sabato 25 novembre 2023

TUTTO IL MALE DEL MONDO

 

Di chi, o di cosa e' la colpa del male, tutto il male del mondo ? La risposta e' presto data: e' la coscienza la responsabile, la coscienza intesa come consapevolezza dell’uomo di essere in situazione  con il proprio ambiente, ovvero il contesto che lo impegna. Siamo in presenza di una analogia tra uomo e ambiente , giustappunto un analogo,  solo che invece di fare riferimento tra due significati, uno piu’ conosciuto, uno meno, come avviene normalmente nel procedimento linguistico per ampliare ed arricchire una lingua, in questo caso siamo in presenza di un riferimento a se stesso in analogia al contesto, quindi un “analogo io”  il che sostanzialmente puo’ essere detto in altri termini, come un qualcosa di origine metaforica quindi di derivazione strettamente  linguistica. Se ne deduce che senza linguaggio articolato e senza metafora di condensazione uomo-ambiente, non vi e’ malvagita’ intenzionale, ma solo meccanismi istintuali del tutto simili a quelli del mondo animale. Altro elemento di fondamentale importanza nella eziologia del male nel mondo e’ la possibilita’ di tale consapevolezza di interazione fra uomo e ambiente  che puo’ non solo essere raccontata a voce, ma puo’ essere tramandata in quanto fissata con la parola scritta: eh si! anche  la scrittura , puo’ essere ascritta come  co-archetipa del male nel mondo.
Possiamo anche dire che la nascita della storia, possibile solo attraverso il meccanismo dell’analogo.io, cioe’ la coscienza, corrisponde in tutto e per tutto all’Esser-ci Heideggeriano (Desein) sul teatro del mondo  e di avere il potere di cambiare le regole del gioco  - diciamo  che i tentativi di tali cambiamenti  buoni o cattivi che siano , vengono registrati, dapprima in un linguaggio orale, che ha ancora larghi margini di variabilita’ in virtu’ del carattere volatile della parola, per poi essere fissato con la parola scritta in un qualcosa di molto piu’ definitivo (il famoso verba volant, scripta manent,  suscettibile di farsi secondo l’ancora piu’ famosa Ode di Orazio un vero e proprio monumento  “piu’ duraturo del bronzo” ovvero lo “Èxegì monumèntum àere perènnius ”. Comprensibile l’orgoglio del grande poeta che ha come la sensazione di aver raggiunta l’immortalita’ “Nòn omnìs moriar  mùltaque pàrs mei vìtabìt Libitìnam  ùsque ego pòstera crèscam làude recèns”, peccato pero ‘ che a parte le lodevoli ma poche manifestazioni di grandezza ascritte all’arte, in parte alla tecnica, molto a buoni sentimenti umani tipo l’amore, la lealta’, la giustizia, la liberta’  e parecchio anche a faccende di solito non contemplate dalla tradizionale narrazione storica tipo l’alimentazione, il buon cibo, il vino, la birra, il formaggio, la cioccolata, un piatto di bucatini alla amatriciana o una bouillabaisse.

Il racconto della coscienza e quindi di un po’ tutta la storia umana,  sia essenzialmente un racconto  di guerre, eccidi, massacri, violenze, brutalita’ sopraffazione tra popoli e intolleranza. Quasi tutti gli antichi storici hanno descritto questa prima manifestazione della coscienza come l’eta’ dell’argento  per porre netto il distinguo con la precedente eta’ dell’oro, di cui però non era dato di sapere alcunche’ e che difatti non era solo una eta’, ma una totalmente differente organizzazione, addirittura biologica con un differente funzionamento del cervello umano, quello che lo psichiatra Julian Jaynes ha denominato “mente bicamerale” e che non contemplando ne’ la coscienza umana ne’ tanto meno la scrittura, non aveva modo di essere raccontato, ne’ tantomeno storicizzato : gli dei erano indicati come i rappresentanti dell’eta’ dell’oro, ma questo solo a posteriori, non sapendo niente di tali dei  e solo in virtu’ di quella messa in situazione tra io e ambiente che la coscienza aveva potuto effettuare, ma solo con la scomparsa della precedente organizzazione neuronale, quindi facendo ricorso all’immaginazione e incedendo alla fantasia. Così era venuto naturale, cercando di riportare quell’ordine e quella definizione che non era possibile trovare nel precedente periodo, scegliere un metallo,  meno nobile dell’oro, meno splendente, soggetto ad invecchiamento e annerimento come l’argento e che trovava corrispondenza in una specifica classe sociale, quella dei “guerrieri” ovvero  coloro che  si trovavano ad esercitare con l’impiego di armi e strumenti appositi proprio quella specificita’ che meglio si adattava a esercitare il dominio della nuova organizzazione mentale, la coscienza. Per millenni si sono succedute societa’ e singole persone distintisi nell’esercitare le precipue specificita’ della coscienza e cioè la violenza, la sopraffazione, la distruzione;  per millenni abbiamo avuto continue guerre, popoli in lotta tra di loro e spesso e volentieri in  lotta dentro di loro, guerre di conquista, di annessione, guerra civili, e tutto questo ben lungi dal darne un giudizio di riprovazione, ma anzi….si e’ conferito il titolo di “grande” a personaggi distintisi un tale abominio, i re Orientali della Persia, degli assiri , quindi anche per uno venuto dalla culla della ragione  e del sapere: il re di Macedonia Alessandro che ebbe come 
precettore il filosofo Aristotele e che nessuno ancora oggi nomina se non con quell’epiteto di “Magno” valutando cioe’ questa supposta grandezza solo in termini di battaglie e conquiste militari, e non prendendo in minima considerazione il fatto di trovarsi al cospetto di una persona fortemente disturbata, malato, irascibile, psicopatico, dedito a droghe, morto giovanissimo per i suoi eccessi. Procedendo nella storia della coscienza  si perviene a periodi sempre piu' oscuri e vili, dove l'argento cede ad un metallo ancora meno prezioso, il bronzo e i guerrieri cedono la supremazia  ai mercanti, laddove non diminuiscono le violenze e le sopraffazioni, ma si fanno solo meno evidenti, piu' mascherate, piu' ipocrite e l'elemento che era
gia emerso nella eta' precedente, ovvero il denaro si fa prioritario.  Il "vir" del periodo di massima dell'eta' dei guerrieri cede il posto allo "homo oeconomicus" dell'eta' dei mercanti o come dico io, dei "bottegai", di una societa' equiparata ad un mero esercizio commerciale di compravendita su di un unico valore di scambio,  con pochi padroni ed una pletora di garzoni come 
 vili  servitori.
 Uno schema addirittura piu' odioso di quello dei guerrieri, aggravato dallo sviluppo della tecnologia che abilmente perseguita e promossa dai padroni delle ferriere e diffusa dai loro garzoni, soprattutto con l'avvento della Rivoluzione industriale di meta' secolo XVIII, sostituisce progressivamente la specificita' umana con quella della macchina.  

