosiddetto Rinascimento: questo periodo difatti viene correntemente considerato come una delle massime glorie della storia universale ed in particolare italiana. Forse non è stato il Rinascimento, più che una antichità troppo remota, a conferire all’Italia la dignità di madre delle lettere e delle arti? Certo: ma altrettanto vero è che non per ultimo alla “tradizione” del Rinascimento si deve il fatto, che l’Italia fino ad ieri valse sì come un meraviglioso paese delle lettere, dei musei e dei monumenti, però abitato da un popolo, che dal punto di vista etico e politico non godeva proprio della miglior fama. In ogni civiltà “normale” il centro non può cadere nelle lettere e nelle arti: esso cade invece nei valori ascetici ed eroici, in una salda severa formazione della vita aliena da “espressionismi”, nella quale i principii superindividuali, le opere e le azioni stanno al disopra della “genialità” e della soggettività del singolo. Non è detto che in sensibilizzazione intuitiva ai principii generali – in sé stessi superiori al mondo delle arti e della “creatività” – che stanno al centro di una determinata civiltà. Ora, proprio l’opposto si è verificato nella civiltà del Rinascimento. In essa si è avuta una vera e propria orgia della soggettività “mediterranea” liberata da ogni vincolo, un pullulare tropicale di “creazioni” di ogni genere prive, in fondo, di ogni nesso unitario, non obbedienti ad un significato superiore, staccate da ogni forza formatrice politica o spirituale unitaria. Perciò, malgrado il suo splendore esteriore, la civiltà umanistica della Rinascenza rappresenta, da un punto di vista superiore, una caduta di livello, lo spezzarsi delle fila di una più seria e più profonda tradizione. Essa fu la controparte culturale e artistica di quell’individualismo disordinato, che si espresse politicamente nello stile delle Signorie e nelle eterne liti delle città italiane e dei loro condottieri. Essa contenne i germi, che dovevano dare a conoscere la loro vera natura nell’ illuminismo, nel razionalismo, nel naturalismo e in altri fenomeni della decadenza moderna. Infatti non è un caso che il Rinascimento goda di una predilezione non solo in ambienti letterari “neutri”, ma anche in ambienti massonici. Ancor parlando della famigerata Società delle Nazioni, in un congresso massonico internazionale, nel 1917, a Parigi, si celebrò “la rivolta, di cui l’umanismo della Rinascenza e la filosofia della grande rivoluzione francese sono le fasi salienti, più note e più prossime, e di cui lo spirito massonico esprime la stessa anima”. Il miraggio delle meravigliose creazioni del Rinascimento non deve in realtà far dimenticare il significato profondo relativo al fatto che la sua contemporaneità appunto con l’umanismo, col naturalismo e con la stessa Riforma, né deve far perder di vista la precisa funzione polemica e dialettica che tutti questi fenomeni, nel loro insieme e nella loro sinergia, ebbero di fronte alla precedente civiltà medievale. Chi non conosce la retorica della “affermazione della vita”, della “riscoperta della sacralità del corpo e della bellezza”, del superamento del “despotismo teologale e politico” e di tante altre espressioni di colorito fra l’immanentismo e il massonico che sono state applicate alla civiltà e al pensiero della Rinascenza? E lo stesso termine “Rinascenza” non svela già di per sé stesso l’istanza polemica, rivoluzionaria e antitradizionale ora accennata? Si rinasce da una morte o da un sogno: e ciò sarebbe stato il Medioevo imperiale, ghibellino, feudale e dantesco; il Medioevo, che noi possiamo senz’altro chiamare ario e romano-germanico e che come tale, per noi, fu esso la vera Rinascenza. Là dove forze prima contenute rigidamente in una unità per via di una tensione superiore passano di nuovo allo stato libero, si può aver la sensazione ingannevole di una maggiore vitalità, di un dinamismo, di un risveglio. invece non si tratta che di dissoluzione e di dispersione centrifuga. Questo è il vero senso del Rinascimento. Non è che in esso si manifestasse una vita nuova e giovane: al contrario. Tutte le sue creazioni non si spiegano che sulla base della lesione della tensione metafisica e politica del precedente mondo imperiale c feudale medievale: esse rientrano nella via di colui che – per usare l’espressione di Guénon – si e distaccato dai cieli con la scusa di conquistare la terra e, possiamo aggiungere noi, di scoprire l’“uomo”. A chi abbia un senso della “terza dimensione della storia” su tale base si rendono comprensibili altri fenomeni connessi all’epoca del Rinascimento; come per es. l’intero ciclo delle “scoperte” e lo slancio dell’Europa verso le avventure e le conquiste transoceaniche. Quel potenziale, che prima si concentrava sulla direzione verticale, che trovava cioè il suo oggetto adeguato in valori trascendenti, nel punto in cui perdette contatto con tale punto di riferimento, si scaricò, per dir così, sulla direzione orizzontale, cioè nel dominio umanistico, fisico, naturalistico, particolaristico: da qui uno slancio senza precedenti, da qui l’orgia delle