lunedì 13 novembre 2023

OCCUPARE LA CULTURA : L'IMPERATIVO DELLA SINISTRA SU COMMISSIONE DEL LIBERISMO

Dovremmo analizzare come mai quelle che un tempo erano sfruttate  minoranze sono assurte a dominanti e  liberticide di questo sistema sociale che ha la sua origine nella Rivoluzione industriale (grosso modo seconda parte del XVIII secolo ). Karl Marx profetizzava che la rivoluzione socialista sarebbe stata realizzata ovunque da lavoratori, che liberi dalle manette del capitalismo, avrebbero re-inventato le loro diverse nazioni sotto forma di repubbliche socialiste unite in un sodalizio mondiale. Alla base del suo ineluttabile ragionamento c'era la famosa dialettica Hegeliana ed anche  quella esemplificazione dello scontro tra Padrone e Servo come affrontata in Fenomenologia dello spirito dallo stesso Hegel.  Superfluo sottolineare che questo  non avvenne mai secondo i meccanismi previsti ne' da Hegel ne' da Marx, semmai per tutto l'ottocento e in special modo nel novecento pareva che in tutto il mondo sia servi che il famoso proletariato  fossero più interessati alla possibilità di arricchirsi anch’essi, che ad eliminare tutte le strade verso quella meta. Così è successo che l’eredità filosofica di Hegel e politica di Marx è diventata il rispetto forzoso di regole socialiste distopiche imposte da ideologhi criminali. Il comunista italiano Antonio Gramsci individuò un modo più intelligente e non violento per conseguire il trionfo del socialismo in Occidente: ‘occupare la cultura’. Come osservò in tarda età l’intellettuale conservatore Richard Grenier, «Gramsci era il più lungimirante analista delle odierne relazioni tra arte e politica. Gramsci riteneva che la cultura non fosse una semplice sovrastruttura del sistema economico, così come la considerava il marxismo ortodosso, ma fosse centrale nel processo di conquista del potere alla società». Andrew Breitbart sintetizzò così questo concetto: «La politica è a valle della cultura», mentre il rivale/nemico Palmiro Togliatti che dopo la morte di questi fu l'unico a detenere la egemonia in tutto il Partito, ne sviluppò in termini eminentemente pratici il concetto,  offrendo un rifugio e protezione sicure a tutta la congerie di artisti e intellettuali che non avevano avuto alcun problema ad appoggiare il fascismo e che erano alla disperata ricerca di rifarsi una verginità di  comodo per continuare ad occupare un certo ruolo nella Società. Operazione condotta indubbiamente con grande efficacia dal vero e unico padre padrone del Partito Comunista Italiano, non a caso definito "il migliore" che cominciò a lavorare su tale prassi molto molto prima della cosidetta svolta di Salerno, addirittura da un proclama che lanciò nel 1936 subito dopo la campagna d'Etiopia indirizzato  non al proletariato o genericamente al mondo di sinistra, ma a quelli che chiamò tranquillamente "fratelli in camicia nera". Anche dopo la sua morte l'operazione di arruolamento della cultura e dell'intellettualità continuò imperterrita, perlomeno per altri 20 anni , malgrado forti incidenti di percorso del comunismo reale , ovvero della URSS (invasione dell'Ungheria nel 1956 - invasione della Cecoslovacchia nel 1968 - Charta 77 a Praga nel 1976/77 . Anche il più noto seguace di Togliatti Enrico Berlinguer continuò l'operazione, anche se con sempre maggiori discrasie che finirono per sradicare del tutto il concetto di collaborazione tra cultura e politica, preferenziando decisamente il secondo aspetto che finiva per fare della prima una semplice ancella, quasi una inverazione del famosissimo romanzo Mephisto del figlio di Thomas Mann : Klaus.

Ancor parecchio prima del collasso della Unione Sovietica, la versione leninista del socialismo con la rivoluzione, era bella che superata (sempre Berlinguer, e altri leader europei tipo Mitterand) e il Paese del Socialismo Reale offriva ben poche attrattive per i militanti comunisti. Alla serie crescente di insuccessi pratici, diciamolo sinceramente, anche per la pessima strategia utilizzata dal più noto e potente dei  leader europei, Berlinguer, corrispondeva però una sempre maggiore attenzione dei capitalismo e consumismo di servirsi di quell'egemonia culturale che oramai contraddistingueva  la mentalità della persona "di sinistra", di cui  poteva anche accettarne la prosecuzione di tale egemonia in cambio di farsi docili esecutori delle più bieche strategie di mercato    In Occidente gli accoliti di Gramsci divennero ‘estremisti di professione’ e – con le università come loro parco giochi – indottrinavano giovani occidentali al proprio deleterio sistema di valori. Il risultato fu una certa inverazione del celeberrimo Paradigma di Kuhn, applicato al campo non tanto della scienza, quanto della cultura, difatti quando gli studenti si laurearono e intrapresero la scalata alle professioni, ogni singola istituzione di cui siamo stati abituati a fidarci – istruzione, salute fisica e mentale, media, arti, sport, giurisprudenza – fu contagiata da ciò che Grenier identificò come la ‘politica delle intenzioni’ opposta alla ‘politica dei traguardi’. Coloro i quali credono nella politica delle intenzioni ritengono che se le intenzioni sono nobili, i cuori puri, la compassione senza limiti (per coloro designati come oppressi) e gli ideali alti, essi non possono essere considerati responsabili di tutte le conseguenze negative derivanti dalle politiche ispirate dalle loro pie intenzioni. Essi rigettano qualsiasi allusione al fatto che siano le loro idee a spianare la strada alla disgregazione sociale, all’ingiustizia verso gli innocenti o a tragedie ancor più grandi. Coloro i quali osano segnalare in pubblico questi collegamenti vengono immancabilmente disonorati o ‘cancellati’. Il più efficace ed efficiente strumento di ‘occupazione della cultura’ è il dominio del linguaggio. Gli ideologhi sanno bene che non possiamo padroneggiare le idee se non abbiamo il dominio del linguaggio. Letteralmente non sappiamo cosa stiamo pensando, se non siamo in grado di parlare senza auto-censura.   E non serve la baionetta per instillare dapprima l’incertezza e in seguito la paura di esprimersi liberamente. Ciò non di meno, l’impulso ad infondere la paura è totalitario. I totalitaristi, siano essi della specie terroristica o ‘al velluto’, sanno che la paura di esprimersi liberamente alla fine inibisce la capacità di discernere la semplice verità dalla ‘verità’’ ideologica.  Questo è un passo tutto della scrittrice Kay, ma debbo dire che lo trovo quanto mai informante e dolorosamente istruttivo: si riferisce ad un aspetto  emblematico della situazione attuale, specie  coi recentissimi eventi della controversa e truffaldina elezione di Biden alla Presidenza degli USA e la spaventosa lotta ingaggiata dal neoliberismo consumista e comunista che ha appunto come volenterosi carnefici della libertà umana tutta la ipocrita mentalità buonista di sinistra  per eliminare il loro maggior pericolo: il fuori schema e fuori regole appunto delle intenzioni, ovvero Donald Trump . Ebbene sono notizie oramai all'ordine del giorno della particolare predilizione per questo pseudo Presidente, che ovviamente è solo il fantoccio di ben altri interesse e persone, verso il mondo della omosessualità, dei gay, lesbiche, trans.......
Gli attivisti ‘trans’, ad esempio, sono maestri nello sfruttare la politica delle intenzioni, . Solo una frazione minuscola della popolazione si identifica con il sesso opposto, ciò nondimeno essi rappresentano un gruppo oppresso designato. Nell’attuare le politiche, la compassione per la loro sofferenza combinata al sommo ideale ‘dell’inclusione’ devono quindi prevalere su qualunque altra considerazione. La soluzione individuata è una ridefinizione della ‘donna’ che comprenda ogni uomo che desiderava essere donna.  Le parole ‘uomo’ e ‘donna’ sono fondate su realtà biologiche. Ma quale è il valore della realtà biologica di fronte al valore del sostegno psicologico agli oppressi? Et voilà, una ‘donna’ – saremo obbligati a convenire – è un essere umano che si identifica in una donna. Una donna può quindi avere un pene. 
Conseguenza di questa Grande Balla gender: misure che mettono a rischio la sicurezza e il trattamento delle vere donne nelle prigioni, nei dormitori o nello sport. Ma perché le politiche abbiano i denti, la menzogna deve essere ben radicata nella legge. E in parte è così. Alla corte dei diritti umani, i diritti di genere hanno lo stesso status legale dei diritti sessuali (che sono nella Carta dei Diritti del Canada). Nessuno dei nostri cervelloni avvocati si è accorto che attribuire gli stessi diritti a soggetti riconoscibilmente di un sesso e a quelli che avrebbero voluto esserlo – ma non lo sono – era ipso facto una contraddizione giuridica grossolana. Ma anche la legislazione sui diritti non è sufficiente. Le persone devono essere obbligate a dar voce alla menzogna. Devono utilizzare pubblicamente i ‘loro’ pronomi nelle aule scolastiche, nelle conferenze e anche nelle aule di giustizia. Come se i pronomi fossero di proprietà privata e come se l’obbligo di dar voce ai ‘vostri’ pronomi fosse paragonabile al valore della libertà di espressione. E perfino questo non è abbastanza. I genitori devono sottoporre i propri figli all’indottrinamento basato sulla menzogna. E così il processo di distruzione dei legami familiari e l’appropriazione dei figli da parte dello Stato – obiettivo finale del socialismo gender – va avanti. Opponiti alla menzogna e affronterai le baionette di oggi: aggressione sui social media e carriera in rovina. Oggi un biologo evoluzionista che insistesse nel dire che la biologia umana è dimorfica e che rifiutasse di acconsentire a mantra anti-scientifici e avulsi dalla realtà può vedersi negata la nomina, su queste basi. Volendo seguire l’esortazione di Alexandr Solzhenitsyn a «non vivere di menzogne» molti onesti ricercatori hanno scelto di abbandonare le università. E così, i ranghi accademici si svuotano di uomini schietti e il loro posto viene preso da quanti hanno deciso di vivere secondo la menzogna, nel nome di una presunta compassione che in realtà è un attacco ben organizzato alla società dei liberi, con l’obiettivo di rimpiazzarla. Simili battaglie linguistiche (e capitolazioni) stanno avendo luogo in campo razziale (‘privilegio bianco’) e artistico (‘appropriazione culturale’). A chiunque segua l’alternarsi dei notiziari è estremamente chiaro che la politica delle intenzioni regna sovrana.  Gli ideologhi preferirebbero vedere le città bruciare piuttosto che ammettere che il razzismo in polizia non è una spiegazione organica dei problemi della comunità nera. La comunità artistica preferirebbe vedere le pareti dei musei rivestite di opere del realismo sovietico, piuttosto che garantire libertà creativa agli artisti.
La politica delle intenzioni non ha mai riguardato la compassione, la sofferenza dei gruppi oppressi o i diritti dell’uomo. In Attraverso lo specchio (e quello che Alice vi trovò) lo scrittore vittoriano Lewis Carroll faceva la tara all’ossessione della sinistra per le parole e la loro definizione, ben prima che il socialismo acquistasse consenso politico in occidente:   «Quando io uso una parola, — disse Unto Dunto in tono d’alterigia, — essa significa ciò che appunto voglio che significhi: né più né meno». «Si tratta di sapere, — disse Alice, — se voi potete dare alle parole tanti diversi significati».«Si tratta di sapere, — disse Unto Dunto, — chi ha da essere il padrone…  Questo è tutto».