arti, delle lettere, del “pensiero”, della “libera soggettività”; da qui la espansione illimitata verso mari e terre sconosciute: ma, soprattutto, come conseguenza, da qui una fondamentale irrequietezza ed instabilità, una insoddisfazione che nulla varrà più a placare, quell’impulso, che Spengler dirà “faustiano” e che, a parte tutti gli orpelli intellettualistici, tradisce solo un male simile a quello del morso della tarantola.Non si può infatti placare con oggetti di questa terra un impulso cui poteva esser solo adeguata una realtà trascendente e l’approssimazione temporale ad essa, cioè l’Impero. Nel punto in cui l”uomo occidentale tradì la sua più alta vocazione, si è creato in sé stesso, nell’inquietezza e nell’insoddisfazione già indicata, la pena per questo tradimento.Da un altro punto di vista, col Rinascimento va a prender definitivamente il sopravvento una componente razziale “mediterranea”, individualistica, insofferente di ogni superiore principio di ordine, che già nel Medioevo era stata un focolare perpetuo di anarchia e di divisione, resistendo ad oltranza alla renovatio romani imperii, al tentativo romano-germanico di formare l’Occidente cristiano secondo una superiore concezione. Là dove nella civiltà dell`alto ghibellinismo, nell’etica feudale dell’onore e della fedeltà, nell’ideale umano dei grandi ordini Cavallereschi, nel simbolo ascetico-guerriero del crociato e così via tornarono ad imperare, in Occidente, vene della razza “solare” dell’uomo ario, ario-romano e nordico-ario, nella civiltà del Rinascimento venne invece al primo piano la razza obliqua dell’uomo “bottegaio" Chi non ricorda la ballata di Lorenzo de Medici che sottolinea la caducità dell’esistenza e conclude con le parole: «chi vuol esser lieto, sia – di doman non v`è certezza»? Questa è la controparte pratica della “grande parata” dei creatori di quel periodo: è l’antitesi di quel senso dell’eterno e di quella volontà dell’eterno, che caratterizzò l’alto Medioevo. Qui deve anche esser chiarito l’equivoco di coloro che pensano davvero che la Rinascenza sia stata una ripresa dell’antichità classica e “pagana”: ciò che fu ripreso, effettivamente, furono solo gli aspetti negativi, già decadenti e “afroditici”, esterioristici e razzialmente sospetti della civiltà antica, non quelli originari, eroici, sacrali, tradizionali. Non Sparta e non il simbolo dorico, ma Atene e Corinto. Non la Roma sacrale e catoniana, ma la Roma ellenizzata e soprattutto il crepuscolo dell’antichità: il mondo ellenistico-alessandrino. In più, nella Rinascenza mancavano i presupposti per poter cogliere e discriminare quel che di valido, malgrado tutto, poteva sussistere perfino in questa parte del mondo antico Oltre che di un uomo “afroditico”, abbiamo parlato di un uomo prometeico. Ad esso si riferisce propriamente l’umanesimo della Rinascenza. Contro quel si è or ora detto, qualcuno, a testimoniare la ripresa di elementi spirituali e perfino iniziatici del mondo antico da parte della Rinascenza, potrà citare nomi, come quelli di Bruno, Marsilio Ficino, Pico della Mirandola. La funzionalità di simili elementi nella Rinascenza, peraltro, si connette proprio a quanto di più oscuro ha agito in una tale epoca. Noi abbiamo infatti un vero e proprio processo di inversione consistente nel materializzare lo spirituale per divinificare la materia, Dio divenendo l’uomo e l’uomo divenendo Dio. Questo, in fondo, è il senso ultimo dell’Umanesimo. Questo è l’oscuro mistero che fu celebrato in sette e in gruppi occulti, i quali dovevano continuarsi proprio nella massoneria e qui tradurre senz’altro in termini di una azione sovvertitrice politica metodica e cosciente la “tradizione” da essi ricevuta. Si ricordi che la stella dei Soviet, simbolo dell’uomo collettivizzato e materializzato onnipotente e senza Dio, è il pentagramma, un simbolo magico che proprio nei gruppi “iniziatici”, dei quali non pochi esponenti della Rinascenza subirono direttamente o indirettamente l’influsso, ebbe una parte speciale. È un segno, tra i tanti, della inversione propria all’“umanismo”, culto terrestre dell’uomo divinificato. Bisogna rendersi dunque conto che la sovversione combattuta oggi nelle sue forme estreme dalle nostre rivoluzioni restauratrici, ha avuto origine nella Rinascenza, secondo le intime connessioni di essa con l’umanesimo, la riforma e il naturalismo. Non siamo partiti dal punto di vista artistico, quindi il valore che nel dominio tecnico delle arti hanno la creazione della Rinascenza resta del tutto impregiudicato. A chi esplora la “terza dimensione” della storia, ciò non impedisce tuttavia di riconoscere, che lo splendore apparente, l’opulenza e la genialità di simili creazioni sono valse, un po’, come le cortine di fumo che in una guerra moderna talvolta si usano per coprire una avanzata. E l’avanzata è stata di forze, nelle quali chi oggi si sente compenetrato da una nuova serietà, da una nuova volontà di formazione ario-romana tradizionale e virile del carattere e della vita, difficilmente saprebbe riconoscersi.
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