lunedì 6 novembre 2023

IL TERRENO E', IL MICROBO NON E'

 

Nella diatriba tra Tra Bernard e Pasteur, ovvero sulla tesi della disputa tra microbo e terreno non dovremmo dimenticare Antoine  Bechamp che fu un ulteriore grande scienziato il quale dimostrò quanto fosse sbagliata la teoria della nocivita' dei germi  di Louis Pasteur,  il quale semmai va solo ascritto  come colui che ha permesso alle case farmaceutiche di incrementare esponenzialmente i loro profitti. Ancora oggi La “scienza” medica e la biologia sono state tenute all’oscuro delle teorie di Béchamp per preservare gli interessi delle Big Pharma cosi come la formula di Bernard “IL TERRENO È TUTTO, IL MICROBO È NULLA” che e' stata sistematicamente ignorata:  eppure gia' alla fine del 1800 si sapeva che la  teoria di Pasteur aveva  moltissimi punti oscuri e non chiariti Il prof. Béchamp osservò che i BATTERI CAMBIANO FORMA e che NON SONO LA CAUSA MA IL RISULTATO DELLA PATOLOGIA, POICHÉ PROVENGONO DAI TESSUTI STESSI. La sua TEORIA PLEOMORFICA è anche chiamata “TEORIA DELLA PATOLOGIA CELLULARE”. Quindi Béchamp capì che i BATTERI-SPAZZINI provengono dai “MICROZIMI”, enzimi immortali normalmente presenti nella materia e quindi nei tessuti, i quali hanno la capacità di dare la vita o la morte, a seconda del terreno cellulare. Il MICROZIMA è un elemento che PRECEDE LA VITA CELLULARE, ed è ALLA BASE
DELL’ORGANIZZAZIONE DELLA VITA, è l’elemento tramite il quale si formano CELLULE, TESSUTI ORGANI e l’INTERO ORGANISMO. Quindi i MICROZIMI sono COSTRUTTORI E DISTRUTTORI DELLE CELLULE. È l’attività distruttiva del microzima a scatenare la malattia. I microzimi SONO I PRECURSORI DI BATTERI, VIRUS, LIEVITI E FUNGHI / MICETI, i quali attuano la decomposizione. Béchamp spiegò che se il corpo è in salute i MICROZIMI funzionano in modo armonico, mentre in caso di malattia diventano patologici, causano cambiamenti nell’organismo, disorganizzazione dei tessuti e infine distruzione delle cellule. ALLA BASE DELLA VITA NON C’È LA CELLULA MA UN “GENE VIVENTE”, il MICROZIMA. I VIRUS / BATTERI, trasformazioni dello stesso MICROZIMA, possono essere INNOCUI O PERICOLOSI, A
SECONDA DELLE CONDIZIONI IN CUI SI TROVA L’ORGANISMO, ovvero a seconda dello stato psicologico ed emotivo della persona. La MEDICINA ALLOPATICA UFFICIALE segue le orme di ABRAHAM FLEXNER, personaggio che non aveva nemmeno la laurea in medicina e che sposò ciecamente la teoria dei germi. Flexner si occupava di sistemi educativi e additò la pratica dei medici afro-americani, i quali non attenendosi alla teoria dei germi costituivano una minaccia per i bianchi; promosse quindi l’aderenza alla TEORIA DEI GERMI tramite il Flexner Report del 1910, pubblicazione nella quale esaminava lo stato in cui versava la scuola americana e spiegava quale formazione avrebbero dovuto ricevere i dottori in medicina. Prima di Flexner negli Stati Uniti i dottori erano liberi di scegliere quale teoria medica seguire prima di ottenere l’abilitazione, da Flexner in poi per diventare “medico” occorre studiare e aderire alla “teoria dei germi”.Oggi persino la medicina allopatica riconosce che le cellule batteriche sono maggiori di quelle umane, in un rapporto 10:1 – che di recente è stato ridotto a 1,3:1. Il MICROBIOMA “è quell’insieme di batteri, virus, funghi e parassiti che si trovano in particolare nell’intestino, nella bocca, sulla pelle e nell’apparato genitale”, spiega Nicola Segata dell’Università di Trento. “Il microbioma, con cui le cellule umane vivono in simbiosi, svolge funzioni cruciali per il corpo, dal metabolismo all’attività sull’asse intestino-cervello, dalla protezione diretta contro organismi patogeni alla regolazione del sistema immunitario Ora proviamo a spiegare in maggior dettaglio la teoria pleomorfica. Béchamp dimostrò che l’aria è piena di organismi microscopici in grado di fermentare qualsiasi corpo o mezzo sul quale approdino. Spiegò che la trasformazione chimica viene svolta da un fermento solubile prodotto dall’organismo, e che tale fermento è analogo ai succhi gastrici dello stomaco, per cui identificò la fermentazione con il processo digestivo. La conclusione più importante alla quale arrivò Béchamp è che c’è un elemento micro-anatomico vitale e indipendente nelle cellule e nei fluidi di tutti gli organismi, che è per l’appunto il “Microzima” o “piccolo fermento / fermentazione”. Gli diede il nome “microzima” perché ai suoi tempi il processo della fermentazione non era ancora compreso. Quindi i Microzimi spesso diventano forme che definiamo “batteri”, e questi ultimi possono regredire tornando ad essere dei Microzimi. Inoltre i GERMI ATMOSFERICI sono dei MICROZIMI, o meglio, EVOLUZIONI DEI MICROZIMI che sono stati espulsi dall’organismo vegetale o animale che abitavano, a causa della morte di tale organismo (quindi morte di una pianta, di un animale o di una persona).Béchamp scoprì che i MICROZIMI SOPRAVVIVONO ALLA DECOMPOSIZIONE DELL’ORGANISMO OSPITANTE e che SVOLGONO L’ATTIVITÀ IMPORTANTE DELLA DECOMPOSIZIONE, essendo i PRECURSORI DI BATTERI, LIEVITI, FUNGI / MICETI, i quali attuano la decomposizione. Gli studi di Béchamp vennero ripresi e ampliati dal biologo e microscopista americano Raymond Rife, dal canadese Gaston Naessens (creatore del “somatoscopio”, un microscopio che raggiunge livelli di risoluzione di 20.000-30.000 diametri, mentre il limite dei microscopi moderni è di 2500 diametri), e Günter Enderlein, l’ultimo dei pleomorfisti, il quale affermò che il processo di sviluppo dei microbi si ha solo in un ambiente acido, mentre in un ambiente alcalino i microbi sono innocui.LA “SCIENZA” È ORMAI DIVENTATA UNA RELIGIONE DOGMATICA INCAPACE DI FARE VERA RICERCA E DI METTERSI IN DISCUSSIONE QUANDO È EVIDENTE CHE COMMETTE MOLTI ERRORI. Infatti la persecuzione di medici e ricercatori che propongono teorie e terapie anticonvenzionali indica che tale “scienza” si poggia su basi a dir poco instabili, che possono essere smentite in qualsiasi momento. CHE COSA SONO I VIRUS E I BATTERI? E QUAL È LA LORO FUNZIONE? I VIRUS sono sempre morti, dato che non sono altro che scarti proteici di cellule morenti, ovvero prodotti di scarto delle apoptosi cellulari (morte cellulare programmata che avviene quando una cellula è danneggiata oltre le sue capacità di riparazione) causate dal disgregamento dei mitocondri e del nucleo della cellula che contiene il DNA. I virus, non essendo altro che prodotti di scarto di cellule morenti e quindi una parte del DNA cellulare, sono sempre MORTI e INATTIVI, non possiedono né metabolismo né vita. Secondo la teoria medica sono molecole di DNA e proteine complesse con un involucro o capside di lipidi grassi, ma mancano di enzimi e non possiedono una vita propria dato che mancano dei prerequisiti fondamentali della vita, cioè dei meccanismi di controllo metabolico che persino i batteri inferiori possiedono. Il GUYTON’S MEDICAL TEXTBOOK riconosce che i virus non hanno nessun sistema riproduttivo, nessuna capacità di locomozione, nessun metabolismo e che non possono essere riprodotti in vitro come entità viventi.Le malattie non sono altro che processi di purificazione del corpo e non sono mai provocate dai virus; i batteri sono presenti nei tessuti malati perché agiscono da “spazzini” per aiutare l’organismo a depurarsi. Tutto dipende dallo stile di vita, dallo stato emotivo e dalla spiritualità (come vive il suo rapporto col divino, sempre se crede che esista una divinità creatrice) della persona. Quando in un organismo malato vengono introdotti dei farmaci dovrà far fronte a questa seconda minaccia, perdendo così energie preziose e rallentando o arrestando del tutto il processo di guarigione. Le “malattie contagiose” sono un’invenzione dato che un individuo in salute (psico-fisica e spirituale) non è a rischio di “contagio”, ovvero il suo “terreno” non ha bisogno di scatenare crisi di depurazione (a volte si tratta di stress e / o stanchezza). Invece se una persona ha un terreno malato o è in squilibrio si ammala, ma mai a causa dei virus; ad esempio tanti si ammalano di disturbi “virali” perché nel loro subconscio ci sono dei programmi che li portano a credere ad un “contagio”, sia pure di una semplice influenza stagionale. C’è sempre qualcuno che sfugge a tali “contagi” e il motivo è che ha dei programmi subconsci che lo porta a credere di essere immune a tali infezioni, oppure è semplicemente in uno stato di benessere. Quando la persona sembra essere stata “contagiata” in verità il suo organismo era già malato, instabile, e la patologia si sarebbe comunque manifestata di lì a poco tempo.Siccome l’influenza e le cosiddette malattie “virali” non sono altro che crisi di disintossicazione, se si dà all’organismo il tempo e un aiuto per completare la sua opera, il paziente guarisce da solo. Oggi poi c’è una nuova piaga sociale: le malattie iatrogene, cioè causate dai farmaci e dalle terapie mediche stesse. Questo è il “contagio medicalmente indotto”, che in certi casi consiste nell’inoculamento del carico di tossicità di una persona malata nel corpo di un individuo sano, e che si verifica tramite le trasfusioni, le donazioni di sangue, di organi, e così via (sempre che uno dei due abbia un “terreno” inquinato). TUTTO DIPENDE DALLO STATO DI SALUTE DELLA PERSONA, LA QUALE SE HA UN TERRENO INQUINATO PUÒ AMMALARSI IN QUALSIASI MOMENTO, CHE VENGA O NO ESPOSTA AL “CONTAGIO”. Infatti le persone isolate negli osservatori del Polo Nord o del Polo Sud si “prendono” lo stesso il raffreddore, pure se non vengono “contagiate” da nessuno!Ci sono poi dubbi fondati sulle cosiddette “malattie veneree” che si sta scoprendo essere provocate da credenze religiose, e infatti nella storia ci sono state grandi “epidemie” di malattie veneree proprio in epoche durante le quali le persone erano particolarmente legate alla religione (anche in questo caso non possiamo trattare oltre delle malattie veneree, ma ci sono molti documenti e ricerche interessanti disponibili online). LA TEORIA DEL CONTAGIO SERVE A TENERE ALTA LA DOMANDA DI FARMACI E DI CURE MEDICHE E OSPEDALIERE. Se non avesse “vinto” Pasteur oggi le cure mediche sarebbero completamente diverse – e ciò riguarda anche e soprattutto le cure per i tumori… Alla luce di tutto ciò capiamo come i vaccini non servano a nulla, e anzi sappiamo che tanti si ammalano e / o muoiono a seguito delle vaccinazioni ricevute… Le “epidemie” e le “pandemie” sono create a tavolino per diffondere il terrore e vendere farmaci; oggi molti medici iniziano a dire apertamente che il famoso “HIV” è stato inventato per far diminuire le nascite e quindi per far decrescere il numero della popolazione. Essendo entità minuscole è molto difficile distinguere i virus e ci viene detto che possono essere osservati solo con il microscopio elettronico. Il virus dell’HIV non è ancora stato isolato, per cui il legame fra HIV e AIDS non è mai stato provato, così come non è mai stata provata la pericolosità di un virus: tutto poggia su una cosa sola…la paura!Siccome l’essere vivente va in crisi quando si stacca dall’ambiente naturale per vivere in modo artificiale, l’equilibrio del suo organismo viene meno. Quindi non ci deve sorprendere che nella nostra società ci siano tante malattie (dovute in gran parte a convinzioni opprimenti). QUANDO IL TERRENO NEL QUALE VIVE UNA PIANTA VIENE CHIMICAMENTE AVVELENATO E IMPOVERITO, l’organismo tenta di adattarsi alle nuove condizioni di vita e così si sviluppano dei “microrganismi simbionti”, i quali in qualche modo sostengono e aiutano il funzionamento metabolico dell’intero sistema vitale dell’ospite consentendogli di continuare a vivere; ovvero questi microrganismi sopperiscono con il loro metabolismo a funzioni del corpo che sono state compromesse, fungendo quindi da organo vicario. Lo stesso avviene nel corpo umano quando questo è intossicato: i BATTERI SVOLGONO FUNZIONI VICARIANTI DI ORGANI DIFETTATI, permettendo così la SOPRAVVIVENZA DELL’ORGANISMO. Per cui la MOLTIPLICAZIONE DI BATTERI E MICRORGANISMI VIVENTI in generale sono un TENTATIVO DI RIPORTARE IN EQUILIBRIO L’ORGANISMO. Le infiammazioni, ad esempio, sono una risposta immunitaria a una intossicazione in atto. I BATTERI DIGERISCONO CIÒ CHE L’ORGANISMO NON RIESCE A METABOLIZZARE. I “microzimi” di Béchamp furono ribattezzati “somatidi” dal biologo canadese Gaston Naessens. Questi “somatidi” o “microzimi” sono spazzini che si trasfigurano col cambiare della composizione del terreno che li ospita, adattando il loro metabolismo. Diventano “saprofiti” (cioè si cibano dei cadaveri) quando la materia passa dall’essere viva all’essere morta, e deve essere decomposta in materiale elementare per essere poi riutilizzata nei vari cicli della vita. I BATTERI NON ATTACCANO MAI UN TESSUNTO FINO A CHE ESSO RIMANE VIVO. Il primo a scoprire che l’ORGANISMO CERCA SEMPRE DI MANTENERSI IN EQUILIBRIO è stato CLAUDE BERNARD (1813-1878), il fisiologo e scienziato francese che propose il termine “MILIEU INTÉRIEUR”, che in italiano è stato tradotto come “Ambiente / Mezzo interno”. Successivamente il fisiologo americano WALTER BRADFORD CANNON chiamò questo ambiente interno “OMEOSTASI”.  Tra le molte scoperte “sconvolgenti” non possiamo non citare quella del Dottor Bruce Lipton, biologo cellulare statunitense e fondatore dell’EPIGENETICA.
Mentre la GENETICA ci dice che I GENI CONTROLLANO LA NOSTRA VITA, l’EPIGENETICA rivela che È L’AMBIENTE CHE CONTROLLA I GENI. Per cui non siamo legati alle “eredità familiari”, e cambiando coscienza cambiamo vita.Il GENE è un PROGETTO CHE SERVE A CREARE LE PROTEINE, e queste ultime sono i “MATTONI” SUI QUALI È COSTRUITO IL CORPO FISICO. Ma dallo STESSO GENE POSSONO NASCERE PIÙ DI 3000 VERSIONI DIVERSE DI PROTEINE, in base al modo in cui reagiamo agli eventi della vita. È la COSCIENZA che INFLUENZA TUTTO. SIAMO NOI A CONTROLLARE I NOSTRI GENI. NON esiste nessun “gene che causa il cancro”.
Infatti i geni sono correlati al cancro ma NON lo causano: questa malattia è il risultato di tantissimi fattori, che variano da individuo ad individuo, e che generalmente sono conflitti tra la volontà del Vero Sé e quella della personalità, carenze emotive, squilibri, rancori, stile di vita errato, pensieri distruttivi,… Infatti è stato scoperto che i bambini adottati da famiglie nelle quali tutti si ammalavano di cancro da diverse generazioni una volta adulti hanno sviluppato lo stesso tipo di cancro dei genitori / della famiglia adottiva, pur possedendo una genetica completamente diversa… Ciò dimostra che tanti si ammalano perché pensano di essere vittima delle eredità di famiglia, e alcuni muoiono alla stessa età dei genitori proprio perché credono di essere schiavi dei geni! Le “cellule cancerogene” sono solamente un sintomo e non serve a nulla distruggerle, dato che il problema risiede nel modo di pensare e nello stile di vita errato (oggi possiamo dire anche che le diagnosi precoci servono a far ammalare, o meglio a far credere alle persone sane di essere malate, e quindi a curare chi non ha bisogno di essere curato), per cui se vengono distrutte si riformeranno in un’altra parte del corpo, a meno che non si riesca a risolvere la vera causa del problema.Tutto ciò che ho riportato in questo articolo è veramente sconvolgente, persino per me, ma è necessario conoscere tali informazioni se si vuole essere veramente liberi. Siamo stati condizionati a credere che il mondo sia pieno di limiti e confini e che la Sorgente di Vita sia in qualche modo perversa per aver creato la sofferenza e il male che in questo periodo storico è rappresentato dai “virus”, dai “germi” che causerebbero contagi…Se tutto ciò fosse vero la vita sarebbe un’esperienza senza senso, destinata al fallimento, e qualsiasi forma creativa un qualcosa di puro male sadico e perverso. Ma ecco che si interrompe il famoso assioma di Hegel "cio' che e' razionale e' reale, cio' che e' reale e' irrazionale " ammettendo Invece il principio opposto che in verita' e' piu' l'irrazionale ad essere reale, dobbiamo convenire che la vita e' aleatoria ma non certo per pseudo “agenti patogeni” difatti in tal caso saremmo tutti a rischio, moriremmo letteralmente come le mosche dato che non sarebbe mai possibile difendersi da tutti questi germi. Se esistesse veramente un germe infettante che vola nell’aria la famosa mascherina non servirebbe assolutamente a nulla, ci vorrebbe una spessa tuta da astronauta per proteggersi e non bisognerebbe togliersela nemmeno per mangiare…stare in una stanza anche solo con un’altra persona in presenza di germi infettanti e indossare un pezzo di stoffa o di carta sul volto comunque non ci proteggerebbe dal contagio! Dovremmo vivere tutta la vita in isolamento e l’umanità si estinguerebbe nel giro di poco tempo. Di certo la scoperta che non esiste nessun “germe patogeno” non ci autorizza a vivere nella sporcizia…la pulizia è importante perché ci fa condurre un’esistenza dignitosa e ordinata, e tutti noi sappiamo quanto sia importante vivere in un ambiente pulito e ben organizzato. L’unica vera epidemia / piaga dell’umanità è la distorsione del reale, la mancanza di discernimento e di coscienza (ovvero il dominio dell'irrazionale), che ben lungi dallo scacciarlo con formulette idiote, bisogna prenderlo di petto e convenire che... si!!! esso fa parte della possibilita' umana, e' un essere ma e anche un non essere che e' qualcosa di differente dall'essere 

giovedì 2 novembre 2023

SUPER ES E PULSIONE DI MORTE (NARCISO E NON EDIPO)

 


Non è da oggi che il termine “super” viene attribuito con intenti ovviamente di esaltazione e di “superiorità” un po’ a tutto il lessico della nostra lingua parlata e scritta, ma forse ancor più immaginata o meglio da immaginarsi: così anche Freud che della parola, bè!… è considerato un po’ uno dei grandi “guru” : (la talking cure, secondo la definizione della mitica Anna.O. la celeberrima paziente di Breuer)  quel termine “super” doveva andare ad affibbiarlo a qualche sua nuova idea o formulazione, nella fattispecie, nientemeno che al suo nuovo modello strutturale del funzionamento psichico umano, andando a denominare uno dei tre agenti specifici di tale funzionamento: l’epiteto di “super” anteposto al termine “Io” stava così a delineare la focalizzazione di una nuova funzione, che, nella precedente fase teorica quella non ancora rivoluzionata con la scoperta della “pulsione di morte” era adombrata : il Super-io. Dice lo stesso Freud:  “Apprendiamo dalle nostre analisi che vi sono persone nelle quali l’autocritica e la coscienza morale – e cioè prestazioni della psiche alle quali viene attribuito un valore grandissimo – sono inconsce, e producono, proprio in quanto tali, i loro effetti più rilevanti… La nuova esperienza, che ci costringe – a dispetto della nostra migliore consapevolezza critica – a parlare di un “senso di colpa inconscio”, è molto più imbarazzante e ci propone un nuovo enigma, specialmente se  finiamo col renderci conto che un tale senso di colpa inconscio svolge in un gran numero di nevrosi una funzione decisiva da un punto di vista economico, opponendo i più potenti ostacoli sul cammino della guarigione”  Egli dunque andava paradossalmente a ricavare la genesi del Super-Io, da una “colpa” che aveva finito per individuare nell’Edipo, ovvero la ben nota figura della tragedia greca di colui che uccise il proprio padre e ne sposò la moglie, cioè la madre.  Ora questa identificazione,  così marcata con il complesso di castrazione, che verrà oltremodo sviluppato da Lacan, ed anche con quel concetto che in Freud ha sempre costituito un assioma, ovvero che il bambino abbia uno spasmodico  desiderio di eliminare il padre e tenere la madre tutta per sé, con tanto di correlati sessuali, che appunto resterebbero individuati nell’Edipo, sono a mio parere, non solo un tantino stiracchiati, ma anche inesatti. 
Nessuno sano di mente, neppure un bambino che si affaccia alla sessualità, sarebbe tanto  di cattivo gusto dal venire attratto da una donna molto più vecchia, spesso e volentieri dimessa, brutta, sciatta,  né tanto meno ciò potrebbe essere indotto da un inconscio, un Es, deputato, prima della svolta del “al di là del principio del piacere” appunto  al piacere (eros). Solo dopo quel libro che è del 1920, quando cioè Freud aveva 64 anni, si giustapporrà quello opposto di morte (thanatos), che ha delle peculiarità assolutamente 
non coincidenti col complesso di castrazione e comunque con l’Edipo. La verità è che nessuno, salvo casi di vera psicopatologia, e’ attratto sessualmente dalla propria madre; quello di cui  semmai si è attratti è il senso di sicurezza che la figura materna può infondere, quel tanto strombazzato “amore incondizionato” quel proverbiale “ogni scarrafone è bello a mamma sua” che fa si che ogni individuo sia portato a perseguire un desiderio che non si rifà all’Eros, ma piuttosto a Thanatos: il desiderio di sicurezza, di quiete, di far ritorno da dove si è venuti, insomma coazione a ripetere all’insegna del 2° principio della termodinamica  e dell’entropia: la vita appunto come apparire di un qualcosa che turba un ordine costituito ovvero turbamento di uno stato di quiete  e continuo aumento di disordine, cui la madre, l’utero, rappresentano  una sorta di contro assicurazione, un mito dell’eterno ritorno. La vita è pericolosa,  traumatica, una continua incessante lotta per la sopravvivenza e l’Io reagisce con il sintomo, perché è lui nella sua stessa costituzione originaria un sintomo come giustamente osserva Lacan,  ma se potessimo tutti tornare alla quiete dell’utero, allo stato di pre-nascita ecco che non dovremmo lottare, non dovremmo faticare, non dovremmo soffrire  e non ci troveremmo mai soli, sperduti nel buio. Se potessimo trovare la madre che informa quell’amore incondizionato e quindi quel “non rischio” di vita, tutto sarebbe perfetto, assoluto, ma ecco!… anche dannatamente coincidente con quel Thanatos scoperto da Freud in “al di là del principio del piacere” perché sostanzialmente la pulsione di morte e’ in verità desiderio di non-essere, desiderio di far ritorno in quel nulla dove non esistono contrasti, un qualcosa che gli antichi avevano perfettamente inteso e rappresentato con il segno dell’Uroboros, il serpente che si morde la coda, simbolo dell’infinito; un desiderio molto ma molto più ancestrale e più potente di quello di Eros, cui semmai il principio paterno, col suo amore condizionato, legato alla prassi, all’osservanza di leggi e prescrizioni e anche alla capacità, al talento, all’accaparrarsi donne giovani e belle, cerca di perseguire. A  mio parere proprio la scoperta della pulsione di morte e della coazione a ripetere, scardina le fondamenta del contrasto tra principio di realtà e di piacere che si svolgerebbe tra Io e Es, immettendo nuovi parametri  e nuovi termini di conflitto, dove quel “super” va ascritto si all’Io che può anche rappresentare certe influenze esercitate  dall’ambiente sociale e culturale, ascritte  all’identificazione paterna, e dove, detto per inciso, l’Edipo rappresenta solo una di tali identificazioni (quella riferita al complesso di castrazione) non escludendone altre, ma può  benissimo essere adottata anche all’Es (l’inconscio) che non ha da apporre i suoi veti alla rigidità delle prescrizioni sociali, ed è invece è tutto devoluto ad un qualcosa che non si rifà all’Eros e quindi al sociale, all’ambiente, ai rapporti, ma si rifà a Thanatos, cioè al nulla, a quel non-essere  nel quale se diamo per buona tutta la grande revisione del pensiero e della teoria freudiana, riposa  la più profonda essenza del desiderio.  Non c’è da sorprendersi se Freud riprende la teoria delle pulsioni che aveva affrontato in un saggio antecedente, ovviamente rivedendole nell’ottica di una opposizione radicale tra pulsioni sessuali e di morte, ma è proprio questo l’assunto che non convince, laddove  pone l’io succube sia del servaggio del super io, sia dell’Es, senza distinguere tra i due che provocherebbero impulsi qualitativamente differenziati  di natura erotica o distruttiva. E’ la strada che porterà al saggio “Inibizione sintomo e angoscia”:  dando per scontato la preminenza del conflitto tra Io e Super Io, per approdare però nel suo ultimo saggio di rilevanza meta psicologica “Analisi terminabile e interminabile”, alla inutilità di tutta la terapia, inutilità messa in evidenza non dal Super io, bensì da un Es per il quale si potrebbe benissimo adottare la dicitura di Super Es, in quanto non amputabile alla conflittualità sociale, edipica, di adattamento all’ambiente col desiderio istintuale,  bensì a quella molto ma molto più ancestrale e profonda di una pulsione di morte, che con la sua coazione a ripetere, e quindi anche ad un eterno ritorno, ritorno da dove si è venuti, cioè il nulla, comporta gioco forza la cessazione di ogni conflitto, e quindi anche alla necessità dell’analisi che di fatto è interminabile nei termini dell’aumento del disordine e della dispersione(entropia), mentre è terminabile solo nella totale e finalistica adesione alla pulsione di morte  (2° principio della termodinamica “in un sistema chiuso tutte le forze tendono allo stato di quiete”). Ecco anche perché, a parere di chi scrive questo appuntino, una figura anch’essa presa dal Mito Greco: Narciso con il suo riflettersi nella specularità della sua immagine nella superficie dell’acqua appena oltre la quale troverà proprio lei Thanatos, la Morte, ha molte, ma molte più probabilità di Edipo, di rappresentare la giustificazione stessa della seconda parte della evoluzione teorica Freudiana, quella appunto inaugurata dal saggio Al di là del principio del piacere e imperniata più sul desiderio che sulla rimozione e per la quale si parla appunto di “Seconda topica“ : Io , Es , Super Io, che però senza Super Es risulta come una sedia a cui non è ancora stata aggiunta una gamba

IL MALE VIEN DAL MARE

  Mi sono sempre chiesto se ci sia qualcosa o qualcuno, che possa essere indicato come il  responsabile e anche all'origine dell'att...